Hanno privato l’Ucraina della sovranità

da www.kpu.ua | Traduzione dal russo di Flavio Pettinari per Marx21.it
Dichiarazione di Petro Simonenko, leader del Partito Comunista di Ucraina

“Il fallimento delle speranze dell’Unione Europea e degli Stati Uniti della firma, oggettivamente sfavorevole e discriminatorio per l’Ucraina, dell’accordo di associazione e per una zona di libero scambio con l’UE, ha fatto infuriare i “falchi” politici europei e americani.” Lo ha dichiarato il leader del Partito Comunista d’Ucraina Petro Simonenko.

Simonenko ha sottolineato che gli avvenimenti che si sono susseguiti in Ucraina sono stati promossi da emissari della NATO e dagli “eurodemocratici”, ben addestrati nello scenario del Nord Africa e della Siria: protesta pacifica – provocazione – prime vittime della “rivoluzione” – “sbarco democratico” dell’Unione Europea e gli Stati Uniti –   scontri armati e occupazione degli edifici amministrativi – formazione di governi paralleli – guerra civile – instaurazione di regimi fantoccio.


“Questi eventi sono stati accompagnati e seguiti da viaggi regolari sul Majdan di funzionari europei di ogni colore e grado, senatori USA e funzionari del Dipartimento di Stato, ministri dei paesi dell’UE. Costoro tuttavia non nascondono nulla. Ad esempio, nelle parole della Sig.ra Ashton – alto rappresentante dell’UE in materia di sicurezza: applicazione nei confronti dell’Ucraina di “tutte le pressioni possibili” e sostegno finanziario e politico alla cosiddetta opposizione. E tutto per far sedere sulla sedia presidenziale e capo del governo i loro scagnozzi,”, ha detto Petro Simonenko.

Il leader del Partito Comunista ha ricordato come sia diventata di dominio pubblico una recente conversazione telefonica tra l’assistente del Segretario di Stato USA, Nuland, e l’ambasciatore in Ucraina Payette, durante la quale la Nuland ha chiaramente detto chi deve entrare nel governo ucraino e chi no. E anche sulla posizione dell’occidente, presentata alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, ha dichiarato esplicitamente che il nuovo governo non dovrebbe appellarsi al popolo ucraino, ma al Fondo Monetario Internazionale.

“Inoltre, – ha detto Simonenko – non si ferma la pressione sull’Ucraina del FMI, che sta sfruttando la sempre più complessa situazione, per imporre con la forza inique condizioni sui prestiti ordinari, obbligandoci ad aumentare i prezzi e le tariffe per i servizi pubblici, a portare a termine micidiali riforme sulle pensioni e sulla sanità, ad adottare un codice del lavoro e norme sugli alloggi di tipo schiavistico, che trasformeranno i lavoratori in nuovi schiavi e lasceranno decine di migliaia di famiglie senza casa.

Il leader dei comunisti ucraini ha sottolineato che uno dei ruoli principali nell’escalation delle tensioni politiche e nell’attuazione della strategia degli Stati Uniti di “separare” l’Ucraina dalla Russia e di coinvolgerla, attraverso la firma dell’accordo di associazione con l’UE, nella NATO, è stato assegnato ai “mangiasovvenzioni” – cioè le organizzazioni no-profit. Le quali, secondo la stessa signora Nuland, dal 1991 hanno ricevuto per questo scopo più di cinque miliardi di dollari USA di sovvenzioni estere.

“Non è sorprendente che le ONG, organizzazioni no-profit, sono state le prime ad abbaiare quando il Parlamento ha approvato una legge che le obbliga ad essere correttamente registrate e a fornire tutte le informazioni riguardanti le necessità e gli scopi per cui viene speso il denaro ricevuto dagli sponsor stranieri. Chiaramente, in questo modo la maggioranza delle ONG avrebbe dovuto ammettere di essere direttamente coinvolta nella formazione e nel supporto informativo ai militanti del Maidan e di agire come “quinta colonna” dell’Occidente”, ha detto il leader del Partito Comunista.

Petro Simonenko ha anche osservato che l’attuale crisi politica è in gran parte il risultato del rifiuto del potere oligarchico e della pseudo-opposizione di attuare il referendum promosso dal Partito Comunista sul tema dell’integrazione economica estera.

“Rifiutando la soluzione democratica dei problemi legati alla scelta del vettore di integrazione economica estera, evitando congiuntamente il referendum nazionale sulla questione, l’oligarchia e la cosiddetta opposizione nazionalista hanno acuito la spaccatura nella società ucraina e hanno portato il paese sull’orlo della guerra civile” – ha detto Petro Simonenko.

“Questo – ha proseguito Simonenko – ha provocato anche pretese territoriali da parte dei politici e dei media di diversi paesi, in particolare Romania, Ungheria, Turchia, Polonia, sui territori ucraini. Fino a dichiarare la possibilità di un intervento militare per “proteggere i compatrioti che vivono lì”.

“In questo modo, nella lotta per la presidenza, il potere oligarchico, i radicali-neonazisti, l’”opposizione” nazionalista, sostenuta dall’Occidente, mettendo in moto il conflitto civile, di fatto hanno privato il paese e il popolo ucraino della sovranità politica ed economica. Hanno trasformato l’Ucraina in un campo di battaglia per gli interessi geopolitici degli Stati Uniti, della NATO e dell’UE “, ha concluso il leader del Partito Comunista Petro Simonenko.