Venezuela: ambasciatore a Roma, soddisfatti posizione Italia

am venezuela italiada ansa.it

La lettera del papa a Maduro è stata strumentalizzata

“L’unica via per preservare la pace e superare la crisi indotta dall’esterno è il dialogo e il negoziato responsabile, come detto dal Messico, dall’Uruguay e dai rappresentanti dell’Onu”. E’ l’unica strada per “cercare di risolvere la situazione in un clima che eviti la violenza non solo in Venezuela ma in tutta l’America Latina e possibilmente nel mondo”. Lo ha detto l’Ambasciatore del Venezuela in Italia, Julian Isaias Rodriguez Diaz in audizione alla commissione esteri al senato.

Il diplomatico ha poi fatto riferimento alla lettera inviata dal Papa e indirizzata al “signor” (e non Presidente) Nicolas Maduro i cui contenuti sono oggi pubblicati dal Corriere della Sera. Si tratta della risposta del pontefice alla richiesta di mediazione arrivatagli nei giorni scorsi dallo stesso Maduro. Dalla lettera – scrive il Corriere – emerge la delusione di Bergoglio dal momento che i tentativi “per tentare di trovare un’uscita dalla crisi venezuelana”, “purtroppo, tutti si sono interrotti perché quanto era stato concordato nelle riunioni non è stato seguito da gesti concreti per realizzare gli accordi”, osserva il pontefice. “E le parole sembravano delegittimare i buoni propositi che erano stati messi per iscritto”. Ma, secondo il diplomatico, la posizione del Papa è stata strumentalizzata. “Voglio segnalare – ha affermato – che non è vero che il Papa ha la posizione che è stata detta. Ho parlato personalmente con il Papa, all’interno del Vaticano ci sono anche degli scontri, il Papa rappresenta Dio sulla terra ma il Vaticano rappresenta la terra sulla terra. La posizione è stata strumentalizzata”.

Rodriguez Diaz si è invece dichiarato soddisfatto della posizione italiana. “Noi siamo contenti della dichiarazione espressa ieri dal Parlamento italiano. Il Parlamento non ha preso partito, ha mantenuto una posizione di equilibrio che è la cosa importante in questo momento”.

Ieri il governo italiano aveva chiesto al più presto elezioni presidenziali in Venezuela, perché la vittoria di Nicolas Maduro nel voto del maggio scorso è “illegittima”. Si era chiuso così, senza scossoni, il voto in Parlamento seguito alle comunicazioni del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi sulla crisi nel paese sudamericano: con una mozione comune di Lega e M5S che, pur impegnando l’Italia a rafforzare la pressione sul regime chavista, ha confermato il non riconoscimento di Juan Guaidò. Ma da Caracas il presidente sfiduciato dall’opposizione ha ribadito che di elezioni non vuole sentir parlare.