Difesa Nazionale e Forze Armate: affermare la sovranità e l’indipendenza nazionali

pcp bandiera closeupdi Rui Fernandes

da “O Militante”, rivista teorica del Partito Comunista Portoghese, n° 355 luglio-agosto 2018

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il contributo di Ruiz Fernandes è reperibile anche nella rubrica “i comunisti e la questione nazionale”

L’affermazione di un Portogallo libero e sovrano e di un’Europa di pace e cooperazione, con una nuova politica che rompa con la collusione e la sottomissione agli orientamenti dell’Unione europea (UE), attraverso la rinegoziazione del debito e la liberazione dalla sottomissione all’euro e ala NATO, nel contesto di un’azione determinata per la difesa intransigente degli interessi nazionali, è uno dei pilastri della politica patriottica e di sinistra che difendiamo.


Una politica che va nella direzione opposta alla politica di destra perseguita dai governi che si sono succeduti, incluso l’attuale governo, che rimangono legati agli interessi esterni, il che è particolarmente visibile per quanto concerne tutte le questioni riguardanti la politica di difesa. A tale riguardo, la molteplicità delle dichiarazioni dei funzionari della NATO e dell’UE, e la loro insistenza per più struttura, più mezzi e aumento della spesa militare, è stata assecondata dai responsabili nazionali.

L’accelerazione dell’UE federalista

L’UE, nel quadro della fuga in avanti nel processo federalista, ha impresso un’accelerazione, pur tra contraddizioni, alle dinamiche che tendono all’esercito comune. L’impulso dato alla cosiddetta “cooperazione strutturata permanente” è un esempio molto indicativo, così come il rafforzamento delle dotazioni finanziarie dell’UE per le questioni militari. Ciò che vi sta dietro è lo sviluppo di progetti militari e la specializzazione delle forze armate dei paesi membri, insieme alla creazione di un quartier generale e l’aumento delle spese militari dei paesi fino al 2% del PIL, in accordo con gli obiettivi statunitensi. Il tutto, come viene affermato, con un ruolo complementare alla NATO.

La relazione sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) del novembre 2016 riassume i vari assi di attuazione, sia in relazione alla vitalità o alla necessità di un più vigoroso progresso nelle misure assunte dall’Europa, sia in relazione alla collaborazione con la NATO. In questo contesto, nella parte relativa ad una PSDC più forte, si sottolinea che ‘l’istituzione di una cooperazione strutturata permanente (articolo 42, comma 6 del trattato UE) svilupperà la propria difesa e una struttura permanente per l’auto-difesa … ‘. Si fa riferimento anche “alla necessità di rafforzare la componente militare della PSDC (…) e di aumentare il sostegno finanziario”. In tale contesto, si sottolinea che la PSDC deve “basarsi su un solido principio di difesa collettiva e finanziamenti efficaci … in piena complementarietà con la NATO” e incoraggia gli Stati membri a “realizzare gli obiettivi della NATO in termini di capacità, il che richiede un livello minimo di spesa per la difesa del 2% del PIL”.

Il governo può ben continuare a negare e il PSD e il CDS/PP a nascondere ciò che hanno voluto e votato.

Il perchè delle preoccupazioni atlantiste

Facendo finta di non rendersi conto che il rafforzamento federalista dell’Unione europea è indissolubilmente legato agli interessi degli Stati Uniti e della NATO, ma consapevoli delle contraddizioni che questo processo racchiude, i settori atlantisti nazionali si agitano e si rallegrano per i cambiamenti nella NATO, che traducendosi in maggiore strutturazione, possono portare a più vincoli nazionali. Per molti di questi settori, l’ancoraggio alla NATO è buono, ma già suscita dubbi per quanto riuarda l’UE. Ed è così che scrive Mário João Fernandes: “L’incontro dei ministri della difesa NATO che si è concluso ieri a Bruxelles ha deciso di invertire la logica della riduzione dei comandi della NATO. Verranno creati due nuovi comandi: una logistica per garantire il movimento delle forze via terra in Europa (…); e un nuovo comando navale per garantire che le rotte del Nord Atlantico rimangano praticabili”. E aggiunge: “Nei corridoi del quartier generale NATO è nota la volontà della Germania di ospitare il nuovo comando terrestre e si ritiene che il nuovo comando navale dovrà essere affidato un alleato esperto,” e finisce suggerendo che il Portogallo “avvii una campagna politica e diplomatica per assicurare il ritorno di un comando della NATO a Oeiras, dove stava fino al 2012 ». (1).

