La guerra del petrolio

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Le ragioni geopolitiche del crollo dei prezzi del petrolio
di Demostenes Floros | Limes

barili-petrolioIl trend ribassista del greggio non si spiega solo con l’aumento dell’offerta e il rallentamento della domanda. Pesano le scelte strategiche delle principali potenze mediorientali e mondiali.

A novembre, il prezzo del petrolio è crollato: la qualità Brent è diminuita da 84,71 a 70,02 dollari al barile ($/b), mentre il Wti da 78,78 a 66,1$/b.

Il cambio euro/dollaro si è mantenuto attorno a 1,24€/$. Nel contempo, il rublo si è fortemente deprezzato, sfondando quota 49 contro il dollaro e quota 60 contro l’euro. Solo nel breve periodo Mosca attutirà le minori entrate – espresse in dollari – derivanti dalla vendita delle materie prime, grazie all’apprezzamento del biglietto verde nei confronti del rublo. L’oro invece, nonostante la vittoria del No al referendum svizzero che mirava a obbligare la Banca Centrale a detenere il 20% di riserve in metallo prezioso, si è mantenuto poco sotto i 1.200$/oncia.

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