La guerra fredda verde

china ngoL’alleanza parlamentare transatlantica lanciata contro la Cina, con il coinvolgimento sostanziale di un politico verde tedesco

da https://www.german

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx.21

I dirigenti dei Verdi tedeschi stanno giocando un ruolo di primo piano in una nuova alleanza parlamentare transatlantica contro la Cina. Gli integralisti anti-cinesi, Marco Rubio e Bob Menendez, sono considerati le forze trainanti dell’Alleanza interparlamentare sulla Cina (IPAC), lanciata venerdì scorso, che attualmente coinvolge membri di dodici parlamenti. Ufficialmente, l’organizzazione cerca di forgiare una politica occidentale comune verso la Cina. Un obiettivo concreto sembra essere l’attuazione anche in Europa della politica sanzionatoria statunitense contro Pechino. L’IPAC sta mobilitando i parlamentari, laddove i governi nazionali stanno ancora rifiutando le sanzioni. Nei corridoi della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, lo scorso febbraio, Reinhard Bütikofer, membro del Partito Verde del Parlamento europeo, aveva già proposto la creazione di un tale gruppo di pressione parlamentare. Ora è co-presidente dell’IPAC. L’alleanza, che chiede lo sviluppo di “strategie di sicurezza” contro la Cina, ha un ex specialista della CIA nel suo comitato consultivo.

IPAC

L’Alleanza interparlamentare sulla Cina (IPAC) è stata lanciata venerdì scorso dai legislatori di otto parlamenti. Nel frattempo hanno aderito i politici di dodici parlamenti, undici nazionali[1] e il parlamento dell’UE. Sono coinvolti anche gli Stati, che recentemente hanno mostrato un atteggiamento particolarmente aggressivo nei confronti della Cina: USA, Australia e Giappone. I senatori statunitensi Marco Rubio (repubblicano) e Bob Menendez (democratico), che da tempo si sono distinti come integralisti anti-Cina, giocano un ruolo di primo piano nell’IPAC. Tra i copresidenti dell’Alleanza ci sono due politici del Partito Verde tedesco, Margarete Bause, in qualità di membro del Bundestag tedesco e Reinhard Bütikofer, in qualità di membro del Parlamento europeo. Allo stesso modo è coinvolto anche Michael Brand, portavoce per i diritti umani nel gruppo del Bundestag della CDU/CSU.

Tipici doppi standard occidentali (I)

L’IPAC mira esplicitamente a promuovere una “risposta coerente” all’ascesa della Cina[2]. La nuova alleanza – che comprende Stati transatlantici e stretti alleati, Giappone e Australia – chiede alla Cina di rispettare gli standard che le potenze occidentali hanno ripetutamente violato: La Repubblica Popolare Cinese deve conformarsi agli “standard dell’ordinamento giuridico internazionale”. Non si parla delle guerre contro la Jugoslavia (1999), l’Iraq (2003) o la Libia (2011), che le potenze occidentali hanno condotto in varie forme in violazione del diritto internazionale. Il membro fondatore dell’IPAC Bütikofer, ad esempio, ha sostenuto la guerra contro la Jugoslavia nel 1999 come dirigente politico del Partito dei Verdi nell’allora coalizione di governo. L’IPAC ha inoltre dichiarato che la Cina è tenuta a rispettare gli standard dell’ordine basato sulle regole del WTO. Le pratiche dell’amministrazione Trump che violano queste regole non sono menzionate. Inoltre a Pechino non dovrebbe, ad esempio, essere permesso di compromettere la sovranità di paesi che beneficiano di crediti. L’IPAC non menziona la pratica del Fondo Monetario Internazionale (FMI), dominato dall’Occidente, che impone programmi di austerità draconiani contro la volontà dei beneficiari del credito.

“Finalmente un meccanismo di sanzioni”

È particolarmente evidente che l’IPAC cerca di far applicare all’Europa la politica sanzionatoria statunitense. I senatori statunitensi Rubio e Menendez sono le forze principali dietro l’introduzione delle leggi statunitensi in materia, che, con la scusa di cercare di agire contro le misure adottate da Pechino a Hong Kong e nello Xinjiang, aprono la porta ad azioni punitive contro la Repubblica Popolare Cinese. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovrebbe presto firmare il disegno di legge sullo Xinjiang. Il disegno di legge relativo a Hong Kong è già in vigore dallo scorso novembre. Bütikofer si è recentemente pronunciato a favore “finalmente dell’instaurazione di un meccanismo di sanzioni globali paneuropee concertate”, per poter finalmente “imporre sanzioni per le violazioni dei diritti umani ai funzionari cinesi”[3]. L’IPAC ha scelto questo mezzo per avere influenza sui parlamenti, laddove il governo statunitense non è ancora riuscito a costringere altri governi, attraverso la pressione diretta, ad adottare la sua politica sanzionatoria. Un esempio è la Gran Bretagna, dove, da qualche tempo, soprattutto i backbenchers* Tory pro-USA stanno insistendo con fermezza affinché la decisione del loro governo di una limitata partecipazione di Huawei alla creazione della rete britannica 5G venga rivista. L’IPAC consente ora di ampliare tali pratiche.

