Russia. Per le presidenziali sarà corsa a tre, dopo Putin e Ziuganov ecco Prokhorov l’oligarca

di D.C. | da www.articolotre.com

 

ProkhorovMentre il malcontento nei confronti di Putin e di Russia Unita è ormai una realtà, ci si prepara a grandi cambiamenti in vista delle presidenziali del 2012. Oltre a Vladimir Putin e Ghennadi Ziuganov, emerge la candidatura dell’oligarca Mikhail Prokhorov, il cavallo su cui hanno deciso di puntare i media occidentali.

 

12 dicembre 2011 – A due giorni dalle manifestazioni di piazza che hanno interessato Mosca, San Pietroburgo, e altre città, la società civile russa inizia a domandarsi che cosa accadrà in vista delle future elezioni presidenziali. Dimitri Medvedev, il numero due di Russia Unita, il partito di Putin, ha chiuso la porta al dialogo con l’opposizione; ormai le elezioni sono state convalidate, e nulla farà tornare indietro il Cremlino. Oggi pomeriggio anzi, al Cremlino, è arrivata la risposta dei militanti del partito di governo, che sono arrivati con treni speciali e autobus un pò da tutto il paese per scandire slogan a favore di Putin e di Russia Unita.

E’ una Russia, quella che si guarda intorno all’indomani delle elezioni, che riscopre di essere divisa in due. Hanno torto gli oppositori di Putin quando dicono che la maggioranza della popolazione ormai vuole farla finita con il “nuovo zar” Putin, in quanto, brogli o meno, quasi il 50% degli elettori ha ancora una volta dimostrato di essere allineata sulle posizioni di Russia Unita. Tutto però è in movimento, dato che la restante metà dell’elettorato ha con forza manifestato la propria contrarietà al sistema di potere di Putin. Ne sono usciti rafforzati i comunisti di Ghennadi Ziuganov, anche se i media hanno pensato bene di parlare principalmente degli altri partiti minoritari, snobbando per certi versi il successo straordinario ottenuto dai comunisti russi, che hanno aumentato del 50% il proprio consenso.

In questo clima di confusione, dove nemmeno Putin può più ritenersi intoccabile, ecco che i suoi avversari prendono coraggio, e perchè no, scelgono di farsi avanti. E’ il caso di Mikhail Prokhorov, miliardario, imprenditore minerario di metalli preziosi, ambizioso personaggio che era già stato fatto fuori dalla scena politica russa in settembre, con metodi poco chiari. Ha atteso il giorno dopo la grande manifestazione dell’opposizione di Mosca, Prokhorov, per annunciare la sua intenzione di candidarsi alla Presidenza della Russia nelle elezioni del 4 marzo. In testa al suo programma elettorale, la scarcerazione dell’oligarca ribelle Mikhail Khodorkovskij, il cui arresto e processo aveva scatenato le proteste di governi e associazioni dei diritti umani di tutto il mondo.

Prokhorov, miliardario che gode di grande notorietà in Russia, non è propriamente un pesce piccolo. E’ infatti il proprietario e presidente dei New Jersey Nets, e in tempi recenti ha acquistato un vecchio partito di destra, Giusta Causa, decidendo di spendere somme ingenti per iniziare una campagna di propaganda che avrebbe dovuto consentirgli di entrare nella Duma nelle elezioni del 4 dicembre. Prokhorov aveva però commesso l’errore di criticare in modo troppo aperto il Cremlino, e dopo essersi spinto troppo in là era stato deposto direttamente dai suoi militanti, condannando Russia Giusta al tracollo elettorale.

 

 

Alcuni giornali occidentali e italiani, la Repubblica su tutti, si chiedono ingenuamente se Prokhorov sarà in grado di convogliare su di sè i voti della protesta montante. In Russia però ritengono questa domanda completamente priva di senso in quanto in Russia un partito egemone di opposizione già esiste, ed è il Kpfr (Partito Comunista della Federazione Russa), che con il suo 20% (da rivedere al rialzo causa brogli) si è accreditato come il partito di riferimento naturale per tutta l’opposizione a Putin. Prokhorov in realtà non gode di alcun seguito di massa, ma evidentemente possiede tanti rubli, ed è gradito all’establishment finanziario e mediatico in Europa e Stati Uniti, motivo per cui il suo nome vale ben di più del 20% conseguito dall’ “ortodosso” e poco telegenico Ziuganov.

Proprio Ziuganov però, nell’ombra, sta lavorando a quello che potrebbe essere il vero colpo di scena del 4 marzo 2012. Da qualche giorno infatti si sta cercando di trattare per presentare un candidato unico di tutte le opposizione da presentare come rivale di Vladimir Putin, e chi meglio del leader comunista per riuscire ad agglomerare le proteste e a creare un blocco sociale capace di sfidare Putin sul suo terreno.

Decisiva, per capire le sorti della Russia, sarà la manifestazione del 24 dicembre a Mosca, dove tutti gli oppositori di Putin hanno deciso di darsi appuntamento per la notte di Natale per urlare, ancora una volta, la propria rabbia e la propria indignazione. In quell’occasione sarà presente il blogger Aleksej Navalnjy, la cui popolarità è alle stelle dopo che è stato rinchiuso in carcere da lunedì nel corso di una retata. La sensazione è che questa volta, se i manifestanti forzeranno la mano, le autorità reprimeranno brutalmente ogni dissenso, e allora il 4 marzo potrebbe davvero accadere di tutto.

Una cosa è certa però, con buona pace di benpensanti, giornalisti impegnati, intellettuali e analisti geopolitici occidentali, se in Russia ci sarà un cambiamento, questo non potrà che passare attraverso il Kpfr. Non esistono infatti altri partiti radicati e organizzati in grado di tramutare in proposte politiche le disordinate e chiassose rivendicazioni di piazza.