Intervenendo “In difesa dell’alleanza euroamericana,” João Carlos Espada cita la dichiarazione del capo militare britannico, che fa riferimento all’incapacità britannica di far fronte al massiccio investimento militare russo, e menziona la rivista The Economist per citare l’affermazione di uno dei suoi editoriali: “Se l’America permetterà alla Cina e alla Russia di stabilire un’egemonia regionale, allora darà loro il via libera per perseguire i loro interessi con la forza bruta”.

Proseguendo, J. C. Espada riferisce di aver recentemente sentito “un alto funzionario europeo citare positivamente la Cina tre volte in un discorso pubblico di 20 minuti – nel quale ha ripetutamente condannato il “nazionalismo “in Europa e nell’America di Trump”. E ha aggiunto: “Diciamolo chiaramente: l’idea di sostituire l’alleanza euro-atlantica con un’alleanza euro-cinese non è solo una completa follia, ma sarebbe una sottomissione”. (2)

Anche l’Ammiraglio Melo Gomes, afferma in un articolo che, rispetto alla riconquista di importanza dell’Atlantico, i cambiamenti in corso attestano l’errore di NATO / USA che hanno chiuso, nel 2012, il Joint Command Lisbon (3) e che questa decisione riflette “l’oblio dei teorici classici che postulano che la geografia è la madre della strategia e che, quindi, sopravvive sempre alla congiuntura”. E continua dicendo che “è molto importante affermare la nostra disponibilità a svolgere un ruolo sempre più importante in questa ristrutturazione dei comandi della NATO …”. E insiste: “se non oartecipiamo al gioco non possiamo vincere”'(4). L’Ammiraglio Melo Gomes non ritiene che la sostituzione del comando di Oeiras (così detto per semplificare), mettendo al suo posto il comando della forza multinazionale StrikeforNATO (5), miri in sostanza agli stessi obiettivi, ad esempio ad una maggiore aggregazione della Spagna alla struttura militare e alla struttura delle forze della NATO. E ‘anche utile ricordare che fu Silva Santos, del mistero della difesa nazionale (MDN) del governo Socrates a dire, per quanto riguarda il mantenimento delle installazioni della NATO nel paese, nel contesto delle ristrutturazioni dell’Organizzazione, che la cosa importante sia stata quella di avere una bandiera issata. E questa è rimasta al suo posto.

La geografia è in realtà senza tempo, come dice l’Ammiraglio, ma non è il determinismo geografico che decide i processi, ma piuttosto gli interessi che si muovono in ogni momento.

La NATO secondo i suoi responsabili

È importante registrare ciò che i funzionari della NATO hanno da dire sul processo in corso di sviluppo all’interno della NATO. Recentemente, il generale Denis Mercier (francese), ha optato per Lisbona per ricevere il comitato militare della NATO, e non il suo quartier generale a Norfolk, per dare in tal modo rilievo al Centro di informazione e sicurezza militare (JALLC) (6) con sede in Portogallo. In questo contesto, il generale Mercier ha detto che la NATO “ha bisogno di forze flessibili (7). Sulla creazione di un nuovo comando della NATO dell’Atlantico ha detto che sarà posizionato in Germania, con l’obiettivo” di attuare ciò che noi chiamiamo il Comando congiunto di retroguardia per il supporto logistico alle operazioni “, in cui l’informazione e il monitoraggio di ciò che si sviluppa in questo spazio consenta una rapida risposta. E, d’altro lato, è stata annunciata “la creazione di un comando navale che sarà responsabile per gli affari marittimi”, che sarà sviluppato dagli Stati Uniti e il cui nome e posizionamento devono ancora essere definiti. Cioè, ciò che si sta sviluppando è un perfezionamento delle responsabilità del Comando alleato delle operazioni e del comando alleato della trasformazione. In questa operazione di adattamento, l’enfasi fondamentale è posta”sulla relazione tra la struttura di comando della NATO, che è gestita dalla NATO, e la struttura della forza della NATO, rappresentata dalle nazioni” (8). E sulla necessità di un comando atlantico, il generale ha detto che l’Organizzazione ha già un comando marittimo, ma “in caso di conflitto, avremmo bisogno di rafforzarci con strutture, principalmente nel continente americano, per proteggere le linee di comunicazione marittima”. Ha aggiunto “questo nuovo comando sarà insediato in una nazione modello, includendo alcuni elementi della struttura della NATO, e assumerà il controllo marittimo in caso di escalation della crisi. Ecco perché dobbiamo coprire non solo le acque che sono nel nostro territorio, ma anche quelle di tutto l’Atlantico ». Si può notare quindi ciò che deve essere perfezionato: una serie di cerchi che si intersecano, con il controllo statunitense diretto o indiretto in funzione dei propri relativi interessi, in alcuni casi tramite la NATO tout court, in altri in forma più coperta.

