Vertice NATO: rivalità e concertazione

nato macron londradi Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese

da avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Annunciato come una “celebrazione”, il vertice della NATO, conclusosi il 4 dicembre, è stato caratterizzato da beffe, messaggi, dichiarazioni di intenti e decisioni serie da non trascurare.

Gli episodi più significativi che caratterizzano questo vertice sono stati quelli che si sono verificati attorno alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che in precedenza aveva “diagnosticato” che la NATO si trova in uno stato di “morte cerebrale”.

I grandi interessi economici e finanziari che Macron rappresenta mal sopportano l’imposizione dell’ “America First”, sostenuta dalla amministrazione Trump, che presuppone e richiede il pieno allineamento e l’adesione ai dettami statunitensi da parte dei suoi alleati.

L’imperialismo USA riafferma non solo la richiesta di subordinazione politica dei suoi alleati, ma anche di subordinazione, se non di dipendenza economica, tecnologica e militare.

Per salvaguardare il predominio egemonico dell’imperialismo USA, non vi è alcun margine di manovra per gli alleati e ciò è determinato dalla relativa tendenza al declino degli Stati Uniti nel contesto dell’approfondimento della crisi strutturale del capitalismo e del processo di riorganizzazione delle forze a livello mondiale.

Per gli Stati Uniti, la NATO è stata creata per servire i suoi interessi e obiettivi; in caso contrario, non vi è alcun motivo per cui la NATO continui ad esistere. In definitiva, questa è la base della cosiddetta “fiducia” degli Stati Uniti nei confronti dei suoi alleati.

Sono questi i “dolori” che fanno desiderare a Macron una “alleanza tra pari” sostenuta da un’iniziativa militare “europea” guidata da lui; impedire che i suoi interessi vengano sacrificati alla strategia unilaterale degli Stati Uniti; e sottolineare che la “condivisione degli oneri” – compreso l’ “obbligo” di acquistare beni militari statunitensi – non è sufficiente, ma che nella NATO è anche necessaria la condivisione (almeno un maggiore equilibrio) di propositi, possibilità e bottino delle operazioni destabilizzanti e delle guerre di aggressione dell’imperialismo – si vedano le divergenze tra le grandi potenze della NATO in merito alla loro guerra di aggressione contro la Siria.

Tuttavia, nonostante rivalità, interessi contrastanti, contraddizioni, le grandi potenze imperialiste continuano a convergere sul militarismo, sulla militarizzazione dell’UE come pilastro europeo della NATO, sulla corsa agli armamenti – comprese le armi nucleari – sulla militarizzazione dello spazio, sulla mancanza di rispetto per il diritto internazionale, sull’interferenza e l’aggressione contro gli stati e i popoli che sono considerati un ostacolo per l’imposizione della loro egemonia mondiale – indicando la Russia e la Cina come obiettivi strategici – e sul rafforzamento della NATO come strumento di guerra.

La NATO ha annunciato in questo vertice che tra il 2016 e il 2020 i suoi membri – esclusi gli Stati Uniti – aumenteranno le loro spese militari di circa $ 130 miliardi, prevedendo di raggiungere $ 400 miliardi entro il 2024. Nel 2018, i 29 Stati membri della NATO hanno speso tanto in spese militari quanto i restanti 164 paesi nel mondo.