Risposta ad un attacco inqualificabile da parte della dirigenza della CGT

Annie Lacroix Rizdi Annie Lacroix-Rix (Professore emerito di storia contemporanea, Università di Parigi 7)

da historiographie.info

traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it

Qualche giorno fa la Cgt, nel suo bollettino nazionale, ha messo tra i rosso bruni (i militanti di sinistra che simpatizzerebbero per posizioni di destra) la storica francese Annie Lacroix-Riz. Questo tipo di attacchi verso i militanti di sinistra e i comunisti accomuna ormai molti paesi occidentali. Conosciamo la compagna per essere uno dei pochi esempi di storici coerentemente marxisti, che hanno unito allo studio scientifico della storia, un coerente impegno personale anti imperialista, contro tutte le guerre che sono state scatenate negli ultimi anni, dalla Jugoslavia all’Irak, alla Libia.

Pubblichiamo qui alcuni stralci della sua risposta alla direzione della Cgt. Alcuni pezzi sono stati tagliati, perché troppo legati al quadro politico francese, e difficilmente comprensibile per i militanti italiani. Abbiamo mantenuto quelle parti della risposta che mostrano su quali punti poggi l’attacco e quali strumenti di diffamazione sono stati messi in atto per attaccare la compagna Lacroix-riz. Possiamo vedere che questi rispettano un canone abbastanza diffuso e simile a quello utilizzato in Italia e altrove.

Pochi giorni dopo il Segretario Generale della Cgt Martinez ha chiamato direttamente la compagna, scusandosi per l’avvenuto. Questo è sicuramente positivo, e rappresenta una differenza rispetto a quanto accade altrove. Ma nulla toglie all’operazione che è stata compiuta, che mostra come, anche all’interno del sindacalismo di classe sono presenti correnti contro riformatrici, strettamente legate alla Confederazione Europea dei Sindacati. (Marx21.it)

10 Gennaio 2019

Il 9 gennaio 2019, sono stata informata di un attacco nominativo lanciato contro di me da una scheda anonima, nella rivista ufficiale della CGT, intitolata : Estrema destra e mezzi di comunicazione.

Alla fine di un paragrafo intitolato “Diversi esempi di pubblicazioni relative all’estrema destra”, sono stata citata – come la mia eccellente e coraggiosa collega belga Anne Morelli, che ha combattuto contro le guerre imperialiste contro la Jugoslavia e l’Iraq e vi si è recata in pieni bombardamenti – da: “[La giornalista Pignede] nel 2004 ha diretto un documentario, “Propaganda di guerra, Propaganda di pace”, al quale hanno partecipato Annie Lacroix-Riz e Jean Bricmont. Entrambi navigano in movimenti cospirazionisti e hanno partecipato nel 2005 alla conferenza anti-imperialista “Axis for Peace” organizzata da Thierry Meyssan.”

Va notato che anche Wikipedia fornisce un resoconto fattuale di questo documentario del 2004 di Béatrice Pignède, morta nel 2015, nei seguenti termini: “Il suo documentario Propaganda di guerra, Propaganda di pace nel 2004 coinvolge due storici Anne Morelli e Annie Lacroix-Riz, mettendo a confronto i temi della propaganda durante la guerra in Iraq con quelli sviluppati durante altri conflitti. “(https://fr.wikipedia.org/wiki/B%C3%A9atrice_Pign%C3%A8de) Naturalmente, non ho nulla da ritrattare da quanto ho detto in quell’intervista, e non sono in alcun modo responsabile dell’evoluzione politica di questa giornalista, che era stata esclusa dalla televisione per pensiero critico, che conoscevo per questo, e che non vedo dal 2005.

Il documento accusatorio della CGT sembra essere stato redatto per la formazione dei suoi quadri, che dovrebbero condurre, grazie ai principi così dispensati, una lotta ideologica efficace “contro l’estrema destra”.

Sarei quindi “rosso bruna”, come dimostra la mia compagnia del settembre 2018 con molti amici e compagni che sono l’onore del movimento operaio e intellettuali progressisti?

