“In guerra per le materie prime”

di Alessandro Alviani | da La Stampa del 19 febbraio 2013

germania soldatiGLI IMPRENDITORI VEDONO L’INASPRIRSI DELLA COMPETIZIONE E CHIEDONO AIUTO A UE E NATO

L’industria tedesca rompe un tabù: impegno militare per accedere ai giacimenti

Il governo di Berlino dovrebbe aiutare l’industria tedesca a garantirsi libero accesso alle materie prime e alle terre rare sparse per il mondo, se neces­sario anche con l’appoggio del­le forze armate. È la richiesta avanzata da Dierk Paskert, di­rettore della «Alleanza per le materie prime», una società che riunisce big come ThyssenKrupp, Bmw, Bosch, Volkswagen, Bayer e punta a lanciare progetti di coopera­zione e sfruttamento di giaci­menti di petrolio, gas o terre rare all’estero. Una richiesta molto delicata in un Paese in cui tre anni fa un capo dello Stato – Horst Kohler – si dimi­se dopo le critiche ricevute per aver dichiarato che un’opera­zione militare all’estero può ri­velarsi indispensabile per di­fendere gli interessi economici nazionali.

Ora, intervistato dall’«Han- delsblatt», Paskert lancia il suo appello: abbiamo bisogno di una politica di scambi con l’estero e di sicurezza orienta­ta in modo strategico. «Insie­me ai nostri partner nella Ue e nella Nato dovremo assumerci ancora più responsabilità sulle questioni del commercio este­ro e della sicurezza», nota. La competizione per le materie pri­me «è notevolmente aumentata, per questo faremmo bene a uni­re le forze e collaborare». L’ap­provvigionamento ha un’impor­tanza geopolitica, ricorda Paskert: «La presenza dell’eser­cito Usa nel Golfo Persico o il massiccio potenziamento delle forze navali cinesi serve proprio a proteggere questi interessi».

L’industria tedesca, riassu­me l’«Handelsblatt», desidera un maggiore impegno statale e militare per assicurare l’acces­so alle materie prime. E trova ascolto a Berlino: tale accesso è un «tema strategico» per la poli­tica estera tedesca.

L’argomento delle materie prime è da tempo al centro del­l’attenzione della politica e del­l’economia tedesca. La Germa­nia si muove su due binari: sta­tale, con accordi di cooperazio­ne per lo sfruttamento delle ma­terie prime locali firmati con Mongolia, Kazakistan e da ulti­mo, a fine gennaio, col Cile; e pri­vato, con la nascita, l’anno scor­so, dell’Alleanza per le materie prime, fortemente sponsorizza­ta dalla Confindustria tedesca. La Repubblica federale, che ne­gli ultimi dieci anni ha quasi tri­plicato le sue importazioni di materie prime, teme di trovarsi tagliata fuori in futuro dall’ac­cesso a metalli chiave come il li­tio, essenziale per le batterie delle auto elettriche.

Il tema è talmente sentito a Berlino che in cancelleria sta­rebbero pensando di creare un nuovo coordinatore per le questioni di sicurezza. Il suo compito: aiutare le industrie strategiche, garantire il futu­ro delle proprie tecnologie di difesa e contribuire all’acces­so alle materie prime.

La discussa vendita di carri armati tedeschi al regime del­l’Arabia Saudita, Paese ricco di petrolio, punterebbe pro­prio ad assicurare gli interessi nazionali: si tratta di appog­giare i partner strategici poli­ticamente, ma anche con tec­nologie militari, prima di esse­re eventualmente costretti a inviare propri soldati.