Lezioni ideologiche dalla crisi del coronavirus

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Articolo di Christos Christofides, membro dell’Ufficio Politico di AKEL

Tradotto da Lorenzo Battisti

Riprendiamo questo articolo apparso sul giornale di Akel perché pensiamo rappresenti un primo bilancio di questa crisi sanitaria che il mondo sta vivendo. A uccidere non è solo il virus, ma anche e soprattutto i letti mancanti, la mancanza di medici e infermieri, il denaro sperperato nelle strutture private. Invitiamo tutti i compagni alla lettura e alla diffusione.

Cipro e l’umanità stanno affrontando una crisi senza precedenti almeno da qualche decennio a questa parte.

Con questa crisi è emersa una nuova situazione e sono emersi fatti nuovi e come umanità stiamo traendo lezioni. Queste lezioni saranno importanti per la nostra stessa sopravvivenza. Dovremmo ricordarle anche dopo che la crisi del coronavirus sarà passata.

Abbiamo tutti scoperto l’enorme importanza della pianificazione centrale per una società. Tutti noi chiediamo ai nostri governi di elaborare e attuare un piano globale per la società senza il quale la crisi non può essere affrontata.

Più completo è il piano, meglio è. È evidente che di fronte a questa crisi nessuno è venuto a sostenere – nemmeno i ben noti circoli neoliberali estremi, a parte forse l’avventatezza omicida del neoliberale Johnson in Gran Bretagna – che ciò che ci salverà è la deregolamentazione, che questi circoli chiamano “libertà”, così come l’iniziativa di ogni singolo individuo. Nessuno sostiene che senza un piano centrale e se ci si affida semplicemente alla propria volontà e alla propria motivazione, la sopravvivenza sarà assicurata.

E poiché siamo assolutamente certi che molto presto, dopo la crisi del coronavirus, cominceranno le grida che chiedono la completa deregolamentazione di tutto e su come, presumibilmente, il sistema si autoregola, sarebbe bene ricordare questa potente lezione: la grande importanza della pianificazione centrale per una società.

La seconda lezione da trarre dalla crisi è l’enorme importanza di avere uno stato forte ed efficace. Tra le misure prese Domenica, è stata annunciata anche un’iniezione di 100 milioni di euro nel settore sanitario. Negli ultimi anni il governo di Anastasiades ha imposto una serie di tagli al settore sanitario. Tutti noi chiediamo misure più forti che gli operatori sanitari pubblici, i servizi statali, la polizia e altri servizi sono chiamati ad attuare. Dobbiamo ricordare tutto questo quando, dopo la crisi, inizieranno tutti i grandi discorsi che chiedono un intervento statale minore o minimo, quando si parlerà del fatto che il settore privato, che può gestire le cose senza alcun intervento statale, e che il denaro stanziato per la costruzione delle strutture e delle infrastrutture necessarie nel nostro Stato, andrà presumibilmente sprecato. Lo Stato come espressione collettiva della società – nella misura in cui può e funziona efficacemente – assicura (in questo caso, letteralmente) la nostra stessa sopravvivenza.

La solidarietà, la cooperazione, il sostegno reciproco sono valori senza i quali nessuna società può sopravvivere, come anche il sostegno alle fasce più vulnerabili e deboli della popolazione. Dobbiamo ricordarlo quando, subito dopo la crisi, forze e circoli specifici proclameranno il denaro, il profitto e “ognuno per sé” come valore supremo. Non ci può essere persona al di fuori della società. L’umanità non può esistere senza una coscienza collettiva e una cooperazione. Oggi, di fronte a questa situazione senza precedenti, siamo consapevoli di questa realtà.

Tutti noi riteniamo che la crisi del coronavirus può e deve renderci più saggi. È importante trarre lezioni e non dimenticare queste verità subito dopo la crisi, perché ci saranno sempre delle sfide per le nostre società. Più siamo preparati, più siamo corretti e consapevoli, meglio è.

Il bene e l’interesse comune devono prevalere su tutto il resto.