(video di una conferenza tenuta alla Festa de l’Humanité del 2018) https://www.youtube.com/watch?v=CRvwFM8A1-4

L’amalgama

Il testo della CGT si ispira allo stesso spirito di terrorismo intellettuale del Decodex de Le Monde, di Check News (in inglese, ovviamente, la lingua madre delle persone coinvolte) di Libération e dei loro molteplici strumenti di vari organi della grande stampa. Si sente anche un certo odore di,

— da un lato, la detestabile scheda di Wikipedia, un caso frequente, compreso il mio, scritto da scrittori di estrema destra. Hanno definitivamente vietato di intervenire a chiunque abbia osato contestare la mia mutazione in una negazionista fascista (gli amanti della “discussione” su questo sito possono provare a contestare il contenuto del mio file, ne capiranno immediatamente i metodi), e,

— D’altra parte, la letteratura del cosiddetto movimento “antifascista”. Si tratta di un movimento estremamente eterogeneo, poiché comprende conservatori o reazionari della “Nuova” o della “Vecchia” destra, come Pierre-André Taguieff, accanto ai membri del Partito Socialista o utilizzati direttamente dalle loro organizzazioni, come Rudy Reichstadt, “lanciato” dal Ministero della Pubblica Istruzione Nazionale sotto la Presidenza Hollande, e che ha già condotto una vergognosa campagna contro di me, chiamandomi “complottista”, perché ho inventato una “sinarchia” che non esiste, come scrive il mio collega Olivier Dard, professore a Parigi 4 e docente prediletto dell’Azione Francese (vedi il documento allegato “Lettera aperta ai miei amici all’UJRE su invito curioso, sabato 10 marzo 2018”).

[…]

La letteratura che mi descrive come ” rosso-bruna”, sull’esempio della “fiche n° 17” della CGT, è sempre caratterizzata dall’amalgama tra, da un lato, la destra e l’estrema destra, e, dall’altro, la vera “sinistra”, cioè quella che lotta per la soppressione del capitalismo, obiettivo ufficiale iniziale, a mia conoscenza, della CGT, a lungo mantenuto.

La parte “europeista” della Confederazione non sostiene più la sinistra, che rifiuta l’orientamento della Confederazione europea dei sindacati, di cui la CGT fa parte fin dall’epoca di Thibault. Ritiene inoltre intollerabile mettere in discussione l’orientamento “occidentale”, compresa l’appartenenza alla NATO, il che viola allo stesso modo tutte le tradizioni di lotta e di analisi della CGT-CGTU.

È lo stesso amalgama presente tra le due guerre mondiali, e che ha portato i suoi iniziatori alla collaborazione (di classe e poi addirittura diretta), mentre le loro vittime sono state tra gli eroi, francesi e stranieri, della Resistenza:

Mi riferisco per questo confronto al mio libro De Munich à Vichy, l’assassinat de la 3e République, 1938-1940, Paris, Armand Colin, 2008, 408 p., e al contributo “La défaite de 1940 : l’interprétation de Marc Bloch et ses suites”, al simposio Marc Bloch, Rouen, 8-10 febbraio 2012. Quest’ultimo è incluso nel recente libro del 2015, Divissions syndicales, reformisme et impérialismes dominants, 1939-1949, Montreuil, Le Temps des cerises, 2015, 250 p., fuori stampa, ma che sarà ristampato da Delga. Quest’opera mostra, con documenti di supporto, l’opposizione tra il sindacalismo di lotta e il sindacalismo della collaborazione di classe, un’opposizione molto chiara alla fine degli anni ’30, alla vigilia della guerra generale.

La russofobia

È interessante notare che la CGT, nei suoi documenti sulla “formazione” dei quadri, indica i nemici russi della Francia – che ci riporta ai tempi in cui René Belin, secondo di Jouhaux e con la promessa di succedergli, e futuro “Ministro del lavoro e della produzione industriale”, che con decreto del 10 novembre 1940, sciogliendo la CGT, gridò “Sus aux Russes” e “abbasso i senegalesi di Stalin” con i suoi. Lo hanno seguito sotto l’occupazione e hanno beneficiato di enormi prebende statali e padronali dopo l’abrogazione della CGT (vedi i miei lavori Industriali e banchieri francesi sotto l’occupazione, Parigi, Armand Colin, 2013, 816 p., e Les élites françaises, 1940-1944. De la collaboration avec l’Allemagne à l’alliance américaine, Paris, Dunod-Armand Colin, 2016, 496 p., Belin index).

La Russia di Putin sarebbe un tipico esempio di distribuzione di denaro straniero che irriga informazioni disoneste e parziali. Per quanto ne so, la CGT non ha mai protestato contro ciò che caratterizza l’informazione di oggi, vale a dire l’enorme influenza finanziaria e ideologica degli Stati Uniti e di tutte le istituzioni che controlla per corrompere l’informazione in generale e le nostre “élite” giornalistiche in particolare. Tra questi vi sono molti esempi di giovani leader franco-americani, che hanno sostituito la cruda propaganda del Reader’s Digest del dopoguerra con l’intossicazione “francese” a flusso continuo. Non perdetevi l’elenco informativo.

