L’Argentina chiude il ciclo dei Kirchner

Mauricio Macri GETTYdi Mariana Serafini | da vermelho.org.br

Traduzione di Marx21.it

Con quasi il 90% delle schede scrutinate, Mauricio Macri, è ormai il nuovo presidente dell’Argentina con il 52,35% dei voti. Il secondo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi questa domenica 22 novembre, è inedito nel paese, e questa è anche la prima volta che la destra arriva al potere per via democratica, e non con un intervento militare. Il candidato dello schieramento di governo, Fronte per la Vittoria, Daniel Scioli, ha ricevuto il 47,65% dei voti.

Nel suo discorso per la vittoria, Macri ha detto di rappresentare il cambiamento di percorso per l’Argentina e ha enfatizzato che il voto popolare “cambierà la storia”. Tale cambiamento non rappresenterebbe il revanscismo, o un regolamento di conti. “L’Argentina che sogniamo avrà povertà zero e lo costruiremo insieme”. “Dobbiamo sconfiggere il narcotraffico e lo dovranno fare tutti gli argentini uniti”.

Per tutto il tempo, il presidente eletto ha parlato del “lavorare in squadra”, “contare sull’appoggio di tutti gli argentini” e ha chiesto, diverse volte, che il popolo non lo abbandoni. Macri ha pure manifestato la sua apertura a negoziare “con tutti i paesi”. “Vogliamo avere buone relazioni con tutti i paesi, vogliamo lavorare con tutti. Il popolo argentino ha molto da presentare al mondo e speriamo di trovare un’agenda di cooperazione”.

Con pretese di modernità, Macri possiede il profilo della nuova destra latinoamericana e rappresenta il piano neoliberale messo in pratica in diversi paesi negli anni 90. Così come Horacio Cartes, in Paraguay, anche l’argentino è coinvolto nel football ed ha presieduto la squadra del Boca Junior tra 1995 e il 2008.

Imprenditore di successo, si è coinvolto nello sport, al fine di coltivare l’immagine della sua famiglia, la cui fortuna è stata accumulata in modo alquanto sospetto durante la dittatura argentina (1976-1983). L’analista politico del canale Telesur, Alberto Lopez Girondo, sostiene che la destra del continente appoggia il nuovo presidente argentino per accreditare il fatto che questa elezione può innescare un “effetto domino” in tutta la regione.

Sebbene affermi di volere coltivare buone relazioni con il Mercosur e, in particolare con il Brasile, Macri ha già lasciato intendere il suo interesse a stringere nuovamente relazioni con gli Stati Uniti, una politica differente da quella praticata dal blocco dei paesi del Sud.

Alberto accredita il fatto che il corso politico dell’Argentina possa cambiare drasticamente e mettere mano alle politiche sociali e alla distribuzione del reddito. “Provocare lo shock economico, decretare una svalutazione della moneta, venire a patti con i fondi “buitres” e generare tutto un clima di destabilizzazione economica sono le scelte che Macri potrebbe operare facendo una completa svolta a destra”.

Scioli ha riconosciuto la vittoria di Macri e gli ha augurato un buon governo. Nel suo discorso, ha detto di rispettare la scelta del popolo argentino e ha ricordato le conquiste ottenute negli ultimi anni, tra cui la rinazionalizzazione dell’impresa petrolifera YPF, l’ampliamento dell’accesso per i più poveri e la distribuzione del reddito più giusta. Ha affermato che torna a occupare la sua carica di governatore di Buenos Aires e che vuole lavorare in armonia con la governatrice eletta della provincia, Maria Eugenia Vidal, anch’essa della coalizione Cambiemos.

Rafforzamento degli USA e della NATO nel continente

L’economista a analista internazionale Ernesto Mattos sostiene che l’elezione di Macri è disastrosa per la sovranità del continente perché dovrà “seguire alla lettera lo schema borghese di apertura dei capitali e di libero commercio”.

“Macri potrebbe allearsi all’Alleanza del Pacifico e orientare Mercosur verso un trattato di libero commercio con l’Europa a condizioni neocoloniali, potrà anche andare a patti con l’Accordo sul Commercio Internazionale dei Servizi (Tisa, in inglese) e mettere un freno al ruolo dello Stato in economia”.

Ernesto afferma anche che i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito si avvantaggiano con Macri alla presidenza perché l’Argentina è un luogo strategico per gli interessi neocoloniali di questi paesi.  In particolare Londra che rifiuta il dialogo sulle isole Malvine all’ONU.

Le principali basi della NATO fuori dall’Europa sono installate nelle isole Malvine e con Macri non ci sarà resistenza. Al di là della questione della sovranità territoriale, ci sono tre compagnie petrolifere britanniche denunciate dal governo argentino – Falkland Oil and Gas, Premier Oil e Rockhopper – che affermano di avere trovato petrolio nella regione e mettono a repentaglio lo sviluppo dell’impresa petrolifera statale, la YFP.

Il risultato elettorale è stato diffuso dalla Camera Nazionale Elettorale dell’Argentina, la maggiore autorità per il controllo dei voti del paese. Le elezioni che sono iniziate alle 8 e terminate alle 17 (ora locale), sono trascorse in tranquillità e hanno visto una partecipazione popolare dell’80,83%. Ciò significa che più di 32 milioni di argentini hanno deciso di votare in questo inedito secondo turno.