Ordine di abbattere. Le minacce USA in Asia-Pacifico (e altrove)

trump pistoladi Luis Carapinha | da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

“Solo Russia e Cina possono far fronte al ricatto e  alle minacce. La cooperazione militare tra i due vicini è vitale anche per il mantenimento dell’equilibrio strategico”.

Tillerson e Pence hanno viaggiato per l’Asia Orientale lanciando l’avvertimento: “l’era della pazienza strategica degli Stati Uniti è finita”. La sconcertante sentenza è una minaccia diretta alla Corea del Nord, sostenuta dallo spiegamento nella zona di un’importante flotta da guerra e dalla realizzazione di manovre militari con la Corea del Sud.

Tuttavia, come è noto, il vero grattacapo per il potere di Washington è rappresentato da Pechino. L’intera operazione della scalata incendiaria e della frenetica dimostrazione globale di forza degli ultimi giorni ha, in sostanza, la Cina come destinatario. Trump ha voluto attaccare la Siria alla presenza di Xi Jinping – con un altro crimine di terrorismo di Stato e la sfrontata violazione del diritto internazionale, che ha causato la gioia degli araldi dell’ideologia dominante.

Contrariamente alle inebrianti aspettative di alcuni decenni fa a Wall Street, la Cina è emersa come un avversario economico virtualmente fatale. Certamente un partner difficile. Come colpire o, al limite, tagliare i legami senza incidere in modo insopportabile nella propria carne, è la domanda. Tanto più lacerante quanto più nitidamente si delinea l’orizzonte del declino, inesorabile, della superpotenza imperialista nel quadro del lungo processo di stagnazione e crisi strutturale del capitalismo.

In ogni caso, il teatro dell’imprevedibile intitolato al recente inquilino dell’amministrazione presidenziale degli USA ha allestito una brutale sceneggiatura di guerra. Come previsto, la bisettrice nella lotta intestina nel sistema di potere e nella classe dirigente degli Stati Uniti ha avuto come risultato più interventismo e militarismo. La sostanza estremamente reazionaria di Trump e del suo eclettico entourage (si dice che Goldman Sachs ormai stia al timone), in combinazione con l’insicurezza politica della figura del presidente, rende tutto più incandescente.

Con gli alleati della NATO allineati, la macchina bellicista degli Stati Uniti moltiplica i focolai di tensione, operando come gendarme del pianeta per conto proprio. Siria, Iraq – Medio Oriente -, Nord Africa. Afghanistan, penisola della Corea, Ucraina ed Europa dell’Est (a ridosso della Russia) sono solo i punti più caldi del festino bellico. Senza dimenticare l’America Latina con le minacce del Comando Sud di intervento in Venezuela in combutta con l’OSA.

Continua la modernizzazione della componente nucleare, la creazione di armi strategiche convenzionali e l’installazione del sistema offensivo antimissilistico, creando le condizioni per l’applicazione della dottrina di attacco immediato globale. Sul piano strettamente militare solo Russia e Cina possono far fronte al ricatto e  alle minacce avanzate. La cooperazione militare tra i due vicini è vitale anche per il mantenimento dell’equilibrio strategico, e causa allarme nel Pentagono. In piena era nucleare, i pericoli per la pace nel mondo non possono essere sottovalutati. Gli applausi nell’UE al recente attacco contro la Siria sono un cattivo presagio. E’ necessario evitare che il dilagare della post-verità finisca per condurre il mondo nell’era della post-vita.