Così, per esempio, sarei anche nazista perché sono stata più volte ospitata sul sito Les Crises, il cui responsabile, Olivier Berruyer, è molestato dai beniamini dei media – come Cécile Vaissié, il cui sorprendente libro Les réseaux de Poutine en France (2016), ha ricevuto una grandissima risposta, da sinistra “Médiapart” all’estrema destra – e che è accusato da questi stessi media di diffondere “false notizie” (Fake News è meglio) e di sottomettersi ai diktat di un Putin pronto a piombare sulla Francia?

Quindi, per esempio, sarei una nazista anche perché, non essendo mai stata invitata alla televisione pubblica quando Frederic Taddei conduceva un programma, sono stata invitata da lui a partecipare a un “dibattito” (innegabilmente un dibattito) sull’estrema destra, su RT, il 17 ottobre 2017.

Ero al fianco di Thomas Guénolé, ora trattato da LREM come un delinquente, https://francais.rt.com/france/57708-il-y-a-pire-que-ceux-qui-tabassent-aurore-berge-saisit-justice-contre-cadres-insoumis? Dopo il sequestro governativo di tutti gli archivi e gli indirizzi de LFI (ndt, il movimento di Mélenchon, vittima di un attacco giudiziario), un comportamento esorbitante nei confronti dei diritti e delle libertà dei cittadini che non era stato mai così ampiamente attuato dopo la repressione anticomunista del 1939-1940, sotto esplicite pressioni da Berlino (vedi Monaco di Baviera a Vichy) e poi negli anni ’50, sotto esplicite pressioni da Washington, si passa alla prigione per sovversione? Con le approvazioni e l’incoraggiamento della CGT contro queste persone ” rosso-brune”? Assicuro a questo politico la mia piena solidarietà.

Vorrei anche cogliere l’occasione per rendere omaggio al grande storico-politico progressista americano, William Blum, ex membro del Dipartimento di Stato e uomo onesto, che dal 1967 ha messo la sua vita (rovinando la sua carriera) al servizio della verità sull’imperialismo americano, e che è appena morto. Raccomando vivamente ai miei corrispondenti di leggere il libro “Guerre di flagello”, Lione, Parangon, 2004 (Killing Hope: U.S. Military and CIA interventions since World War II, Monroe, Maine, Common Courage Press, 2003, edizione completa del suo libro essenziale, The CIA: A Forgotten History, London and New Jersey, Zed Books, 1986). Questo permetterà loro di comprendere meglio il principale corruttore del mondo nell’era del secondo dopoguerra. Rosso-bruno, anche il defunto William Blum?

Il mio editore, amico e compagno Aymeric Monville sarebbe anche lui un “rosso-bruno” per avere chiaramente e onestamente esposto su RT Regno Unito a partire da ottobre 2018 la trasformazione dell’attuale regime in una dittatura di destra, poi gli sviluppi del movimento sociale in corso? Il mio appoggio è confermato.

Storica marxista e comunista

Ricordo ai miei lettori e corrispondenti che sono uno dei pochissimi storici marxisti in Francia, e, horresco referens, anche comunisti. Nessuno è mai stato in grado di trovare in nessuno dei miei scritti o interventi alcun compiacimento per il fascismo e il razzismo.

A questo proposito, vorrei fare riferimento all’elenco dei miei lavori, che troveranno su http://www.historiographie.info/cv.html e sul testo allegato (CV del mio lavoro).

In esso è incluso il mio libro in revisione, dedicato a La non-épuration, che credo sia particolarmente illuminante dell’apparato statale, in particolare la polizia e la magistratura, che, dopo la Liberazione, hanno avuto la responsabilità di ripristinare uno status quo totale, cancellando la collaborazione dei maggiori colpevoli, e vilipeso, in misura difficilmente immaginabile, gli ex combattenti della resistenza, morti o sopravvissuti. La maggior parte di loro erano stati militanti, francesi e stranieri, dal PCF e dalla CGTU, poi la CGT riunificata, poi la CGT clandestina di Frachon e Costes. Questo libro sarà dedicato all’FTP-MOI (e penso in particolare al mio caro amico e compagno Léon Landini, instancabile lottatore) e al Gran Magistrato Paul Didier, un onore unico di ” giudice disonorato”, per usare il titolo di un libro di Virginie Sansico (La justice déshonorée 1940-1944, Paris, Tallandier, 2015).

