Comunicato del Comitato Esecutivo del Consiglio Mondiale della Pace (WPC)

wpc logoHanoi, 23-25 ​​novembre 2017

Traduzione di Roberta Fildani per il Comitato Contro la Guerra Milano

Riceviamo dai compagni del Comitato Contro la Guerra Milano e volentieri pubblichiamo

La riunione del Comitato Esecutivo (CE) del WPC si è svolta con successo nella capitale della Repubblica Socialista del Vietnam, ad Hanoi, dal 23 al 25 novembre, ospitata dal Comitato per la Pace del Vietnam. Alla prima riunione del  CE dopo l’Assemblea Mondiale del WPC del 2016 a Sao Luis /Brasile hanno partecipato 44 delegati che rappresentavano 26 organizzazioni provenienti da altrettanti paesi.

Il CE ha dedicato una sessione speciale al centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre e al suo servizio alla lotta per la pace, come deciso dall’ultima Assemblea del WPC.

La conclusione fondamentale dell’incontro è stata che questo straordinario e significativo evento del 20° secolo ha cambiato il corso dell’umanità e ha aperto la strada a ulteriori trasformazioni e rivoluzioni sociali, economiche e politiche, dimostrando che la lotta della gente può vincere e creare nuove società libere da dominio imperialista e sfruttamento. Pertanto la Rivoluzione d’Ottobre rimane una fonte d’ispirazione per i popoli.

Tenendo il nostro CE nella capitale del Vietnam, Hanoi, esprimiamo il nostro profondo rispetto e apprezzamento al popolo vietnamita, che ha combattuto vittoriosamente contro i fascisti giapponesi e i colonialisti francesi e contro gli imperialisti statunitensi nelle loro guerre in Vietnam, e che ha ottenuto notevoli risultati nella costruzione del Socialismo e dello sviluppo nazionale, nonostante le conseguenze della guerra che perdurano tuttora, tra cui milioni di vittime grazie al tossico “Agente Arancio”, usato allora dall’esercito americano. Il WPC esprime tutta la sua solidarietà al popolo vietnamita per tutto quanto sopra.

La riunione del CE del WPC ha esaminato la situazione mondiale riguardo alle minacce per la  pace e la stabilità, la crescente aggressione e guerre imperialiste in diverse parti del mondo, così come la risposta di popoli e movimenti pacifisti, ha espresso la sua più seria preoccupazione sui crescenti pericoli di un catastrofico conflitto di dimensione mondiale, compreso l’uso di armi nucleari.

In un contesto di prolungata crisi economica del sistema, di gravi minacce di guerra, della continuità di guerre imperialiste lunghe e catastrofiche, di aggressioni, manovre destabilizzanti e della militarizzazione accelerata del pianeta, mentre emergono anche forze fasciste e reazionarie in vari paesi, Il WPC ha discusso e stabilito obiettivi e campagne che possono toccare la coscienza delle persone e aumentare la consapevolezza.

Lo scenario internazionale rimane instabile, pieno di tensioni e minacce, che diventano più pericolose man mano che la crisi si approfondisce, come conseguenza delle contraddizioni di un disuguale sistema politico, economico e sociale. Due vettori opposti caratterizzano la situazione internazionale. Da un lato, affrontiamo l’offensiva e la competizione delle forze imperialiste ed egemoniche per dominare il mondo e impadronirsi delle risorse dei popoli e delle nazioni. In questa offensiva, gli imperialisti e i loro alleati agiscono con rabbia. Dall’altro, ci sono molti segnali sul potenziale della lotta dei popoli e sulla resistenza delle organizzazioni e dei movimenti e delle forze di pace e di progresso sociale. Il WPC si adopererà per la più ampia alleanza possibile e per azioni comuni che abbraccino tutte queste lotte per obiettivi comuni. Allo stesso tempo dovrebbero essere fatti sforzi specifici per scoprire le cause profonde delle guerre, della miseria e della disuguaglianza, promuovendo e rafforzando le forze progressiste e antimperialiste e le loro azioni.

