Tu vo’fa’ l’amerrekkano

sixtusdi Gianni Cadoppi
da lacrescitafelice.blogspot.it

“E’ stato imbarazzante da guardare. “Long Hair” Leung Kwok-hung e Abraham Razack si sono dati battaglia per il microfono. Un giovane neo-eletto localistica ha sventolato uno striscione di protesta come se stesse facendo uno spogliarello e usando quelle che sembravano parolacce per leggere il suo giuramento. Un altro ha pronunciato Cina come “Chee-na”, una variazione sul termine dispregiativo Shina utilizzato dalle forze di occupazione giapponesi durante la seconda guerra mondiale.

Per coronare il tutto, la maggior parte dei legislatori pan-democratici hanno stracciato le loro schede elettorali per l’elezione del presidente del LegCo (Consiglio Legislativo) lanciando i pezzi in aria come coriandoli. Alcuni di noi avevano sperato che i giovani – i cosiddetti “soldati dell’ombrello” – avrebbero imparato ad agire come adulti dopo aver formato i loro partiti politici ed essere eletti nel Consiglio Legislativo. Come si è scoperto, entrare nella nuova legislatura assomigliava di più al primo giorno di scuola materna.” Così esordiva un editoriale del South China Morning Post sulla seduta d’apertura del parlamentino di Hong Kong tenutasi a metà di ottobre. Insomma i ragazzini della rivolta degli ombrelli una volta arrivati in parlamento hanno davvero pisciato fuori dal vasetto.

CONTINUA A LEGGERE