L’Italia saluta il BRI MoU, si aspetta risultati tangibili

belts cinturainpelledi Cao Siqi and Zhao Juecheng
da globaltimes.cn

24 marzo 2019

Studiosi italiani, organizzazioni governative e comunità imprenditoriale hanno applaudito al memorandum d’intesa (MoU) per far progredire congiuntamente la costruzione del Belt and Road, firmato durante la visita di stato del presidente cinese Xi Jinping nel paese.

La visita di stato di Xi in Italia è culminata sabato con la firma del MoU intergovernativo. 

Le due parti hanno capito l’enorme potenziale della Belt and Road Initiative (BRI) nel promuovere la connettività, per essere pronti a rafforzare l’allineamento della BRI e delle reti di trasporto transeuropee e approfondire la cooperazione in materia di porti, logistica, trasporti marittimi e altri settori, ha detto un comunicato congiunto rilasciato dai due paesi il Sabato, come riferito dalla Xinhua News Agency.

Giulia Sciorati, assistente ricercatrice presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento, ha dichiarato al Global Times che, nonostante qualche opposizione, il governo italiano ha deciso di firmare il MoU perché l’Italia cerca di continuare a rafforzare le relazioni commerciali con la Cina, che è uno dei principali partner commerciali dell’Italia, sia in termini di importazioni che di esportazioni. 

Secondo Sciorati il 3 per cento del totale delle esportazioni italiane nel 2018 (pari a circa 13,8 miliardi di euro) era destinato ai mercati cinesi. La Cina è la quarta destinazione dell’export italiano, dopo gli Stati membri dell’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Svizzera.

Alessia Amighini, Co-Head dell’Asia Centre e Senior Associate Research Fellow presso l’Istituto Italiano di Studi Politici Internazionali, ha dichiarato al Global Times che, pur essendoci opinioni diverse all’interno del governo italiano, nessuno può negare che un rapporto più forte e profondo tra Italia e Cina è necessario per entrambe le parti.

Secondo il comunicato, le due parti hanno espresso la volontà di unire gli sforzi della Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) per migliorare la connettività in linea con la missione e le funzioni dell’AIIB. Ci si può aspettare un maggior numero di collegamenti aerei, poiché le due parti hanno concordato di facilitare l’attività delle compagnie aeree di entrambi i paesi e di facilitare l’accesso ai rispettivi mercati, ha detto il comunicato.

Durante la visita di Xi le due parti hanno firmato 19 documenti di cooperazione bilaterale intergovernativa.

Si sono accordati per cooperare nei campi quali l’ambiente, l’energia sostenibile, l’agricoltura, l’urbanizzazione sostenibile, la salute, l’aviazione, la tecnologia spaziale, le infrastrutture e i trasporti, secondo il comunicato.

Sciorati prevede che i rapporti Italia-Cina, che storicamente si sono basati sul turismo e l’istruzione, continueranno ad evolversi. In particolare, i programmi di scambio studentesco Marco Polo e Turandot si sono dimostrati di grande successo. Nell’anno accademico 2017- 2018 gli studenti cinesi rappresentano circa il 9% del totale degli studenti italiani, primi in Asia.

Le aziende e gli uomini d’affari italiani sono ottimisti riguardo al mercato cinese e si aspettano legami bilaterali più forti tra le due economie per offrire maggiori opportunità.

Nicola Brienza, politico italiano e uomo d’affari di fusioni e acquisizioni a Shanghai, ha detto al Global Times che accoglie con favore il MoU e si aspetta che la firma lo aiuterà a portare più musei e mostre a Shanghai, dove lavora da 15 anni.

Anche l’Agenzia per il Commercio Estero e il Gruppo Suning Holdings, società Fortune Global 500, hanno annunciato venerdì scorso di aver siglato un accordo per incrementare le esportazioni del made in Italy verso la Cina.

L’Agenzia per il Commercio con l’Italia ha dichiarato che sosterrà i marchi made in Italy per accedere più facilmente al mercato cinese in rapida crescita. Suning ha dichiarato che aprirà un Padiglione italiano sui canali online nei prossimi tre anni, offrendo uno stile di vita e un’esperienza culturale italiana, sostenendo la penetrazione del marchio nel mercato interno.

Sullo sfondo dell’accresciuta apertura della Cina le due nazioni hanno ottenuto notevoli risultati nella cooperazione economica e commerciale, con il commercio bilaterale che nel 2018 ha raggiunto il massimo storico di 54,2 miliardi di dollari.

Gli sforzi di apertura della Cina non solo promuovono vantaggi reciproci, ma attirano più investimenti italiani con una maggiore apertura e un più ampio accesso al mercato. Alla fine dello scorso giugno l’Italia ha investito 7,21 miliardi di dollari in 5.937 progetti in Cina, come risulta dai dati ufficiali.