Per lo sviluppo sovrano e la sconfitta dell’imperialismo

pc venezuela 500pxda www.resistenze.org – popoli resistenti – venezuela – 16-10-18 – n. 686

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | prensapcv.wordpress.com

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

L’11° Plenum del CC del PCV ha esortato a costruire un’ampia alleanza patriottica

Nel quadro di un complesso panorama nazionale e internazionale, si è svolto l’11° Plenum del CC del Partito Comunista del Venezuela (PCV), a Caracas lo scorso 8 e 9 settembre, affrontando molteplici temi che si riflettono in diverse risoluzioni approvate e in particolare nella “Dichiarazione Politica”.

Quest’ultimo documento, denominato “Ampia alleanza patriottica, operaia-contadina, comunitaria e popolare per sconfiggere l’aggressione imperialista e superare la dipendenza e la crisi”, è stato reso pubblico da Oscar Figuera, segretario generale del PCV.

Il massimo rappresentante del Partito del Gallo Rosso ha sottolineato la denuncia del “pericolo crescente a proposito dell’integrità territoriale e dell’esistenza stessa del nostro paese come Stato-nazione per la pretesa dell’imperialismo statunitense di prendere il pieno controllo sulle nostre risorse strategiche e garantirsi il dominio in America Latina e Caraibi”.

Per la concretizzare i propri piani – spiega la dichiarazione – “l’imperialismo fomenta l’acuta crisi del capitalismo dipendente e rentier venezuelano, la decrescita economica, la spirale iper-inflazionaria e l’arretramento delle conquiste popolari raggiunte dal nostro popolo dal 1999”, oltre ad “incrementare la sua criminale aggressività […], aumentando il minaccioso accerchiamento politico, economico, mediatico, diplomatico e militare al nostro paese”.

Questa escalation multiforme, – aggiunge il CC – “si sviluppa con la vergognosa partecipazione di Governi pro-imperialisti – in particolare quello della Colombia – del cosiddetto “Gruppo di Lima”, la OEA e altri organismi internazionali dominati dal Governo degli USA, che confezionano giustificazioni per un’aggressione diretta, ad esempio ora, mistificando il sensibile tema della crescente migrazione venezuelana generata da ragioni economiche e stimolata dai meccanismi di “guerra non convenzionale”.

Il PCV ribadisce la sua ferma condanna del tentativo di assassinio del Presidente Nicolás Maduro dello scorso 4 agosto, e l’insieme di quei poteri le cui azioni sono riconducibili alle oligarchie di Colombia e Venezuela.

I comunisti hanno ricordato le tempestive avvertenze sulle “debolezze riformiste dei Governi progressisti in America Latina, guidati da tendenze piccolo-borghesi e borghesi”, visto che dove è in ripresa la destra neoliberista filo-imperialista “come in Brasile e Argentina, sono in sviluppo aggressioni politiche antioperaie, antipopolari e di criminalizzazione della lotta popolare, distruggendo diritti sociali e lavorativi con le imposizioni del FMI e di altri componenti del potere oligarchico transnazionale”.

Su queste basi, la dichiarazione segnala che “nel nostro paese urge costruire un’ampia alleanza patriottica, antioligarchica, antimonopolista e antimperialista, integrata da tutti i settori sociali, politici e economici disposti a sconfiggere la cospirazione internazionale, avanzare verso uno sviluppo sovrano e difendere il diritto all’autodeterminazione del popolo venezuelano”, anche se chiarisce che “per conquistare e difendere effettivamente la liberazione nazionale, questa ampia alleanza deve esser guidata dalla classe operaia e il popolo lavoratore della città e della campagna”, mirando a “una soluzione rivoluzionaria della crisi e all’accumulazione di forze per una correlazione operaio-contadina, comunitaria e popolare favorevole al superamento storico del sistema di sfruttamento capitalista”.

Superare la dipendenza

Sulle misure che gradualmente da agosto ha implementato il Governo nazionale nel suo “Programma di Ripresa Economica”, la dichiarazione del PCV ha puntualizzato che “secondo quanto annunciato, si propongono di stabilizzare l’economia e superare la crisi iperinflazionaria, cosa che è effettivamente una necessità urgente e ineludibile”, ma “per il loro orientamento riformista, tali decisioni non agiscono sulle cause strutturali della crisi, non mirano al superamento della dipendenza e ritardo produttivo che caratterizza l’economia nazionale“.