L’ex governatore coloniale e i Verdi

In Germania i Verdi costituiscono la spina dorsale di questa politica. Questo si è potuto osservare di recente, quando l’ultimo governatore coloniale britannico di Hong Kong, l’ex commissario per le relazioni esterne dell’UE, Chris Patten, ha lanciato un appello – in merito alla nuova legge cinese sulla sicurezza di Hong Kong – chiedendo un’azione congiunta da parte dei paesi occidentali e dei loro alleati contro la Repubblica Popolare Cinese. Questo appello ha anche cercato di mobilitare il maggior numero possibile di parlamentari per adottare una politica aggressiva e conflittuale nei confronti di Pechino, aggirando i governi nazionali. Ha già raccolto le firme di 853 politici provenienti da Europa, Nord America, Australia e Giappone, la maggior parte dei quali sono legislatori dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo. L’appello dell’ex governatore coloniale ha ricevuto un sostegno particolarmente forte da parte dei Verdi tedeschi, i cui nomi sono elencati accanto ai sostenitori di destra come Marco Rubio e Ted Cruz.[4] Il politico dei Verdi Bütikofer gioca un ruolo di primo piano anche nell’IPAC. Nei corridoi della Conferenza sulla sicurezza di Monaco (MSC), il capo della delegazione del Parlamento europeo per la Cina ha lanciato un appello per la formazione di un caucus transatlantico in Cina, con l’obiettivo di mettere i rappresentanti del Congresso americano in stretto contatto con i membri del Parlamento europeo[5].

Tipici doppi standard occidentali (II)

La sorprendente, a prima vista, cooperazione che i Verdi tedeschi hanno con i sostenitori della destra repubblicana statunitense, ha una lunga tradizione nella lotta contro la Cina. Per molti anni i Verdi tedeschi, come i repubblicani statunitensi, hanno sostenuto i circoli tibetani legati al Dalai Lama, che occasionalmente hanno fatto ricorso alla violenza nella loro opposizione a Pechino, anche chiedendo che la secessione del Tibet dalla Repubblica Popolare Cinese.[6] Protestando contro le misure di Pechino nello Xinjiang, i repubblicani statunitensi e i Verdi tedeschi sono fianco a fianco, un altro esempio di tipico doppio standard occidentale: Mentre la lotta della Cina contro la jihad degli uiguri nello Xinjiang (come riportato dal sito german-foreign-policy.com [7]) è fortemente attaccata, i crimini di massa commessi dall’11 settembre 2001 durante la “Guerra al Terrore” dell’Occidente – rapimento e tortura di sospetti terroristi – sono passati sotto silenzio. All’epoca fu coinvolto il governo tedesco della coalizione SPD/Verdi.[8] Bütikofer era allora dirigente politico del Partito dei Verdi.

Il membro del Comitato Consultivo con una carriera nella CIA

La composizione dell’Advisory Board dell’IPAC corrisponde all’agenda sopra indicata. Tra i suoi membri vi sono attivisti di Hong Kong, tra cui un chirurgo britannico con esperienza in zone di guerra e di conflitto violento[9], nonché il vicepresidente del Congresso mondiale degli uiguri di Monaco (come riportato da WUC, German-foreign-policy.com[10]). Il componente del comitato consultivo dell’IPAC Robert L. Suettinger, d’altra parte, è stato un impiegato di lunga data della CIA[11].

“Strategie di sicurezza

Gli obiettivi dichiarati dell’IPAC non indicano in definitiva il suo orientamento a lungo termine. Le “democrazie”, dichiara l’organizzazione, devono sviluppare “strategie di sicurezza” complementari per affrontare le “sfide” presentate dalla RPC.[12] Ciò è in linea con le considerazioni che vengono fatte nei circoli transatlantici, per posizionare la NATO contro la Cina – anche in modo esplicitamente militare.

Note

[1] I parlamenti nazionali di: Australia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Canada, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Repubblica Ceca e Stati Uniti.

[2] ipac.global.

[3] Christoph B. Schiltz: Augenblick der Wahrheit für die EU. welt.de 26.05.2020. Vedi anche Die Meister der doppelten Standards.

[4] Vedi anche Auf breiter Front gegen Beijing.

[5] China eint Amerikaner und Europäer. tagesspiegel.de 15.02.2020. Vedi anche Streit um die Chinapolitik.

[6] Vedi anche  The Olympic Torch Relay Campaign and Operations against China.

[7] Vedi anche Setting the Sights on East Turkestan (I).

[8] Vedi anche  17 Years “War on Terror”.

[9] Team: Dr Darren Mann. ipac.global.

[10] Vedi anche Setting the Sights on East Turkestan (II) e The Chinese Opposition’s Foreign Hub.

[11] Team: Robert L. Suettinger. ipac.global.

[12] Circa. ipac.global.

*parlamentare che non ricopre incarichi nel governo o nell’opposizione [N.d.T.]