Dieci conflitti da seguire nel 2018

trump profilodi Sergio Alejandro Gómez

Granma”, Organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba

Traduzione di Marx21.it

L’anno che inizia sarà ricco di eventi che concentreranno l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica mondiale.

1. Instabilità dell’amministrazione Trump

Uno dei principali fattori di destabilizzazione durante lo scorso anno è rappresentato dalla nuova amministrazione statunitense. E’ prevedibile che il 2018 sarà segnato dallo stile irriflessivo e temerario del presidente Donald Trump, ancora di più con l’ombra delle indagini dell’FBI su possibili violazioni commesse da persone vicine al presidente o da lui stesso durante la campagna presidenziale del 2016.

2. Guerra contro il Venezuela

La nazione bolivariana è attualmente il terreno dove si combatte la principale guerra contro i movimenti progressisti della nostra regione. La destra locale e i suoi alleati internazionali cercano con ogni mezzo di far cadere il Venezuela e coltivano la speranza che ciò porti con sé il resto dei processi di cambiamento e trasformazioni sociali in America Latina e nei Caraibi. Non è un caso che i più forti attacchi economici e i tentativi di isolamento politico si concentrino sul governo di Nicolás Maduro, che quest’anno ha programmato le elezioni presidenziali.

3. Elezioni in Messico

“Così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti”, è la frase con cui i messicani definiscono la loro storia recente. I venti provenienti dal Nord, dove si pianifica la costruzione di un muro di frontiera, si aggiungono a un diffuso malcontento sociale dovuto alla corruzione e alla violenza. In questo scenario si svolgeranno le elezioni generali in una delle maggiori economie latinoamericane.

4. La campagna di Luiz Inácio Lula da Silva

Nonostante tutti i tentativi di screditare l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il leader del Partito dei Lavoratori continua a guidare i sondaggi in vista delle elezioni di quest’anno. La situazione economica e sociale del gigante sudamericano non ha smesso di deteriorarsi dopo il colpo di Stato parlamentare contro la presidenta eletta, Dilma Rousseff, e non sono pochi coloro che ripongono le loro speranze nel recupero del leader sindacale che ha cambiato il volto del Brasile e ha sottratto 20 milioni di persone alla povertà.

5. Resistenza popolare in Honduras

Le strade della nazione centroamericana sono state testimoni del malcontento popolare per la convalida del nuovo mandato dell’attuale presidente, Juan Orlando Hernández. La coalizione dell’opposizione ha iniziato quest’anno una nuova fase di lotta e di resistenza contro quella che definisce la “dittatura” nel proprio paese.

6. Tensioni nella penisola coreana

Nonostante i tentativi di mediazione da parte di paesi come Russia e Cina, le tensioni nella penisola coreana rimangono latenti, con gli Stati Uniti che guidano l’assalto delle sanzioni politiche ed economiche contro Pyongyang, che considera tutte le possibilità per conservare la propria sovranità. La maggior parte degli analisti concorda sul fatto che mai prima di oggi si è stati così vicini a un conflitto nucleare e invitano alla calma per l’impatto che avrebbe una possibile guerra.

7. L’ascesa della Cina come potenza globale

La storia dell’umanità non riporta molti rapporti pacifici nella contesa per la leadership regionale o globale. La Cina si propone come nuova potenza economica, ma deve confrontarsi con l’egemonia del vecchio potere statunitense anche sul piano militare. Sebbene pochi ipotizzino uno scontro diretto, Washington potrebbe usare altre risorse per cercare di destabilizzare Pechino e incentivare conflitti di frontiera o di altro tipo con i paesi vicini.

8. Il rinnovato protagonismo della Russia nell’arena internazionale

Come nel caso della Cina, il crescente protagonismo di Mosca nell’arena internazionale rappresenta un affronto per gli Stati Uniti, che hanno sfruttato un potere incontestato per un breve periodo dopo la caduta del campo socialista e la disintegrazione dell’Unione Sovietica. Tuttavia, ora il Cremlino sembra convinto che una posizione passiva non sia la migliore strategia per garantire i suoi interessi oltre i confini dell’immenso territorio russo.

9. Le tensioni nel Medio Oriente

Una regione segnata dalla guerra da decenni, il Medio Oriente quest’anno sembra una polveriera in cui le potenze occidentali sono impegnate a giocare con il fuoco. Azioni specifiche come il riconoscimento statunitense di Gerusalemme come capitale di Israele o l’evidente interferenza negli affari interni dell’Iran (dove si sono registrate proteste contro il governo) potrebbero innescare eventi molto più gravi.

Il secessionismo e l’ultradestra in Europa

La Catalogna e il Brexit sono solo la punta dell’iceberg dei conflitti latenti in Europa, una regione che affronta la maggiore ondata di rifugiati dalla II Guerra Mondiale e dove crescono le idee xenofobe e ultranazionaliste.