Ucraina e fascismo. La discussione al Parlamento Europeo

di Inês Zuber, parlamentare europea del Partito Comunista Portoghese
da www.avante.pt | Traduzione di Marx21.it

europe-flag1Al fondo dell’articolo della europarlamentare comunista portoghese Ines Zuber, scritto alla vigilia della discussione sulla vergognosa risoluzione del parlamento europeo, che suona come una dichiarazione di guerra alla Russia e di sostegno esplicito al governo nazional-fascista che si è insediato con un golpe in Ucraina (link) sono segnalate le votazioni sulla risoluzione del parlamento europeo riguardante l’Ucraina di cui sono stati resi noti i risultati. Almeno fino ad ora.

Purtroppo, non siamo in grado di fornire i numeri relativi all’esito della votazione a cui fa riferimento Barbara Spinelli nella nota pubblicata anch’essa al fondo dell’articolo di Ines Zuber a smentita di quanto scritto da noi e da altri nei giorni scorsi (e ci scusiamo con lei per l’errore in cui siamo incorsi), e non siamo riusciti a reperire la documentazione relativa alla conferma da parte del PE del comportamento di ciascun deputato europeo presente al momento del voto in plenaria, avvenuto per alzata di mano. Ce ne scusiamo con i nostri lettori, invitandoli a segnalarci se e dove eventualmente possiamo trovare traccia del risultato dettagliato di tale votazione. Per ora, ciò che sappiamo è solo che la risoluzione è stata approvata a maggioranza (con la firma dei gruppi che l’hanno sottoscritta). E che un documento del GUE/NGL non è stato sottoposto a votazione.


Rileviamo solo che dai dati a nostra disposizione, è assolutamente evidente, in numerose occasioni relative alla discussione dei giorni scorsi, la differenziazione al momento del voto dei parlamentari del GUE/NGL, che non può essere derubricata come un “incidente di percorso” di secondaria rilevanza, ma che nasconde, evidentemente, dissensi importanti su questioni di fondo, in merito a un fatto di portata drammatica che rende ancora più preoccupante l’esistenza di contrasti così significativi all’interno del gruppo unitario della sinistra europea, che più di altri dovrebbe battersi in modo coeso e determinato (almeno a nostro parere) contro le pulsioni di guerra che la costruzione imperialista europea manifesta con l’adozione di simili proclami.

Prendiamo allora atto della dichiarazione della signora Spinelli, ma prendiamo anche atto del fatto che, in molti dei casi di votazioni avvenute durante la discussione della risoluzione che invitiamo a consultare con attenzione, la parlamentare europea (e non solo lei) ha votato insieme (o si è astenuta) ai gruppi politici filo-imperialisti (anche su alcuni emendamenti che avrebbero contribuito a stravolgere alcuni dei passaggi più vergognosi della mozione, modificandone sostanzialmente il significato), difformemente e pure in aperta contrapposizione ad altri rappresentanti del GUE/NGL, in particolare quelli appartenenti a partiti comunisti. Un rilievo, questo, difficilmente contestabile e smentibile, attestato da documentazione che la stessa signora Spinelli definisce attendibile nella nota diffusa dal suo ufficio stampa.

UCRAINA E FASCISMO
di Ines Zuber

Questa settimana sarà commemorato, al Parlamento Europeo, il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Quasi contemporaneamente ci sarà la discussione sulla situazione in Ucraina. Da un lato si dirà che non accetteremo più il terrore fascista. Dall’altro, si appoggerà il terrore fascista, travestito da “transizione democratica”. L’esperienza ci insegna che la versione falsificata della storia, così spesso propagandata, quasi si trasforma in verità.

Ciò che è accaduto nel febbraio del 2014 in Ucraina non è stata una vittoria delle forze popolari che, giustamente, rivendicavano migliori condizioni di vita, abituate come sono ad essere governate da oligarchie ora del Partito delle Regioni ora delle “rivoluzioni arancioni”. Ciò che è accaduto è stata la costruzione e la promozione, da parte di USA e UE – e manipolando il giusto malcontento della popolazione ucraina – di un colpo di Stato promosso dalle “marionette” più utili in quel momento. – i settori dell’estrema destra di matrice fascista e neo-nazista (Svoboda e Settore di Destra). Questa non è una supposizione. Gli USA hanno ammesso il finanziamento del “movimento” con cinque milioni di dollari, sono state pure rese note le conversazioni telefoniche dell’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev a proposito dei “cavalli” su cui scommettere e l’indifferenza di Catherine Ashton, vice-presidente della Commissione Europea, quando fu allertata dall’allora ministro estone degli Affari Esteri sul fatto che era forte l’evidenza che gli spari di franchi tiratori sul Majdan non provenivano da forze governative ma da forze del “movimento” appoggiato e promosso da USA e UE.

E’ importante anche non dimenticare che USA e UE hanno cominciato a demonizzare il presidente ucraino deposto Yanukovich solamente quando egli si è rifiutato di firmare l’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’UE e “ha osato” chiedere aiuto finanziario alla Russia. E’ stato innanzitutto l’interesse di costoro a firmare accordi – come, del resto, hanno fatto dopo il colpo di Stato – a legare l’Ucraina ai meccanismi di dipendenza economica e politica nei confronti delle troike interne alla UE, che impongono tagli salariali, tagli dei diritti sociali, alienazione delle risorse naturali e dell’apparato produttivo nazionale, privatizzazione di importanti settori pubblici, e creazione di una zona di libero commercio in cui l’Ucraina viene a trovarsi in condizioni estremamente svantaggiose. Giorni fa Juncker ha annunciato un “aiuto” aggiuntivo di 1,8 milioni di euro a Kiev, che avrà come contropartita l’espropriazione delle sue ricchezze.

