La loro democrazia

1917 soldatidi João Ferreira, parlamentare europeo del Partito Comunista Portoghese | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Una mostra segnala il centenario della Rivoluzione d’Ottobre. Evoca il suo significato e la sua profonda portata. Rende conto dei progressi liberatori che essa ha reso possibili. Afferma la validità e l’attualità dell’ideale che l’ha ispirata. Ideale che ispira, anche oggi, la lotta dei lavoratori e dei popoli di tutto il mondo, per la costruzione di una società nuova, libera da tutte le forme di sfruttamento e di oppressione.

La mostra è stata portata al Parlamento Europeo dai deputati del Partito Comunista Portoghese (PCP). L’istituzione e i suoi dirigenti, rappresentanti del vecchio e iniquo ordine, la cui transitorietà l’Ottobre aveva confermato, con un deplorevole atto di censura hanno tentato di impedire la realizzazione dell’esposizione. La sua esibizione nello spazio richiesto (spazio dove sono regolarmente esposte diverse mostre) non è stata autorizzata.

La mostra è stata infine esposta nella sala delle riunioni del Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, che ha solidarizzato con i deputati del PCP e ha denunciato pubblicamente la censura e l’attacco alla libertà di espressione.

Nella dinamica del Parlamento Europeo questa è, ovviamente, una mostra controcorrente. In questi giorni, diverse sono state le manifestazioni di ostilità verso la Rivoluzione d’Ottobre. Grottesche operazioni di manipolazione, travisamento e riscrittura della storia sono state attuate, con ampia diffusione. I loro promotori sono gli stessi che non esitano a cercare di far tacere le voci dissonanti, di ridurre la libertà di espressione, riducendo a una presa in giro il cosiddetto pluralismo.

Pochi giorni prima del rifiuto dell’esibizione della mostra sulla Rivoluzione d’Ottobre, il Parlamento Europeo aveva annunciato l’attribuzione del “Premio Sakharov per la libertà di pensiero” all’ “opposizione democratica venezuelana”.

Tra i premiati ci sono figure come Leopoldo López, Antonio Ledezma e Lorent Saleh.

Leopoldo López aveva partecipato attivamente al colpo di Stato del 2002, contro il presidente Hugo Chávez e la Costituzione del 1999. Nello scorso giugno ha fatto appello a un nuovo colpo di Stato, incoraggiando settori militari a prendere il potere. Il suo curriculum include anche il coinvolgimento in presunti schemi di corruzione e finanziamento illegale del partito che ha fondato con Julio Borges (un altro dei candidati per il premio), “Primero Justicia”.

Antonio Ledezma, un’altra importante figura dell’opposizione venezuelana coinvolta nel colpo di Stato del 2002, aveva sostenuto pubblicamente la brutale repressione che si era abbattuta sul popolo di Caracas, al tempo del “Caracazo”, nel 1989, sotto il governo di Andrés Pérez, in risposta alla lotta nelle strade contro l’aumento dei prezzi dei beni essenziali. Repressione che aveva provocato tra  300 (numeri ufficiali) e 3.000 morti (il numero stimato delle persone scomparse). Nel 1992, come Governatore del Distretto Federale di Caracas, aveva giustificato la repressione nel carcere di Retén de Catia, dopo il golpe fallito di Hugo Chávez, in conseguenza della quale centinaia di prigionieri furono assassinati.

Lorent Saleh, presentato come leader studentesco e difensore dei diritti umani, è collegato con movimenti di estrema destra e con gruppi paramilitari colombiani. Nel 2014 era stato espulso dalla Colombia per “ragioni di sicurezza”. Consegnato alle autorità venezuelane in seguito fu arrestato per la sua partecipazione a manifestazioni violente, ed è anche coinvolto in casi di traffico di armi e nella presunta preparazione di attacchi contro dirigenti di organizzazioni sociali bolivariane.

I due eventi illustrano il reale contenuto dei principi e dei valori di cui il Parlamento Europeo si dichiara portabandiera.