Appoggiare il Venezuela Bolivariano è un imperativo politico ed etico

Povo venezuelanodi José Reinaldo Carvalho*
da resistencia.cc

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il giornalista e dirigente comunista brasiliano José Reinaldo Carvalho scrive sulla situazione attuale in Venezuela e chiede solidarietà totale e incondizionata con la Rivoluzione Bolivariana

Alla vigilia del Primo Maggio, mentre il governo rivoluzionario venezuelano convocava il popolo per celebrare la Giornata Internazionale dei Lavoratori, i golpisti venezuelani, addestrati dall’imperialismo USA e sostenuti dai governi di estrema destra del Brasile, della Colombia e di altri paesi satelliti del cosiddetto Gruppo di Lima, promuovevano un altro tentativo di golpe, con l’apparenza di colpo di stato militare.

Finora è stato un fallimento. Popolare e militare. Nonostante la mobilitazione di settori della popolazione – gli stessi su cui già contava Guaidó – non c’è stata, ancora una volta, l’adesione della maggioranza del popolo al golpe. E, peggio di tutto per i leader del golpe venezuelano e i loro capi internazionali, si è reso evidente che non esisteva e neppure esiste un dispositivo militare favorevole al colpo di stato. Questo è l’aspetto saliente, forse quello di maggiore importanza, dal momento che dal 23 gennaio, quando il capo dell’Assemblea nazionale in spregio alla Costituzione si è proclamato “presidente in carica”, dedicando quotidianamente le sue energie alla mobilitazione di sostegni esterni e alle ricorrenti manifestazioni di tradimento della patria, e cercando invano di ottenere sostegno tra i militari venezuelani.

Ciò che ha percorso il mondo fino ad ora nonostante le infami notizie false, comprese quelle sulla propagandata presa della base di La Carlota.

Le immagini parlano da sole, anche quelle montate da reti televisive manipolate dall’imperialismo: nessun militare, generale, ufficiale e sottufficiale è stato visto comandare divisioni e plotoni allo scopo di compiere o sostenere il golpe.

Ancora più eloquenti sono le dichiarazioni dei comandanti militari bolivariani, del ministro della Difesa Vladimir Padrino López, e del comando strategico operativo delle Forze Armate Nazionali Bolivariane, come vengono chiamate le Forze armate nazionali, Remigio Ceballos. Le dichiarazioni di questi capi militari possono essere riassunte in una parola: lealtà – al popolo, al paese, alla Rivoluzione Bolivariana, alla Costituzione del paese e al presidente della Repubblica legittimo e costituzionale, Nicolás Maduro.

Anche le prese di posizione di paesi stranieri finora sono chiare sulle implicazioni geopolitiche. I responsabili della politica estera e della sicurezza degli Stati Uniti si sono espressi a favore del colpo di stato e continuano a minacciare l’intervento militare come valida opzione sul tavolo.

Da parte sua, la Russia ha chiesto il rispetto dei principi stabiliti dal diritto internazionale e ha riaffermato il sostegno all’autodeterminazione del popolo venezuelano, lanciando un ulteriore appello contro lo spargimento di sangue a favore della pace.

Il Messico, il cui governo ha fatto respirare nella nostra regione la democrazia e la sovranità, così colpite recentemente dall’offensiva golpista e interventista degli Stati Uniti, lancia nuovamente un’iniziativa diplomatica di dialogo e pace.

Al contrario, in contraddizione con il mandato costituzionale brasiliano e le migliori tradizioni della nostra politica estera di difesa dell’autodeterminazione nazionale e della risoluzione pacifica dei conflitti internazionali, il governo di Bolsonaro si precipita a sostenere il tentativo di colpo di stato, subordinandosi agli interessi statunitensi. In questo modo, minaccia la pace e la stabilità regionali, il che significa un pericolo per la stessa popolazione brasiliana.

Desta molti sospetti il viaggio del ministro degli esteri Ernesto Araújo a Washington, dove ha incontrato il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il consigliere speciale per la sicurezza nazionale di Donald Trump, John Bolton, con il quale ha discusso della situazione venezuelana. Araujo ha lasciato entrambe le assemblee facendo dichiarazioni in cui ha rinnovato l’impegno del Brasile nella politica di strangolamento che gli Stati Uniti promuovono contro l’economia venezuelana e ha espresso ansia per il troppo tempo necessario per rovesciare il presidente Nicolás Maduro.

Occorre condannare la nota del governo brasiliano, in cui chiede il sostegno internazionale per il colpo di stato in Venezuela, e le dichiarazioni dei generali Augusto Heleno, capo del Gabinetto di sicurezza istituzionale e Hamilton Mourão, vicepresidente della Repubblica, entrambi esplicitamente a favore del golpe contro Maduro.

Nello scenario in cui il governo reazionario del Brasile e le sue forze armate, associate all’imperialismo statunitense, si aggiungono all’offensiva golpista contro il Venezuela, le forze progressiste brasiliane non possono vacillare. È un imperativo politico ed etico manifestare piena solidarietà con il popolo vicino e fratello e le sue istituzioni legittime.

* Giornalista, editor della Pagina Resistência, direttore di Cebrapaz e membro del progetto Jornalistas pela Democracia