Alla domanda sugli effetti della Brexit, il generale Mercier ha minimizzato, sottolineando che il 2° comandante della NATO in Europa, visto come capo delle forze dell’UE, dovrebbe rimanere britannico. Si tratta di una risposta lapidaria per diversi aspetti. Infine, sull’interesse del Portogallo a ospitare il quartier generale del comando marittimo, il generale ha affermato che “ci sono molte altre aree nelle quali il Portogallo può contribuire”. Il generale Petr Pavel (ceco), presidente del Comitato militare della NATO, ha affermato che “gli alleati dovrebbero concentrarsi sui cosiddetti” tre c” (9), vale a dire “spendere di più per acquistare le capacità di cui abbiamo bisogno per soddisfare i nostri impegni. L’ “ordine” è stato dato. Non ci si deve far distrarre dalle divagazioni. Ciò che è necessario è aumentare la spesa militare, ottenere ciò che è necessario (alla NATO). D’altra parte, è evidente che, nelle questioni militari, il processo federalista europeo, tra molte contraddizioni, non rovescia gli obiettivi della NATO/USA. È fondamentale non separare tutti questi cambiamenti dalla strategia di difesa nazionale statunitense annunciata nella seconda quindicina di gennaio, che ribadisce il suo focus su Asia-Pacifico, Europa e Medio Oriente, accompagnata da un budget militare che, rispetto al 2017 , può contare su oltre 80 miliardi di dollari.

In linea rispetto alle richieste di spesa militare si è schierato il Segretario generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, che ha esortato il Portogallo a raggiungere il 2% del PIL. (10)

Il Governo del Partito Socialista è quello di sempre nella politica di difesa

Di fronte alla citata dichiarazione del Segretario generale della NATO, anche il MDN Azeredo Lopes, presente, ha sostenuto questo obiettivo: “Il Portogallo ha assunto un impegno del 2% e lo realizzerà”. Vale a dire che il MDN non si è limitato solo a una postura servile, ma ha avviato anche un percorso che si era già percepito essere suo, ma che è divenuto chiaro: il percorso delle affermazioni a geometria variabile. In effetti, in data precedente, il ministro della difesa nazionale aveva dichiarato: “parlare del 2% del PIL per il Portogallo è assurdo se facciamo un confronto con altri paesi”. (11)

Dal momento che non ci aspettiamo nulla di diverso dalle scelte del Partito Socialista sulla politica di difesa, è sempre utile notare che in un articolo congiunto firmato dal Ministro della Difesa Nazionale e dal Ministro degli Affari Esteri si sottolinea che “la NATO è, storicamente e ora, una parte rilevante del nostro modo di concepire la Difesa nazionale, parte del suo codice genetico.” (12). In materia di genetica si può sempre dire che è la conseguenza del codice genetico che le classi dominanti del nostro paese hanno sottomesso a interessi spuri.

Prosegue così il percorso intrapreso dai governi che si sono succeduti nel corso di 40 anni, in particolare negli ultimi 20 anni, per quanto riguarda la prevalenza delle missioni esterne, il degrado delle condizioni sociali e materiali dell’esercito e quello delle risorse umane e delle attrezzature per rispondere alle missioni costituzionalmente stabilite, governo della sovrastruttura con la conseguenza di un marcato degrado dei valori che cementava la relazione tra i militari. Non c’è mistificazione o propaganda che rimuova questa realtà. In effetti, il recente annuncio del MDN sugli obiettivi per il 2018 conferma pienamente tutto ciò. (13)

La difesa della sovranità e degli interessi nazionali come gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione, sono sempre più la questione centrale del nostro tempo.

La democrazia che il popolo portoghese ha conquistato con la Rivoluzione di Aprile comporta una dimensione politica, economica, sociale e culturale inseparabile. Gli attacchi alla democrazia perseguiti dalla politica di destra riguardano tutte queste dimensioni, compresi i limiti alla sovranità nazionale e all’indipendenza. Più democrazia inevitabilmente significa meno legami con i progetti dell’UE e della NATO.

