Sentiment analysis sull’escalation militare in Donbass

galofaro donbass2di Francesco Galofaro e Marco Pondrelli

Questa settimana abbiamo analizzato la comunicazione degli utenti di Twitter per sondare gli umori circa la nuova escalation militare nel Donbass. Come sempre, al grafo riassuntivo dei valori di polarità e di soggettività dei tweet (fig. 1) associamo i wordcloud dei tweet positivi (fig. 2) e negativi (fig. 3), in modo da favorire l’interpretazione dei nostri lettori. Abbiamo impiegato l’hashtag #Donbass e selezionato i 200 tweet con maggiore impatto in termini di rilanci, interazioni e like.

Figura 1

galofaro donbass

Figura 2

galofaro donbass2

Figura 3

galofaro donbass3

Le opinioni degli utenti si concentrano in una ristretta area intorno al grado 0 della polarità. Il grado di soggettività è più ampio e copre tutto lo spettro, con una prevalenza del registro oggettivo. È normale che non vi siano toni positivi rispetto all’aggravarsi della situazione e alle minacce di guerra. Inoltre, alcuni tweet realizzano un valore di polarità positivo perchè ricordano che la secessione della Repubblica di Crimea è avvenuta pacificamente (la rete neurale che utilizziamo per analizzare il traffico della rete è molto sensibile alla parola pace, è un algoritmo pacifista). Altri tweet con un valore di polarità elevato mostrano le truppe russe bene accolte dalla popolazione al confine ucraino, o il primo giorno delle reclute dell’esercito della Repubblica popolare di Donetsk. 

Venendo ai tweet con un valore debolmente positivo, molti rilanciano semplicemente articoli di giornale o pubblicizzano trasmissioni sull’argomento. Alcuni si concentrano sul tour diplomatico del presidente ucraino Zelensky, che sta facendo il giro dei capi di Stato per sondare le loro reazioni in caso di guerra. Ha incontrato Erdogan in Turchia, il quale ha assicurato la propria neutralità in caso di conflitto, deludendo chi sperava che divenisse un alleato di Kiev. 

Se scorriamo la lista dei messaggi più rilanciati dagli utenti, abbiamo la denuncia dell’ideologia nazista che anima i combattenti della parte ucraina – saluti romani, svastiche, bandiere della Wehrmacht; c’è chi fa notare che gli americani hanno bisogno di una crisi per bloccare il gasdotto Northstream2. Si insiste anche su un punto di cui i media ufficiali parlano con un certo imbarazzo, ovvero il fatto che le truppe ucraine a Donetsk stiano bombardando la popolazione civile. Si postano le case danneggiate, l’aeroporto, il centro Volvo, il villaggio di Pisky … Qualcuno dovrebbe chiedersi se il governo di Kiev non stia perpetrando un crimine contro il proprio popolo, dato che questa è la consueta giustificazione che gli USA impiegano da sempre per le proprie guerre di aggressione. C’è anche chi ricorda che nel 2014 la Repubblica di Donetsk aveva proposto all’Ucraina di dar vita a uno stato federale, con un’autonomia sul modello dell’Alto Adige, e che fu Kiev a rispondere con i carri armati.

Tra i tweet con polarità negativa, il più ripreso insiste sulle vittime ucraine, un soldato ucciso e tre feriti (di nuovo, il nostro algoritmo è molto sensibile alle uccisioni, è una intelligenza artificiale non-violenta). Alcuni fanno notare che l’Ucraina potrebbe utilizzare le armi dell’arsenale militare ex-sovietico, e che Zelensky ha ventilato la possibilità di tornare nel club delle potenze militari. Si twittano foto degli istruttori militari inviati dagli USA a sostegno delle truppe ucraine. Infine, qualcuno interpreta la decisione di sospendere i voli civili tra Mosca e Istanbul alla luce del fatto che la rotta passa proprio sopra la regione contesa, il che li esporrebbe a un rischio in caso di attacco russo.

Come il lettore avrà notato, la maggioranza dei tweet sposa la causa del Donbass. Per onestà intellettuale è meglio precisare che anche gli autori dell’articolo condividono questo punto di vista. Allo stesso tempo, notiamo anche che i sostenitori del punto di vista ucraino tendono a usare l’hashtag #ucraina. Dunque, la guerra divide il popolo di twitter anche sugli hashtag.