Ayotzinapa som@s tod@s: 15 mesi dopo

ayotzinapadi Giulia Salomoni per Marx21.it

Il 13 dicembre a Bologna si è tenuto un incontro con Omar Garcia, il portavoce degli studenti di Ayotzinapa invitato dai compagni e dalle compagne del gruppo “Bologna per Ayotzinapa”. Ha spiegato come si è evoluta la situazione degli studenti e dei genitori dopo il 26 settembre del 2014 ed in particolare quanto sia stato importante il coinvolgimento di esperti internazionali e come il governo faccia ostruzionismo affinchè non vengano svolte ulteriori indagini dopo che il rapporto del Gruppo Interdisciplinare di Esperti Indipendenti (GIEI)  ha clamorosamente smentito la versione ufficiale della Procura Generale della Repubblica mettendone in luce tutte le contraddizioni. Ha evidenziato come di circa 300 organizzazioni che si erano inizialmente avvicinate alla lotta degli studenti per riavere i loro compagni oggi ne restino poco più di una trentina, che non hanno ceduto all’opportunismo di sfruttare l’ondata mediatica che ha colpito la scuola del Guerrero per ottenere concessioni dal governo e poi sparire, e come sia importante non solo ritrovare i loro compagni scomparsi ma anche pensare ad un’alternativa al sistema nel suo complesso.

Il Messico conta circa 25.000 desaparecidos secondo le stime delle associazioni per la difesa dei diritti umani. Il caso di Ayotzinapa ha avuto un enorme impatto mediatico ed è riuscito a coinvolgere buona parte della società messicana perché gli scomparsi facevano parte di una realtà organizzata, già precedentemente in contatto con i mezzi di comunicazione e con avvocati esperti nella difesa dei diritti umani, con alle spalle una forte tradizione di lotte sociali e politiche.

A Città del Messico all’incrocio tra Paseo de la Reforma e la calle de Bucareli, nello Zocalo della città di Tixtla, nella scuola normale rurale di Ayotzinapa gli alberi di Natale sono decorati con tartarughe di cartone. Le tartarughe sono il simbolo della scuola di Ayotzinapa. Su ogni guscio la foto di un normalista scomparso o gli slogan che hanno seguito e sostenuto la lotta degli studenti e delle famiglie dei 43 desaparecidos in questi 15 mesi. Ayotzinapa somos todos. Nos faltan 43. Ayotzinapa vive, la lucha sigue. Fue el estado. Fue el narco-gobierno.

“Passeremo un Natale triste perché non ci saranno i nostri figli. Questo albero significa che continuiamo ad esigere l’apparizione in vita dei ragazzi. Chiediamo che la gente dica che i padri continuano a lottare, perché sappiamo che sono vivi” dice Bernabé Abraham Gaspar, padre de Adam Abraham de la Cruz, che chiede al governo presieduto da Enrique Pena Nieto di rispettare i diritti umani e di consegnare i 43 normalisti scomparsi.

Mario Gonzalez, il padre di César Manuel Gonzalez Hernandez, uno dei 43 studenti, ha detto che i genitori non si arrendono e che il prossimo anno continueranno la lotta per avere informazioni sui loro figli, ma che per farlo avranno bisogno dell’appoggio di tutti.