Lettera di padre Daniel Maes
Qara, 3 marzo 2017
Dalla vita della Comunità
Durante la prima metà della settimana scorsa abbiamo ancora sofferto per la grande ondata di freddo con il brutto risultato che i tubi dell’ acqua si sono congelati nel nuovo edificio. Per voi notizie consuete, ma per noi ogni volta una brutta sorpresa. Un ospite dal Libano che soggiornava per due giorni con noi, prima di trasferirsi a Aleppo per portare aiuto, abbiamo dovuto farlo dormire nel refettorio vicino alla stufa a legna, per evitare che partisse congelato. La seconda metà della settimana il tempo si è fatto più clemente con mattinate soleggiate. Abbiamo avuto un altro ospite, un giovane francese che è venuto una settimana per prepararsi al battesimo. Abbiamo fatto con lui i primi passi nella fede. Per noi, che abbiamo ricevuto la fede cristiana dalla nascita era una situazione sconosciuta: un semplice uomo dell’occidente, senza nessuna resistenza contro la fede cristiana ma anche senza alcuna conoscenza, né dai suoi genitori, né dalla sua educazione, né dal suo ambiente. Lui stesso risponde in modo laconico: “c’est la France”. Ma la Francia non era “la figlia maggiore della Chiesa” ? Infine, l’ultima sera prima della sua partenza l’ abbiamo festeggiato con affetto. Volevamo fare “les crèpes” con i frati su un fuoco di legna. Già la preparazione era un grande divertimento come anche la cena stessa: les crèpes erano abbastanza bruciate ma …commestibili.