Il PCV ha evidenziato che le principali debolezze sono: assenza di piani diretti allo sviluppo delle forze produttive, mantenimento del potere dei monopoli privati della produzione e distribuzione, inesistenza di azioni efficaci contro la corruzione e le mafie che agiscono impunemente in diverse istanze dello Stato e del Governo.

Tuttavia, ha completato che alcune misure “anche se insufficienti, sono totalmente pertinenti e devono esser difese e rafforzate dal popolo lavoratore, tali come il salario nominale e l’adeguamento della struttura dei prezzi e dei sussidi dei combustibili per correggere le distorsioni nel mercato energetico“.

La dichiarazione ha sottolineato che “i lavoratori e lavoratrici e le loro organizzazioni sindacali di classe devono dare una vigorosa battaglia per sconfiggere il sabotaggio e la truffa padronale contro il nuovo salario e l’inamovibilità lavorativa”,  così come di “continuare e incrementare la sua lotta per la rivalorizzazione della forza lavoro, ossia, per conquistare salari sufficienti per l’acquisto di tutti i beni e servizi essenziali per la vita, il benessere integrale e lo sviluppo sociale della famiglia lavoratrice“.

Particolare spazio meritano gli “Accordi di Servizio Congiunto” tra PDVSA e un gruppo di imprese private nazionali e estere, visto che possono “configurare un regresso nella sovranità petrolifera conquistata negli ultimi anni, colpendo gli interessi della nazione venezuelana e indebolendo il potenziale produttivo e trasformatore del proletariato petrolifero venezuelano“.

Obiettivi strategici

Il Partito del Gallo Rosso ha ribadito la sua “ferma posizione contro lo smantellamento, disinvestimento e crescente deterioramento in cui si trovano la maggioranza dei servizi pubblici e delle entità statali lavorative, in molti casi con velate o aperte intenzioni privatizzatrici“, insistendo nella “necessità di riscattare e sviluppare, con i lavoratori, la produttività e l’efficienza delle imprese statali strategiche“.

Al contempo, il PCV ha chiesto che le imprese produttive e di servizi di proprietà statale, includendo le unità di produzione agricola e fondi recuperati, passino “a un nuovo modello di gestione, di direzione collettiva e condivisa (lavoratori, produttori agricoli, comunità, Governo), per abbandonare il modello autoritario e antidemocratico che favorisce l’inefficienza, la corruzione e la frode ai diritti lavorativi“.

In questo senso, i comunisti raddoppieranno gli sforzi “per elevare la coscienza di classe dei lavoratori e delle lavoratrici e del popolo nel suo insieme, per lottare per il controllo operaio e popolare sulla produzione e distribuzione di beni e servizi; per la nazionalizzazione delle banche, del commercio estero e dei monopoli privati; per un sistema unico nazionale di salute e di solide imprese statali di trasporto“.

Anche se, “di fronte alle limitazioni e incoerenze del riformismo “entreguista” piccoloborghese“, il PCV ha chiarito che “non c’è soluzione reale alle ingiustizie e alle diseguaglianze proprie del capitalismo senza l’implementazione di un programma economico, politico, sociale e lavorativo che sia concepito per lo sviluppo delle forze produttive con l’obiettivo di conquistare la liberazione nazionale e della presa del potere politico delle classi sfruttate e oppresse della società mediante una vera rivoluzione proletaria e popolare“.

Appello ai popoli

L’11° Plenun del CC ha stabilito di produrre un appello a tutti i popoli latinoamericani e del mondo a mobilitarsi massicciamente contro la guerra imperialista promossa dalle grandi corporation transazionali, e sollecitare la classe operaia e il popolo lavoratore della città e della campagna, a livello nazionale, ad approfondire l’organizzazione e la lotta, per trasformare la minaccia di guerra e di aggressione imperialista in insurrezione popolare contro il capitale.

Il PCV ha puntualizzato che “si stanno creando le condizioni affinché i popoli del mondo, guidati dalla classe operaia e il popolo lavoratore, affrontino la minaccia certa di guerra imperialista, e la convertano in insurrezione popolare contro il capitale, per aprire le porte alla rivoluzione proletaria a livello mondiale“.