Imponente mobilitazione dei lavoratori pubblici in Portogallo

di AC, Solidarité Internationale | Traduzione a cura di Marx21.it

 

portogallo lavoratoripubbliciSono stati 180.000 i lavoratori della funzione pubblica che hanno risposto il 12 novembre all’appello del Fronte comune dei sindacati dell’Amministrazione pubblica per protestare contro il nuovo piano di austerità approvato dal Parlamento in accordo con la “troika” BCE-Unione Europea-FMI.

 

Il governo socialista fu responsabile dei primi quattro piani di austerità che hanno già congelato salari e pensioni sociali, avendo aumentato le imposte più ingiuste come la TVA e lanciato vasti programmi di privatizzazione che toccano in particolare l’impresa nazionale di elettricità (EDP), dei trasporti (CP) e le Poste (Correios).

 

Per quest’ultima versione, la nuova maggioranza di destra, eletta a giugno, ha beneficiato naturalmente del sostegno del Partito socialista che si è astenuto.

 

Il nuovo piano prevede la diminuzione dei salari e delle pensioni dei funzionari con la soppressione delle liquidazioni, l’aumento di mezz’ora dell’orario di lavoro per tutti, l’aumento dell’imposta sulla maggior parte dei prodotti di prima necessità e ancora la diminuzione drastica dei bilanci per l’Educazione e la Sanità.

 

Al di là della partecipazione, la riuscita della mobilitazione è dovuta all’unità sindacale nell’azione tra la CGTP-IN, vicina ai comunisti, e la UGT, tradizionalmente vicina ai socialisti, raggiunta sulle posizioni della CGTP. Fino ad ora la CGTP aveva dovuto limitarsi ad appelli all’unità d’azione e a mobilitare le sue sole forze per le giornate di sciopero, mentre la UGT aveva privilegiato il “dialogo sociale” con il potere.

 

Il 12 novembre sono stati centinaia di migliaia i lavoratori della funzione pubblica che hanno sfilato, tutte le categorie insieme: funzionari del potere centrale e locale, giovani a contratto precario, professori, infermieri, personale ospedaliero. Anche i militari hanno partecipato alla giornata di mobilitazione, con un corteo a parte.

 

La giornata di mobilitazione ha rappresentato un banco di prova per quella dello sciopero generale del 24 novembre convocato dalla CGTP-IN, a cui si è unita la UGT per lottare contro il “patto di aggressione” stipulato tra la destra, il Partito socialista e l’Unione Europea.

 

Come ha sottolineato Ana Avoila, coordinatrice del Fronte comune dei sindacati dell’Amministrazione pubblica: “E’ solo con la lotta organizzata che riusciremo a mettere in scacco questa offensiva. La lotta è inevitabile”.

 

I comunisti che mantengono un legame organico con il sindacato CGTP-IN hanno pienamente contribuito al successo della mobilitazione, partecipando alla sua costruzione a partire dai luoghi di lavoro.

 

In testa al corteo del PCP, il segretario generale del Partito, Jéronimo de Sousa, ha definito la manifestazione “la magnifica risposta dei lavoratori all’ideologia della fatalità, del conformismo e della rassegnazione, una straordinaria dimostrazione di ciò che sarà il grande sciopero generale del 24 novembre”.

 

Ha aggiunto che “i lavoratori dell’Amministrazione pubblica sono stati oggetto di un attacco contro la loro dignità, i loro diritti, ma non possono essere separati dai lavoratori del privato, perché con il suo patto di aggressione il governo vuole toccare anche tutti gli altri settori che vivono delle rimesse del proprio lavoro”, esortando tutti i lavoratori a partecipare allo sciopero generale.

 

Come in Grecia, la mobilitazione organizzata dei lavoratori sta crescendo vigorosamente anche in Portogallo e riunisce strati sempre più larghi della popolazione su obiettivi chiari: il rifiuto dell’austerità, da cui deriva la politica di attacco sociale che il consensus europeista dominante vuole imporre ai popoli.

 

In Grecia come in Portogallo, ci sono i comunisti all’avanguardia del movimento e contribuiscono a dargli un vigore e una prospettiva politica che permettano di superare le politiche di destra, qui e ora, nella lotta!