Con il Partito Comunista Portoghese una politica patriottica e di sinistra. Una politica di pace

La realtà in Europa e nel mondo è espressione delle conseguenze dell’approfondimento della crisi strutturale del capitalismo. Lavoratori e popoli sono vittime di attacchi ai diritti sindacali, sociali e politici. Continuano gli attacchi alla democrazia e alla sovranità, l’interferenza imperialista negli stati e nei popoli sovrani e indipendenti. Si è aperto il campo alla crescita delle forze razziste, xenofobe e fasciste. I conflitti del mondo si intensificano nel quadro di una crescente deriva militarista delle principali potenze della NATO. L’UE è precipitata in una profonda crisi economica e sociale. Questa crisi, a sua volta espressione della crisi del capitalismo, ha origine nelle politiche e negli orientamenti dell’UE, rendendola una crisi della stessa UE. Ora è più chiaro che il progetto UE non ha giovato ai popoli europei.

Per il PCP è urgente “rompere con le dipendenze esterne, ridurre i deficit strutturali e riguadagnare lo sviluppo sovrano. Ciò richiede la rinegoziazione del debito in termini di tempo, interessi e importi, interventi per smantellare l’Unione economica e monetaria e lo studio e la preparazione per l’uscita del paese dall’euro, al fine di recuperare gli strumenti centrali dello Stato sovrano (monetario, di bilancio, di cambio); l’eliminazione dei vincoli strategici con il controllo pubblico di settori come quello bancario ed energetico. Affermare la sovranità e l’indipendenza nazionali, in un’Europa di cooperazione di stati sovrani e uguali nei diritti, del progresso sociale e della pace tra i popoli, rompendo con la connivenza e la sottomissione verso l’Unione europea e la NATO ». (14)

La politica patriottica di sinistra difende lo sviluppo economico armonioso, il progresso sociale dei popoli, la partecipazione democratica, il rispetto della sovranità nazionale, l’uguaglianza tra gli Stati, la pace e la solidarietà internazionale, come valori fondamentali, basi per nuove modalità di cooperazione in un’Europa dei lavoratori e dei popoli: un’Europa sociale e di coesione, la solidarietà e lo sviluppo sostenibile con più posti di lavoro e diritti dei lavoratori e dei cittadini; un’Europa aperta al mondo e alla pace, un’Europa di solidarietà e relazioni esemplari con i paesi terzi meno sviluppati.
La complessa situazione internazionale e la riaggregazione delle forze che la caratterizza evidenziano “la necessità di sviluppare una politica estera portoghese dinamica e versatile, adattata alla nuova realtà delle relazioni tra stati, che si adopera per la distensione delle relazioni internazionali, la fine della logica della confronto, per la soluzione politica e diplomatica dei conflitti e per il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite “. (15)

Niente può obbligare il Portogallo ad alienare la propria indipendenza e sovranità nazionale. Il Portogallo ha, per le sue risorse naturali, la sua posizione geografica, la sua storia, le sue condizioni naturali uniche e il suo clima, il bene più grande che possiede: la sua gente, con una cultura quasi millenaria, la conoscenza accumulata e l’esperienza storica della difesa di indipendenza nazionale e sovranità – molte potenzialità per lo sviluppo e l’affermazione a livello internazionale di un paese che difenda cooperazione, solidarietà, pace e progresso reciprocamente vantaggiosi. Questo sarà il più grande contributo del popolo portoghese per un’Europa e un mondo di pace, cooperazione e amicizia tra i popoli.

Note:

(1) Journal i, 10NOV2017.
(2) Público, 29GEN2018.
(3) Comando congiunto della NATO a Lisbona, con sede a Oeiras.
(4) Expresso, 3FEB2018.
(5) Forze di attacco navale e di supporto NATO
(6) L’obiettivo di JALLC è promuovere l’analisi dei dati e accrescere l’uso dell’intelligenza artificiale, creando banche dati sulle lezioni identificate, creando un portale con accesso a tutti i database, che si coordini con quelli di altre strutture, come l’UE
(7) Diário de Notícias, 27FEB2018.
(8) General Mercier, intervista con Rádio Renascença, 26FEB2018.
(9) Tre c, dall’inglese Cash, Capabilities, Commitments.
(10) Conferenza stampa congiunta con l’MDN del Portogallo, 26 gennaio 2016
(11) TVI, 7GIU2017.
(12) Público, 25GEN2018.
(13) Diário de Notícias, 16ABRIL2018
(14) Programma elettorale PCP “Politica patriottica e sinistra”, pag. 21.
(15) Idem, p. 81.