Carla Del Ponte: “Per ora prove solo a carico dei ribelli sulle armi chimiche in Siria”

di Roberto Sidoli, Massimo Leoni, Daniele Burgio

armi chimiche mediorienteDomenica 5 maggio 2013, Carla del Ponte, il magistrato svizzero ex procuratore del Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia dal 1999 al 2007, aveva già rovesciato il convincimento dell’opinione pubblica mondiale sottolineando che ad utilizzare le armi chimiche, a partire dal letale “gas sarin”, in Siria, erano stati gli insorti e non gli uomini fedeli al regime di Bashar al Assad. Ad oltrepassare quindi il limite invalicabile (la famosa “red line”) di cui aveva parlato più volte Barack Obama, minacciando una reazione se ad usare le armi chimiche fosse stato Assad, sarebbero state invece le forze dell’opposizione. “Stando alle testimonianze che abbiamo raccolto – ha detto la Del Ponte, parlando ai microfoni della RSI (Radio della Svizzera Italiana) – i ribelli hanno usato armi chimiche, facendo uso di gas sarin, anche se le indagini sono ancora da portare a termine”.

Del Ponte ha spiegato che le prove sono state raccolte dagli “investigatori”, Onu, “sul posto nei paesi limitrofi, che hanno interrogato le varie vittime e i medici degli ospedali”. L’ex magistrato elvetico ha confermato di aver, “visto in un ultimo rapporto della settimana scorsa che ci sono concreti sospetti, se non ancora prove inconfutabili, che è stato usato del gas sarin, per come le vittime sono state curate”, e, “questo utilizzo è stato fatto da parte degli opponenti…dei ribelli e non dalle autorità governative”. Del Ponte punta il dito non tanto sui siriani anti-Assad ma contro le frange qaediste sottolineando che, “il fatto non ci sorprende perché negli opponenti si sono infiltrati combattenti stranieri”.

Fonte: F. Sebastiani, “Siria: le armi sono dei ribelli”, 6 maggio 2013, in www.controlacrisi.org