Per la pace, no alla NATO!

Traduzione a cura della redazione di l’Ernesto online

I 13 Partiti partecipanti alla Riunione del Gruppo di Lavoro degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai sono i primi firmatari della Risoluzione proposta dal Partito Comunista Portoghese dal titolo “Per la Pace, No alla NATO”. Il documento, approvato nel corso della Riunione, sarà sottoposto alla firma di tutti i Partiti che partecipano al processo degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai, con l’obiettivo di trasformarlo in un ampio e rappresentativo appello mondiale di lotta per la pace, contro il militarismo e la NATO.

Risoluzione

In un quadro segnato dall’approfondimento della crisi generale del capitalismo, dall’inasprimento dello sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, dalle rivalità interimperialiste e da complessi processi di ridislocazione delle forze sul piano internazionale, l’imperialismo si lancia in nuove derive antidemocratiche e interventi militaristi e avanza soluzioni di forza nel tentativo di perpetuarsi e difendere i suoi interessi di classe.
L’offensiva militarista che ha come protagonisti le potenze imperialiste e la NATO ha un carattere globale e multiforme.
Si intensifica la guerra imperialista con il pretesto di combattere il terrorismo.
Si consolidano i blocchi imperialisti, come la NATO. Si accelera la militarizzazione dell’Unione Europea, con l’adozione fraudolenta del Trattato di Lisbona in cui è plasmata la concezione dell’Unione Europea come pilastro europeo della NATO. Proseguono la corsa agli armamenti e gli investimenti in nuove e più micidiali armi. Le spese militari raggiungono cifre record, in particolare negli USA e nell’Unione Europea. Si espandono le zone di influenza della NATO e delle alleanze strategico-militari imperialiste, in particolare attraverso le cosiddette “partnership per la pace”, in Asia, nei territori dell’ex Unione Sovietica e anche in Africa.

Si espande la rete mondiale delle basi militari degli USA e dei paesi della NATO e si progetta la dislocazione di forze militari dall’America Latina all’Africa; dal Medio Oriente, l’Oceano Indiano e l’Asia Centrale all’Est europeo, al Caucaso e al Mar Nero.
Proseguono le occupazioni dell’Afghanistan e dell’Iraq e si scatenano aggressioni militari contro vari paesi. Si succedono le cospirazioni e le manovre di ingerenza in America Latina e in diversi paesi del continente africano e si moltiplicano le provocazioni, come in Libano. La questione palestinese continua a non trovare soluzione, come pure quella del Sahara Occidentale, e continuano ad essere impuniti i crimini imperialisti. Si intensificano le provocazioni nei confronti della Repubblica Popolare Cinese, di cui la vendita di armamento a Taiwan da parte degli USA è un esempio particolarmente grave, e le minacce a paesi come Iran e Siria.
Si intensificano gli attacchi alla sovranità di Stati, in particolare attraverso le modifiche delle frontiere, di cui l’autoproclamata indipendenza della provincia serba del Kosovo è un grave esempio. Il Diritto Internazionale, prodotto dalla sconfitta del nazifascismo nella Seconda Guerra Mondiale, è seriamente messo in causa e sottoposto ad un processo che mira alla sua distruzione.

In nome della “sicurezza” e della “lotta al terrorismo” si promuovono derive sicuritarie, si istiga al nazionalismo xenofobo e all’intolleranza religiosa e culturale, si commettono crimini contro i diritti umani, come anche contro quelli economici, sociali, democratici e di partecipazione e organizzazione politica e sociale; si sviluppano campagne anticomuniste e si perseguitano le forze che resistono all’offensiva dell’imperialismo e difendono i diritti sociali e nazionali dei popoli.

