L’amico americano di Putin

trump helsiniki2018Questo articolo di Thomas Friedman, di cui riportiamo ampi stralci, è apparso il 18 luglio su ‘la repubblica’. La lettura del testo è molto interessante: Friedman rappresenta l’opposizione a Trump, la quale non attacca il Presidente statunitense per le sue scelte in campo economico o fiscale ma lo critica per avere scelto la distensione con la Russia. L’alternativa preferibile, per Friedman e non solo, sembra essere la guerra. Marco Pondrelli

Fin dall’inizio della sua amministrazione, il presidente Trump ha reagito a ogni nuova informazione proveniente da Cia, Fbi e Nsa sull’ingerenza della Russia nelle nostre ultime elezioni a suo favore accusando Barack Obama o i democratici di essere stati troppo negligenti, ma mai il presidente Vladimir Putin di Russia per il suo cyberattacco senza precedenti al nostro processo democratico. Un comportamento simile da parte di un presidente americano è talmente irrazionale, talmente contrario agli interessi e ai valori americani, che ci conduce a un’unica conclusione: o Donald Trump è un asset dell’intelligence russa oppure gli piace davvero interpretarne uno in televisione.

Tutto quello che è accaduto a Helsinki non fa che corroborare questa conclusione. Esistono prove schiaccianti dalle quali risulta che il nostro presidente, per la prima volta nella nostra storia, è impegnato di proposito o per negligenza grossolana o a causa della sua personalità contorta, in comportamenti scorretti e sediziosi, che violano il giuramento fatto al momento di assumere il suo mandato di «preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti».

Trump ha ripudiato quel giuramento, e i repubblicani non possono più nascondere questo dato di fatto e farla franca. In campagna elettorale a ogni singolo legislatore repubblicano si chiederà ( e si dovrebbe chiedere): stai dalla parte di Trump e Putin o da quella di Cia, Fbi e Nsa? Tutto ha avuto inizio con il tweet sconvolgente che Trump ha inviato ancor prima di sedersi all’incontro con Putin: « Il nostro rapporto con la Russia non è mai stato peggiore grazie ai molti anni di follia e di stupidità degli Stati Uniti e adesso… la caccia alle streghe! » . Dall’account Twitter ufficiale del ministero degli Esteri russo — che sa riconoscere un utile idiota, quando ne vede uno — è giunto immediatamente un “like” per il tweet del presidente Trump. E poco dopo è arrivata la risposta in un altro tweet: «Siamo d’accordo». C’era da scommetterci.

La situazione non ha fatto che peggiorare quando, nella conferenza stampa congiunta con Putin, a Trump è stato chiesto esplicitamente se credesse alle conclusioni alle quali sono giunte le agenzie d’intelligence, secondo le quali la Russia ha interferito e manovrato le nostre elezioni. Il presidente degli Stati Uniti in sostanza ha gettato alle ortiche tutto l’apparato delle intelligence e allo stesso tempo ha sollevato un gran polverone sul server di Hillary Clinton per mascherare quello che stava combinando lui.

In verità, quando gli è stato chiesto chi secondo lui avesse interferito nelle nostre elezioni, il presidente Trump ha detto: « Non vedo motivo alcuno per il quale dovrebbe trattarsi della Russia». Con un paragone etico a dir poco sconvolgente, a proposito di Stati Uniti e Russia Trump ha poi aggiunto, che «siamo tutti da biasimare… abbiamo commesso errori entrambi». Trump ha detto che in verità è «l’inchiesta americana sulle ingerenze russe ad averci tenuti lontani » . Trump è follemente ossessionato da quanto è accaduto nelle ultime elezioni. Adesso, però, è presidente, e il fatto che possa non aver colluso con i russi non implica che, da presidente, non abbia la responsabilità di garantire che i russi siano puniti per aver interferito nelle nostre ultime elezioni per il loro tornaconto e siano efficacemente ostacolati per non ricascarci in futuro. Ciò è previsto dal suo mandato.

A dar retta a Trump ( che tornato in patria ha cercato di rettificare), è un po’ come se Roosevelt dopo Pearl Harbor avesse annunciato: «Ehi, la colpa effettivamente è di entrambi. Le nostre navi da guerra alle Hawaii erano un po’ irritanti per il Giappone. E, a proposito, io non ho niente a che vedere con le cause del loro attacco. Quindi, calma » . L’unico messaggio che Trump avrebbe dovuto mandare a Putin in questo frangente è questo: «Voi avete attaccato la nostra democrazia, e così pure i due pilastri fondamentali dell’economia globale e dell’ordine per la sicurezza internazionale che hanno mantenuto la pace e garantito la prosperità dalla Seconda guerra mondiale in poi: l’Unione europea e la Nato. A noi non interessano affatto le vostre smentite da giocatori d’azzardo incalliti. Vi basti sapere che, se insisterete in tale atteggiamento, noi lo considereremo un atto di guerra e non soltanto applicheremo sanzioni contro di voi come non è mai stato fatto prima d’ora, ma oltretutto assaggerete ogni singola arma cibernetica facente parte del nostro arsenale, e alcuni dei vostri segreti personali più riservati saranno spiattellati dalle prime pagine di tutti i quotidiani del mondo. C’è qualcosa di quello che vi ho detto che non vi è chiaro?».

Negli ultimissimi anni che cosa ha mai fatto Putin per meritare che un presidente americano fosse attratto da lui in una relazione “straordinaria”? Putin si è impossessato della Crimea, ha invaso l’Ucraina di soppiatto, ha fornito i missili che hanno abbattuto l’aereo di linea civile malese sull’Ucraina, ha bombardato decine di migliaia di rifugiati siriani in fuga facendoli riparare in Europa, ha destabilizzato l’Europa, è perfino stato coinvolto nella morte di una donna britannica entrata per caso in contatto con un agente nervino russo utilizzato per fare fuori due ex agenti russi in Inghilterra e ha propagato false notizie per cercare di influire sul voto per la Brexit e disgregare così l’Unione europea.

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