Soros, sobillatore di conflitti. Il caso dell’Ucraina

soros 500pxdi Partito Comunista di Ucraina

da kpu.ua

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

“Attraverso numerosissime organizzazioni cosiddette non profit, create e finanziate da governi stranieri, in primo luogo dal Dipartimento di Stato USA, ma anche da vari “fondi caritatevoli”, come, ad esempio, il Fondo Soros, nel corso di due decenni si è attuato un intenso lavoro allo scopo di riformattare la coscienza degli ucraini, in particolare giovani, di dividere il nostro paese su basi etniche, linguistiche, religiose, di elevare il neonazismo e la russofobia al rango di ideologia nazionale… In questi anni in Ucraina è stata formata una “quinta colonna”, i cui rappresentanti si sono impadroniti delle strutture statali e degli organi di potere locale” (PETRO SIMONENKO).


Il 20 agosto nel sito web della Casa Bianca è stata pubblicata una petizione di cittadini statunitensi che chiede al presidente di dichiarare George Soros un “terrorista” e di bloccare tutti i beni delle sue organizzazioni in conformità con la “Legge sulla confisca delle proprietà dei terroristi”. Nella petizione si afferma che da Soros sono state create e finanziate decine di organizzazioni, il cui unico scopo è quello di disgregare con i metodi del terrore l’ordine costituzionale degli Stati Uniti, di porre sotto la sua influenza le strutture del Partito Democratico e del governo federale. Le prime 100.000 firme necessarie perché l’amministrazione presidenziale USA esamini la petizione, sono state raccolte molto prima del termine stabilito di 1 mese, scrive Capital.

Oggi riguardo a Soros, neppure i suoi più fidati (il che significa a libro paga) agenti non negano l’evidenza dell’aperta ingerenza del “miliardario filantropo” negli affari interni di altri stati. Tuttavia, essi trovano sempre una spiegazione nella presunta lotta di Soros per i “valori umani universali” che non avrebbero un ambito prettamente nazionale. Noi non intendiamo impegnarci in dibattiti teorici e ideologici, ma semplicemente rilevare che i “difensori dei diritti a comando”  di Soros si ritrovano regolarmente coinvolti nei processi indirizzati al rovesciamento di governi in carica in tutto il mondo.

(…) Le attività delle organizzazioni non governative finanziate da George Soros ora hanno già provocato il conflitto (con un diverso grado di asprezza) dei governi all’interno dell’UE di Romania, Slovacchia e Bulgaria – e anche di quelli di Serbia e Azerbaigian – con il “filantropo”.

Ma l’ottantasettenne George Soros, ha apparentemente fiducia nella sua immortalità e continua a suscitare conflitti – dalle proteste pacifiche ai sanguinosi massacri – in tutto il mondo.

E’ difficile valutare in modo inequivocabile l’affidabilità delle informazioni sul coinvolgimento di Soros nell’attuale conflitto che contrappone buddisti e musulmani in Myanmar, nello stato di Rakhine, le cui cause sono da ricercare, come al solito, nella presenza del petrolio in una zona di contrasti etnici e nel desiderio di contrapporre la Cina, che ha buoni rapporti con il Myanmar, al mondo islamico.

Tuttavia, la partecipazione di Soros all’organizzazione della “riunione solenne” di Mikho Saakashvili sul confine polacco-ucraino, non va messa in dubbio, se consideriamo l’elenco dei principali partecipanti che, a iniziare dallo stesso ex presidente della Georgia, sono “affiliati” alle strutture del miliardario…

Si tratta, in primo luogo del gruppo georgiano, guidato dall’ex procuratore generale aggiunto David Sakvaleridze che, come tutta la leadership georgiana dei tempi della presidenza di Mikhail Saakashvili, riceveva uno stipendio dai fondi creati da Soros (e ci sono tutte le ragioni  per affermare che il finanziamento, ora però per altri personaggi, stia continuando). Poi c’è il gruppo degli “euro-ottimisti” guidati dai giornalisti Mustafa Nayem, Serghey Leschenko e Svetlana Zalischuk che hanno passato molti anni a utilizzare i fondi di Soros “per lo sviluppo della democrazia in Ucraina”. Qui va aggiunto anche il gruppo dei nazional-liberali del “Pacchetto di rianimazione delle riforme”, i cui leaders sono il vice speaker Oksana Syroed e la parlamentare Anna Golko, da molti anni destinatarie dei finanziamenti del fondo “Rinascimento”; la seconda assume regolarmente la funzione de facto di rappresentante di Soros nella Rada Suprema ucraina.

Anche Valentin Nalivaychenko e una serie di combattenti “sociali” contro la corruzione si rivolgono al Partito Democratico diretto da Joe Biden e Hillary Clinton, i quali prestano ascolto alle opinioni del miliardario (ovviamente in cambio di iniezioni generose di fondi elettorali).

Si può ricordare che nel 2015 il presidente Petro Poroshenko ha insignito George Soros dell’Ordine della Libertà: “per il rafforzamento dell’autorità dell’Ucraina”. Ma Soros non aveva bisogno dell’onorificenza, ma, secondo quanto egli stesso ha dichiarato, di terra ucraina da sfruttare…

“Particolare zelo nell’intervento sul mercato dei terreni è stato mostrato da figure della cerchia dell’ex ministro delle Finanze dell’Ucraina, la cittadina degli Stati Uniti Natalya Yares’ko e dall’ex ministro dello Sviluppo Economico, il cittadino della Lituania Aivaras Abromavicius. A una veloce apertura del mercato della terra, allo scopo di concentrare in mani private le grandi proprietà terriere, sono interessate le compagnie di investimento straniere Horizon Capital e East Capital,   a cui sono direttamente legati Yares’ko e Abromavicius.

…All’esterno dell’Ucraina ci sono anche altri potenti super-oligarchi interessati al sequestro delle terre ucraine. Così, il noto George Soros ha recentemente espresso il desiderio di investire, a questo scopo, 1 miliardo di dollari. Ha mostrato interesse per le nostre terre anche il fondo di investimento Rothschild, che da molto tempo può contare sulla collaborazione della famiglia di Poroshenko”.

(Dalla Dichiarazione del Presidium del CC del Partito Comunista di Ucraina)