La realtà mondiale all’inizio del XXI secolo smentisce le campagne di riabilitazione dell’immagine dell’imperialismo nordamericano scatenate attorno all’elezione di Barack Obama. La natura e gli obiettivi della politica degli USA e della NATO sono oggi chiari: dominio delle risorse naturali ed energetiche, controllo delle tecnologie, espansione dei mercati, dominio militare e geo-strategico. Ossia, una risposta di forza all’indebolimento della posizione degli USA sul piano internazionale. La retorica del “multilateralismo” e del “dialogo” è smascherata dalla politica bellicista e interventista degli USA, dell’Unione Europea e della NATO, dall’offensiva imperialista in corso e dal rischio reale di nuovi conflitti militari dal Medio Oriente e l’Asia Centrale all’America Latina. Nonostante gli antagonismi tra USA e Unione Europea, entrambi convergono nell’offensiva contro i diritti sociali e nazionali dei popoli.

La guerra e l’aggressione sono l’altra faccia della globalizzazione economica imperialista e la NATO rappresenta un elemento centrale della sua strategia di dominazione egemonica e di persecuzione delle forze e dei paesi che vi si oppongono. La NATO svolge un ruolo centrale nella militarizzazione delle relazioni internazionali e nella corsa agli armamenti, rappresentando il principale motore dei conflitti e della tensione che segnano il momento attuale. Alludendo a “nuove minacce globali” – concetto che ha sostituito il vecchio pretesto del “pericolo comunista” –, la NATO impone una scalata bellica e degli armamenti di grandi dimensioni – di cui la guerra in Afghanistan è un elemento centrale.

La NATO celebrerà in novembre in Portogallo un Vertice in cui intende rinnovare la sua concezione strategica e che rappresenterà un nuovo ed estremamente pericoloso salto qualitativo nel ruolo, nella missione e negli obiettivi dell’Organizzazione.
Con la sua nuova concezione strategica la NATO intende convertire in dottrina quello che già rappresenta la sua pratica: allargare il dominio territoriale del suo intervento e della sua proiezione di forze a tutto il globo; ampliare l’ambito delle sue missioni a questioni come l’energia, l’ambiente, le migrazioni e le questioni della sicurezza interna degli Stati; riconfermarsi come blocco militare nucleare nonostante la retorica del disarmo nucleare, prevedendo l’uso dell’arma nucleare in attacchi militari; sviluppare ancora di più il complesso industriale militare e la ricerca militare ed esigere da tutti i suoi membri un aumento delle spese militari; includere nelle proprie missioni azioni di ingerenza diretta e occupazione sotto il mantello delle missioni di interposizione e mantenimento della pace; proseguire nella strumentalizzazione dell’ONU nel perseguimento dei propri obiettivi e approfondire il proprio ruolo di braccio armato dell’imperialismo.

L’imperialismo sembra essere imbattibile, ma non lo è. Come sta a dimostrare la realtà, i grandi pericoli risultanti dalla risposta di forza dell’imperialismo alla crisi del capitalismo si confrontano con la lotta progressista e rivoluzionaria dei popoli. In vari punti del mondo i popoli prendono nelle loro mani la difesa dei loro diritti e della sovranità e indipendenza dei loro paesi, resistono nelle forme più diverse e impongono rovesci alla strategia di dominazione imperialista.
In tal senso, ed esprimendo la nostra profonda convinzione che, per mezzo della lotta, è possibile sconfiggere la NATO e suoi propositi bellicisti e militaristi, è possibile costruire un futuro di pace, progresso e giustizia sociale, in cui ogni popolo possa decidere liberamente del suo destino, inseparabile dalla lotta per il socialismo, noi, i Partiti Comunisti e Operai firmatari di questa dichiarazione:

– Esigiamo la fine della corsa agli armamenti, il disarmo nucleare a cominciare dalle maggiori potenze nucleari del Mondo come gli USA, la completa distruzione delle armi chimiche e biologiche, la fine delle basi militari straniere.

– Chiamiamo i lavoratori e i popoli di tutto il mondo, le forze progressiste e di sinistra, il movimento operaio e le altre organizzazioni sociali a mobilitarsi e a rafforzare la lotta per la pace, contro la guerra e la NATO. Riaffermiamo il nostro appoggio di sempre al movimento per la pace. Esprimiamo il nostro augurio al Consiglio Mondiale della Pace per il suo 60° anniversario e per la sua campagna contro la NATO.

