Persino i militari francesi iniziano a ribellarsi alla politica guerrafondaia di Macron!

macron devilliers copertinadi Sinistra.ch

Il mensile francese “Initiative Communiste”, edito dal Polo della Rinascita Comunista in Francia (PRCF), ospita nel suo ultimo numero una riflessione di JeanPierre Combe, capo squadriglia onorario dell’artiglieria e ufficiale di riserva dello Stato Maggiore Generale dell’esercito francese che fornisce una lettura al recente scontro sulla politica militare avvenuto di recente fra il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron e il generale Pierre de Villiers, comandante delle forze armate francesi, che ha rassegnato in polemica le proprie dimissioni.

Sarebbe ridicolo credere – solo perché una parte irresponsabile della sinistra l’ha eletto – che Macron rappresenti una linea meno “militarista” rispetto a quella che la burocrazia militare francese poteva avere in mente. Macron, la cui popolarità è in caduta libera, continua infatti a sostenere la politica di guerra universale del grande capitale atlantico, spingendo i soldati francesi al di fuori delle proprie frontiere in missioni palesemente imperialiste.

Come se non bastasse l’Eliseo macronista continua a intrattenere relazioni con la giunta golpista e filo-nazista in Ucraina e sostiene i gruppi islamisti in Medio Oriente per indebolire, ad esempio, il governo laico siriano. Il presidente obbedisce insomma ai diktat di quella parte di borghesia europeista e compradora,  talmente priva di ritegno, che arriva a scontrarsi persino con gli alti ufficiali come de Villiers che certamente non è un pacifista o un comunista.

“Le missioni delle nostre armate non sono assegnate dalla nostra Nazione, ma dall’Unione Europea” – lamenta Jean-Pierre Combe – e non a caso le armi in dotazione ai militari di Parigi non sono più di produzione interna: il fucile francese FAMAS, ad esempio, sarà sostituito da un’arma tedesca. Ma non è solo questione di un fucile: “il nostro armamento nucleare diventerà quello del futuro esercito europeo al servizio di una dottrina di impiego di aggressione. Perché l’UE non è la pace e la NATO è la guerra!” dichiara l’ufficiale dissidente, che continua: “la missione che Macron ha scelto di assegnare al nostro esercito non è la difesa degli interessi nazionali, ma gli interessi dei più grandi capitalisti del nostro Paese che da mezzo secolo hanno i medesimi interessi dei loro colleghi di tutta Europa. Difendere la Patria significa difendere gli interessi di tutti i lavoratori, non gli interessi privati ed egoistici dell’oligarchia capitalista” continua il capo squadriglia Combe, che invita in conclusione anche i soldati semplici a porsi criticamente di fronte a questa tendenza: se non si ferma “prima o poi riceveranno l’ordine di combattere i membri della loro stessa famiglia!”.