Proteste anti-giapponesi in Cina? Tutte manipolate

di Diego Angelo Bertozzi

newsdalmondo bannerC’è poco da fare: ai dissidenti cinesi piace poco che i loro concittadini – o compatrioti – manifestino attaccamento al proprio Paese e alla sua storia. Già il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo si era augurato per la Cina duecento anni di nuovo colonialismo occidentale al fine di trasformarla in una compiuta civiltà. Ai suoi occhi le tragedia di un secolo di colonialismo e imperialismo (1840-1949) non sono state sufficienti! Urge un’altra dose di umiliazione.

Adesso è la volta di Ai Weiwei, architetto dissidente (ma reso celebre dal “regime” in quanto tra i disegnatori dello stadio Nido di uccello di Pechino) che via web si è pronunciato: ai suoi occhi le manifestazioni popolari che si sono scatenate in tutta la Cina (ma anche tra la diaspora cinese in tutti i continenti) per protesta contro la “nazionalizzazione” delle isole Diaoyu da parte giapponese, non sarebbero altro che una operazione ben coordinata dal Partito comunista per il quale i cittadini sono degli “ingenui”. L’invito agli occidentali è chiaro: ingenui siete pure voi se credete che queste manifestazioni siano spontanee! L’unica vera manifestazione popolare è stata quella di Piazza Tiananmen nel 1989.

Evidentemente per il dissidente democratico ai cinesi è vietato difendere la propria patria se questa è governata da un Partito comunista.