– Dichiariamo la nostra intenzione di celebrare il 65° anniversario della vittoria sul nazifascismo come importante giornata di lotta per la pace e contro la monumentale distorsione della Storia che cerca di rimuovere il ruolo centrale dei comunisti nella liberazione dei popoli dal giogo nazifascista e di equiparare il nazismo con il comunismo.

– Riaffermiamo la nostra solidarietà ai popoli che resistono alle occupazioni, aggressioni e ingerenze dell’imperialismo e che conducono dure battaglie per la propria autodeterminazione e indipendenza, in particolare ai popoli del Medio Oriente, come i popoli palestinese, libanese e siriano, e dell’Asia Centrale. Esigiamo il ritiro immediato di tutte le truppe dall’Iraq e dall’Afghanistan e di tutti gli altri interventi imperialisti nel Mondo.

– Esigiamo lo scioglimento della NATO e appoggiamo il diritto sovrano dei popoli a decidere di svincolare i propri paesi da questa alleanza aggressiva. Riaffermiamo la nostra opposizione frontale alla militarizzazione dell’Unione Europea e alla sua politica militarista e interventista, all’allargamento della NATO e all’installazione del nuovo “sistema anti-missili” degli USA e della NATO in Romania e Bulgaria. Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo di Cipro (Greco-Ciprioti e Turco-Ciprioti) e la sua lotta contro l’occupazione turca e per la riunificazione della patria, per una soluzione giusta del problema cipriota.

– Esigiamo la fine delle provocazioni e ingerenze in America Latina e Caraibi. Esprimiamo la nostra solidarietà con Cuba Socialista e con i popoli, le forze politiche e i governi nazionali a carattere democratico, progressista, popolare e antimperialista della regione come quelli del Venezuela Bolivariano, della Bolivia, dell’Ecuador e del Nicaragua. Esigiamo la liberazione dei cinque patrioti cubani, ingiustamente reclusi negli Stati Uniti. Riaffermiamo il nostro appoggio alla lotta del popolo honduregno per la democrazia e contro il regime golpista e per il diritto a decidere del suo futuro. Esigiamo il ritiro della Quarta Flotta nordamericana diretta contro l’America Centrale e del Sud, la chiusura delle basi militari degli USA nella regione, in particolare quelle di Guantanamo e della Colombia. Denunciamo l’intervento militare degli USA ad Haiti e reclamiamo il carattere civile della missione delle Nazioni Unite in questo Paese. Ci pronunciamo perché le azioni di solidarietà e cooperazione con il popolo haitiano contribuiscano al rafforzamento dello Stato nazionale indipendente e allo sviluppo economico e sociale del Paese.

– Esprimiamo la nostra solidarietà ai popoli dell’Africa nella loro lotta per il diritto allo sviluppo e al popolo del Sahara Occidentale per il diritto alla sua autodeterminazione. Esigiamo la fine della militarizzazione e dell’ingerenza imperialista nel continente, in particolare sulle coste della Somalia, in tutta la regione del Corno d’Africa, nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan. Riaffermiamo il nostro impegno a condurre la lotta contro il comando militare nordamericano nel continente (AFRICOM).

– Esprimiamo il nostro appoggio al movimento della pace, al movimento sindacale di classe, della gioventù, delle donne e a varie altre organizzazioni che in Portogallo stanno attivando la Campagna per la Pace e contro la NATO. Assumiamo l’impegno a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per assicurare il sostegno e la mobilitazione in vista delle azioni di lotta contro la NATO e la sua nuova concezione strategica previste per il mese di novembre di quest’anno in Portogallo.

Lisbona, 14 marzo 2010

I partecipanti alla Riunione del Gruppo di Lavoro dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, primi firmatari di questa risoluzione comune

Partito Comunista Portoghese
Partito Comunista Sudafricano
Partito del Lavoro del Belgio
Partito Comunista del Brasile
Partito Comunista di Boemia e Moravia
Partito del Popolo Lavoratore di Cipro (AKEL)
Partito Comunista di Cuba
Partito Comunista di Spagna
Partito Comunista di Grecia
Partito Comunista dell’India (Marxista)
Partito Comunista dell’India
Partito Comunista Libanese
Partito Comunista della Federazione Russa