Complimenti agli olandesi che hanno detto “no” al trattato di impoverimento tra l’élite europea e il regime ucraino

olanda referendum ucrainadi Marc Botenga
da ptb.be 

Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx 21.it

Gli olandesi si sono chiaramente espressi nel referendum contro il Trattato di Associazione tra l’Unione Europea e l’Ucraina. Un passo importante per ricordare alle élites europee cosa è la democrazia.

Verso metà giugno del 2014 il governo ucraino e l’Unione Europea firmarono un accordo di associazione. Fu in qualche modo il primo atto ufficiale del nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko, eletto grazie all’appoggio dell’Unione Europea. I Panama Papers rivelano che solo un mese più tardi, Poroshenko creò un’impresa segreta, la cui sede era situata alle isole Vergini Britanniche, un paradiso fiscale, mezzuccio per fare uscire più facilmente il danaro dal suo paese. Questa pratica è tipica del potere corrotto e dell’ultra destra di Kiev.

Questo trattato associativo doveva essere il la alla collaborazione tra Ue e il regime ucraino. Il fine? Da una parte permettere alle imprese europee di comprare in Ucraina tutto quello che c’è da comprare, e d’altra parte, portare e conservare l’Ucraina e il suo regime corrotto nella zona di influenza dell’Unione Europea.


Il doppio schiaffo

Il referendum chiedeva ai cittadini olandesi di rispondere alla domanda seguente: “Siete voi in favore o contro la legge di approvazione del Trattato Associativo tra l’Unione Europea e l’Ucraina?”. Siamo contro, hanno risposto gli elettori. La vittoria del No è stato il seguito di una brillante campagna portata avanti tra gli altri dal Partito della Sinistra olandese (SP), con l’appoggio del PTB nel gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo.

Il campo del No non si è comunque imposto facilmente. Il presidente della Commissione Europea Juncker ha minacciato gli olandesi di una “crisi continentale” se avessero votato “male”. Per Juncker e per le élites europee, la democrazia è sempre un dramma, che si tratti della Grecia o dell’Olanda.

La vittoria del “No” degli olandesi al Trattato con L’Ucraina costituisce un “doppio schiaffo per l’Unione Europea”, ha commentato il giornale tedesco Der Spiegel. Ron Mayer, il presidente del SP olandese, ha osservato che “alla Camera, più del 90% dei Deputati hanno detto “Si”, mentre più del 60% degli elettori ha detto “No””, aggiungendo “è uno scarto enorme, uno scarto enorme tra il popolo e le élites”.

Una buona notizia per il popolo dei Paesi Bassi, dell’Ucraina e di tutta l’Europa.

Questa vittoria del “No” è una buona notizia per l’Olanda, poiché l’obiettivo di questo trattato è tra l’altro di mettere in concorrenza i lavoratori europei con i bassi salari praticati in Ucraina. È ugualmente una buona notizia per l’Ucraina, perché molte imprese vecchie non sarebbero state in grado di affrontare la concorrenza con le multinazionali europee e sarebbero quindi state smantellate. Ne sarebbe risultato ancora più disoccupazione e povertà in questo paese. Molti disoccupati sarebbero quindi partiti a cercare lavoro in Europa, cosa che avrebbe facilitato ancora di più il dumping sociale. Non è un caso se i padroni richiamano il Trattato in tutti i loro messaggi.

In più, la situazione economica di altri paesi (per esempio la Tunisia, che ha un accordo associativo dello stesso tipo dalla fine degli anni ’90) mostra che “più Unione Europea” non significa più benessere per i cittadini comuni. Chiedete ai greci cosa ne pensano…

La Pace

Se l’Unione Europea rispetterà il risultato di questo referendum, sarà una buona notizia per la pace in Europa. Questo diminuirà in tutti i casi le tensioni con la Russia. In effetti non bisogna dimenticare che il Trattato di Associazione è arrivato dopo che i politici europei hanno contribuito a rovesciare il precedente governo ucraino proprio perché questo si rifiutava di firmare questo patto. Ma i politici europei non hanno certo portato la democrazia con loro. La sola cosa che si è prodotta, è il cambio di una élite ricca e corrotta con un’altra élite altrettanto ricca e corrotta. Bruxelles voleva portare l’Ucraina nella sua zona di influenza. I vicini russi hanno reagito molto vivacemente e hanno decretato l’annessione della Crimea. Da allora, l’Ucraina è dilaniata da una sanguinosa guerra civile che ha fatto circa 10’000 morti e più di un milione di persone in fuga. Rinunciare a questo Trattato di Associazione potrebbe quindi essere un primo passo verso la riconciliazione in questo paese.

Per Emile Roemer, del SP olandese, non può essere ignorato il risultato. Il governo olandese di Mark Rutte e l’Unione Europea ascolteranno i cittaini? Sembra che vogliano soprattutto prendere tempo per esaminare come si possa ancora salvare il Trattato. È quello che fu fatto qualche anno fa quando i cittadini francesi e olandesi avevano rigettato la Costituzione Europea con un Referendum. E allo stesso modo quando gli irlandesi avevano rifiutato il Trattato di Nizza. Ogni volta, l’élite si è impegnata per trovare un modo per aggirare la volontà degli elettori. Juncker e Rutte dovranno comunque pagare il prezzo di questo tradimento verso la democrazia. Non farà altro che aumentare la distanza tra cittadini ed élites, come pure l’opposizione alla politica dell’Ue. L’impressionante mobilitazione per questo referendum è una tappa importante per obbligare Juncker a ricordarsi di cosa significa la parola “democrazia”.