L’inganno degli Usa e il “change” che i siriani non hanno mai chiesto

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E’ probabile che all’opinione pubblica occidentale non sappia ancora oggi cos’è successo realmente in Siria in questi anni. Ecco il “change” che aspettava la Siria.

Mi sono appassionato delle vicende siriane perché ho conosciuto l’esperienza delle monache trappiste di Azeir in Siria, circostanza avvenuta all’inizio del conflitto. E’ stata suor Annunciata del monastero di Valserena a raccontarmi per la prima volta la sua esperienza in una terra dove la gente ha percezione del sacro nel quotidiano, un fatto di per sé rivoluzionario. Lo sfondo era uno stato in cui la democrazia era in evoluzione ma che permetteva a tutti piena libertà di culto.

Poi è accaduta la cosa peggiore che poteva accadere: una rivoluzione che distrugge la memoria. Le miei amiche monache trappiste hanno sempre sottolineato l’illogicità di quando stava avvenendo, intervenendo anche pubblicamente: lo hanno fatto perché ancora oggi tutti contano i morti causati dai governativi, ma trascurano che i ribelli per prima cosa hanno aggredito il fondamento di una sensibilità umanamente visibile, cioè l’unica possibilità per il popolo, di costringere pacificamente il potere ad essere vero ed autentico.

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