Ciò che oggi è stato avviato è il processo di fascistizzazione dello Stato dell’Ucraina. I partiti fascisti, ultra-nazionalisti e di estrema destra controllano milizie private che seminano il terrore, la repressione e la violenza – anche attraverso assassini – tra tutti coloro che sfidano le autorità di Kiev, e controllano posizioni-chiave nei servizi di polizia e nei servizi segreti. Il Partito Comunista di Ucraina si trova sotto la minaccia di messa fuori legge, in un processo giudiziario che è iniziato in piena campagna per le elezioni dell’ottobre scorso, che l’OSCE considera essersi svolte in modo positivo. Da poche settimane è stato approvato un progetto di legge nel Parlamento ucraino che pretende di criminalizzare e mettere fuori legge l’ideologia e i simboli comunisti. La popolazione del Donbass e i patrioti ucraini che resistono alla fascistizzazione dell’Ucraina – volgarmente descritti nei media dominanti come “terroristi filo-russi”, definizione che è condivisa da USA e UE – sono diventati il bersaglio di una guerra genocida.

Ciò che è in causa con la situazione ucraina è il consolidamento del progetto di accerchiamento della Russia che la NATO sta mettendo in pratica e soprattutto, negli ultimi tempi, con la crescente dislocazione di mezzi ed effettivi militari della NATO nell’Europa dell’Est. Il dominio politico, economico e militare dell’Ucraina mira all’utilizzo di questo paese nella strategia della tensione e del confronto aperto con la Russia, il che comporta enormi potenziali pericoli per la sicurezza a livello mondiale.

In conclusione, è evidente che solo una soluzione politica potrà mettere fine alla crisi ucraina. Ma per garantire la pace, la sovranità, la democrazia e il progresso sociale in Ucraina è necessario che il dialogo si realizzi direttamente tra le due parti in conflitto, riconoscendo lo statuto di parte belligerante e il diritto di resistenza alle forze del Donbass che lottano contro la fascistizzazione del paese dopo un colpo di Stato. E’ necessario che questo processo di dialogo sia centrato sulle rivendicazioni economiche e sociali delle popolazioni. Senza tali condizioni, non ci sarà pace ma solo imposizione.


 
In attesa di una più puntuale verifica di TUTTE le votazioni sulla situazione in Ucraina, attraverso i canali ufficiali del parlamento europeo, pubblichiamo per correttezza anche la precisazione di Barbara Spinelli, precisando che noi non possiamo che attenerci ai dati diffusi dai siti che rendono conto della discussione in quella sede, con dati che confermano le nostre preoccupate valutazioni politiche sulle divisioni presenti all’interno del GUE, anche su questioni di tale gravità.

Circola in rete la notizia secondo cui diversi deputati del GUE/NGL avrebbero votato, il 15 gennaio a Strasburgo, a favore della risoluzione di mozione comune sull’Ucraina (tra questi, Barbara Spinelli e alcuni deputati della Linke) o si sarebbero astenuti (Curzio Maltese e Syriza). La notizia è destituita d’ogni fondamento: il GUE/NGL ha votato compatto contro la risoluzione maggioritaria (RC-B8-0008/2015) radicalmente antirussa. 

Purtroppo l’approvazione di quella risoluzione non ha permesso al GUE di votare la propria mozione (B8-0027/2015) che difendeva una linea diametralmente opposta e che resta agli atti.

La tesi di chi accusa Spinelli e la Linke di appoggio alla mozione maggioritaria rimanda a una pagina del sito indipendente www.votewatch.eu. Quella pagina riporta dati corretti, registrando la divisione all’interno del GUE su dei singoli emendamenti alla risoluzione approvata, ma non sulla risoluzione stessa. 

Tutti gli emendamenti presentati dal GUE/NGL sono stati bocciati dal Parlamento europeo. Le differenze all’interno di ciascun gruppo parlamentare sugli emendamenti non sono infrequenti, soprattutto quando si discutono argomenti particolarmente drammatici. Ben altra rilevanza avrebbe la divisione sul voto finale, che tuttavia non c’è stata. Ed è bene che non ci sia stata, alla luce dell’offensiva militare che il governo di Kiev ha lanciato in questi giorni nell’Est dell’Ucraina.

LA DISCUSSIONE DELL’EUROPARLAMENTO SULLA RISOLUZIONE RIGUARDANTE LA SITUAZIONE IN UCRAINA

Di seguito, tutta la documentazione (disponibile al momento) sui risultati delle diverse votazioni e la posizione assunta dai deputati di tutti i gruppi


http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-7.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-8.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-9.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-10.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-11.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-1-amendment-12.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-3-amendment-6.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-paragraph-6-amendment-2.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-paragraph-7-amendment-13d.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-after-paragraph-8-amendment-3.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-paragraph-13-amendment-4.html
http://www.votewatch.eu/en/term8-situation-in-ukraine-joint-motion-for-resolution-paragraph-14-amendment-5.html