Inoltre, attraverso il mio lavoro sulla CGT nel dopoguerra, oggetto di una tesi di Stato, unica tesi di Stato dedicata a questo argomento, e attraverso molti altri lavori relativi agli anni 1930-1950, ho mostrato il mio attaccamento al movimento sindacale e la mia ammirazione per la combattiva CGT del Frachon, Costes e Croizat: “La CGT e le richieste dei lavoratori contro lo Stato, dalla Liberazione all’inizio del Piano Marshall (settembre 1944-dicembre 1947). Deux stratégies de la Reconstruction”, 4 vol. 4 (2 del testo: 1215 p., 2 delle note: 978 p. + Indice, indice ed errata), tesi di Stato difesa all’Università di Parigi I, 7 novembre 1981. Giuria: J. Bouvier, J.-M. Mayeur, A. Prost, R. Trempé, C. Willard. Questa tesi è stata pubblicata in due libri: La CGT de la Libération à la démission (1944-1947), Paris, Éditions Sociales, 1983, 400 p., e Le choix de Marianne: les relations franco-américaines de 1944 à 1948, Paris, Éditions Sociales, 1986, 222 p., che sarà ristampato da Delga nel 2019. Per non parlare, e ci sono altri contributi, delle divisioni sindacali già citate, e delle origini della camicia di forza europea, 1900-1960. La France sous influence allemande et américaine, Paris, Delga-Le temps des cerises, rédition augmentée, 2016, 165 p., dove sono riportate le prestazioni a confronto, negli anni 1950, il sindacalismo di connivenza, e della CGT di Frachon allora risolutamente anti “europeista”.

La direzione della CGT ha finora dimostrato con brillantezza la sua posizione sull’attuale movimento sociale, aderendo ad una concezione del sindacalismo che i suoi rifondatori della Liberazione, i lottatori della CGTU, hanno combattuto nei loro lunghi decenni d’onore (senza onorificenze): ha abdicato alle sue tradizioni, e classificherebbe oggi i suoi ex leader, eroi della Resistenza Interna, tra i comunisti “rosso-bruni”. Anche Leon Landini?

Questo non è ovviamente il primo attacco contro di me: i miei corrispondenti e frequentatori del mio sito sono stati informati di molti altri attacchi, e hanno avuto in diverse occasioni, li ringrazio ancora una volta, la possibilità di sostenermi contro altri aggressori, della falsa sinistra, della destra e dell’estrema destra (clericali “ucraini” inclusi).

Tuttavia, non nascondo il mio stupore e la mia indignazione per il fatto che la direzione della CGT, la Confederazione al cui servizio ho recentemente prestato il mio lavoro di storica, contro le insopportabili rivendicazioni degli eredi di Louis Renault (2011-2014), ha avuto l’audacia di classificarmi all’estrema destra. Gli articoli http://www.historiographie.info/renaultcharst.pdf e http://www.historiographie.info/mediapart0711.pdf (per non parlare di Industriels et banquiers français sous l’Occupation, Parigi, Armand Colin, 2013, 816 p., dove la Renault occupa un posto di rilievo, e le lotte dei lavoratori un intero capitolo, il 10) testimoniano questo lavoro al servizio della scienza storica e del movimento operaio.

La CGT, di cui sono stato membro dell’Istituto di storia sociale, mi ha cacciato senza battere ciglio alla fine degli anni ’90, con la discrezione necessaria per l’arrivo di Bernard Thibault, pianificata per l’imminente adesione alla Confederazione sindacale europea, non perché mi ha trovato “bruna”, ma perché mi ha trovato troppo “rossa”.

Richiedendo con successo ad altri storici più in linea con le sue nuove concezioni della storia socio-economica (e che apprezzano legittimamente di essere riconosciuti e onorati dai più eminenti rappresentanti della classe operaia e dei lavoratori in Francia), mi ha sistematicamente cancellato, in condizioni che sarebbero state comiche se non vergognose, dalle sue bibliografie e conferenze: in particolare, nel 2013, di un simposio su Croizat, per il quale ha invitato storici, nessuno dei quali aveva mai lavorato su Croizat, una delle figure importanti nella mia tesi sulla CGT, uno scandalo esteso a Michel Étiévent, al quale ho reagito invano (testo allegato alla pietosa risposta dell’IHS su quest’ultimo, senza risposta alla mia stessa protesta).

La CGT è ora passata, con questo documento che dovrebbe “formare” i suoi militanti responsabili, ad un’accusa aperta, assolutamente inqualificabile. Intendo naturalmente interpellare Philippe Martinez, ex attivista e dirigente della Renault CGT, sulle ragioni di questo affronto anonimo, e sfidare la direzione della Confederazione a trovare una mia dichiarazione o una mia scrittura che avrebbe potuto dar luogo a questa infame accusa.

Ringrazio anticipatamente tutti i miei corrispondenti per aver distribuito questo messaggio di protesta nel modo più ampio possibile. Ho bisogno del loro sostegno contro un’iniziativa che fa parte di un processo di distruzione e criminalizzazione della sinistra, quella vera, e della storia scientifica e indipendente dal finanziamento dei potenti, francesi o stranieri.

Quest’ultimo sarà certamente dura sul cambio di campo (che tutti sappiamo essere momentaneo, per quanto duraturo possa essere stato) della vecchia Confederazione.