L’Africa che lotta per la sua liberazione rende omaggio a Fidel

fidelcastro sudafricadi Carlos Lopes Pereira
da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

In Africa, partiti politici e dirigenti dello Stato hanno reso omaggio a Fidel Castro. E hanno messo in rilievo il contributo del leader rivoluzionario di Cuba all’emancipazione sociale e nazionale dell’Africa e alla lotta antimperialista dei popoli del Terzo Mondo.

José Eduardo dos Santos, presidente del MPLA e dell’Angola, ha ricordato la solidarietà di Cuba con la lotta dei popoli colonizzati, in particolare del popolo angolano, sottolineando “l’indimenticabile contributo di questo paese, sotto la guida di Fidel Castro, nella difesa e nel mantenimento della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Angola, nella resistenza all’aggressione dell’allora regime razzista sudafricano”.

Il MPLA ha espresso il rammarico del popolo angolano , che vede in Fidel “l’amico e compagno di tutti i momenti, il cui ruolo è stato determinante per la sconfitta degli eserciti invasori dell’allora regime dell’apartheid del Sudafrica e dell’ex Zaire, che volevano impedire la proclamazione dell’indipendenza dell’Angola, l’11 novembre 1975, e il suo successivo consolidamento fino ad oggi”.

Le relazioni fraterne tra angolani e cubani, forgiate nella lotta, continuano anche oggi, e lavorano in Angola più di 4.000 cubani, tra i quali 1.800 medici e 1.400 professori.

Da Maputo, il presidente del Frelimo e della Repubblica del Mozambico, Filipe Nyusi, ha indirizzato un messaggio al suo omologo Raul Castro e “all’eroico popolo fratello” cubano, esaltando la figura di Fidel “per la sua inestimabile e instancabile battaglia per la pace mondiale, la stabilità e l’indipendenza e l’uguaglianza sovrana tra i popoli, in particolare nell’Africa Australe”.

Il segretario generale del Partito Comunista Sudafricano (SACP), Blade Nzimande, ha dichiarato che Fidel Castro fa parte del nucleo di rivoluzionari che hanno dato un contributo inestimabile alla lotta per l’emancipazione dell’umanità. I comunisti sudafricani hanno evocato il ruolo di Cuba nella sconfitta del regime dell’apartheid e per la liberazione del Sudafrica e del continente. E hanno ricordato che oggi lavorano in Sudafrica medici cubani e studiano medicina a Cuba circa tremila giovani sudafricani.

Viaggiare nel futuro

Il presidente del Congresso Nazionale Africano (ANC) e del Sudafrica, Jacob Zuma, ha reso omaggio a Fidel, che, ha affermato, è stato “una grande ispirazione” per i patrioti sudafricani nella lotta contro l’apartheid. Ha evidenziato l’appoggio decisivo di Cuba, nel 1975, quando aveva inviato volontari internazionalisti in Angola, su richiesta del MPLA e del presidente Agostinho Neto, per contribuire a fermare l’avanzata delle orde del Sudafrica razzista e dello Zaire di Mobutu, appoggiati dall’imperialismo statunitense, che cercava di liquidare la nascita della Repubblica Popolare dell’Angola liberata dal colonialismo.

Zuma ha ricordato la decisiva battaglia di Cuito Cuanavale, nel 1988, nella quale truppe angolane e cubane fermarono l’avanzata delle forze sudafricane, distruggendo il mito della loro invincibilità e costringendo l’allora regime di Pretoria a sedersi al tavolo dei negoziati che hanno aperto la strada dell’indipendenza della Namibia e della fine dell’apartheid.

La stessa idea è stata difesa dal leader della Swapo e presidente della Namibia, Hage Geingob, in omaggio a Fidel: la battaglia di Cuito Cuanavale “è stata il momento decisivo della liberazione dell’Africa Australe”.

Due compagni di Nelson Mandela hanno riaffermato l’importanza storica dell’aiuto internazionalista cubano ai movimenti africani che hanno lottato per la liberazione nazionale e sociale delle loro patrie emergenti, negli anni sessanta e settanta del XX secolo. Come il MPLA, guidato da Agostinho Neto, il PAIGC, diretto da Amilcar Cabral, il Frelimo, guidato da Eduardo Mondlane e, dopo il suo assassinio, da Samora Machel, l’ANC di Nelson Mandela, la Swapo di Sam Nujoma, la ZAPU di Joshua Nkomo e la ZANU di Robert Mugabe, nello Zimbabwe.

Per Mac Maharaj, un veterano dell’ANC, compagno di prigionia di Mandela, “la verità è che esiste un forte legame tra Cuba e la liberazione dell’Africa Australe”. Un altro anziano democratico, Ahmed Katrada, parla della grande amicizia e cameratismo tra Mandela e Fidel, ricordando che Cuba è stato uno dei primi paesi visitati dal dirigente sudafricano dopo la sua liberazione, nel 1990.

Anche dal Nord Africa è arrivata una testimonianza del prestigio del dirigente storico della rivoluzione cubana in America Latina, in Africa e in Asia e ovunque.

Il presidente dell’Algeria, Abdelaziz Bouteflika, che è stato un combattente per l’indipendenza del suo paese, ha scritto che Fidel aveva “la singolare capacità di viaggiare nel futuro, di ritornare e di non raccontarci questo futuro. Egli merita di figurare nel pantheon dei rari uomini che sono stati allo stesso tempo precursori e attori delle dinamiche che hanno caratterizzato la marcia del nostro mondo”.