La politica “Pivot verso l’Asia” degli Stati Uniti, per aver spostato il 60% della loro potenza militare nella regione, viene ulteriormente implementata dal nuovo presidente degli Stati Uniti, insieme alla potente settima flotta del Pacifico della US Navy, le oltre 200 basi militari statunitensi nella regione, tra cui il Giappone e la Corea del Sud, gli accordi bilaterali militari degli Stati Uniti e relativo potenziamento con cui verranno schierate persino truppe in vari paesi, come già avviene per decine di migliaia di soldati statunitensi nella regione. L’interesse particolare degli Stati Uniti e dei loro alleati nell’area riguarda il controllo geostrategico dell’intera area, le sue rotte marittime e le risorse naturali, evitando conflitti fatali. Ma è anche al fine di contenere l’emergente  Repubblica Popolare Cinese.

Il WPC sostiene tutte le lotte contro la presenza e le manovre militari statunitensi nella regione. A Okinawa, una lotta che coinvolge ampi settori della società sta ulteriormente crescendo contro la costruzione di una nuova base della US Marine Corp a Henoko / Nago City. Il WPC esprime la sua solidarietà a questi movimenti ad Okinawa e nel Giappone.

Il Nepal si sta muovendo verso la stabilità politica con le elezioni del governo locale e le prossime elezioni parlamentari federali e provinciali. Nonostante le interferenze straniere per la promulgazione della nuova costituzione, i tentativi di provocare conflitti tra le varie caste  e comunità all’interno della nazione e la minaccia di stati federali su base etnica, la costituzione è in fase di attuazione. Mentre si stanno muovendo verso le elezioni parlamentari, esiste la prospettiva di un nuovo governo progressista con il vasto sostegno del popolo nepalese. Il WPC rispetterebbe questo desiderio del popolo nepalese e vorrebbe esprimere i suoi migliori auspici per il successo.

Il WPC segue con preoccupazione gli sviluppi nel Mar Cinese Meridionale, in particolare per quanto riguarda le dispute territoriali tra diversi paesi limitrofi. Sosteniamo la risoluzione pacifica delle differenze a livello bilaterale e multilaterale tra tutte le parti coinvolte. Chiediamo a tutte le parti di astenersi da qualsiasi azione unilaterale che possa complicare ulteriormente la situazione; riaffermiamo la nostra posizione di principio per il rispetto e l’attuazione del diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), che garantisce i diritti sovrani di tutti i paesi. Siamo fermamente contrari alla militarizzazione dell’area e alla presenza militare e alle azioni delle potenze non regionali, in particolare gli Stati Uniti, che hanno chiaramente i propri motivi e interessi. Chiediamo il loro ritiro dalla regione e chiediamo a tutte le parti di ridimensionare militarmente la situazione.

Il World Peace Council esprime solidarietà e sostegno al popolo del Laos nei suoi sforzi per liberarsi delle conseguenze di decenni di guerre, in particolare ordigni inesplosi alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 tre milioni di tonnellate di bombe sono state sganciate nel Laos. Il 30% delle bombe a grappolo non è esploso, tutt’ora alcuni contadini che lavorano nei loro campi o bambini che giocano con le bombe delle dimensioni di una pallina da tennis restano mutilati o uccisi da quegli ordigni. Inoltre, la presenza di quegli ordigni inesplosi in quasi tutte le province ostacola lo sviluppo del paese.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo Rohingya del Myanmar, che sta affrontando una grave crisi umanitaria causata dal governo del Paese e che è in fuga per salvarsi la vita, ed esprimiamo rimostranza per le politiche di pulizia etnica. Chiediamo al governo di garantire la sicurezza dei civili e di prendere provvedimenti immediati per porre fine alle violenze al fine di ripristinare le normali condizioni socio-economiche, compreso il ritorno dei profughi nelle loro case.

L’EC del WPC esprime la sua seria preoccupazione per il crescente conflitto religioso e il fondamentalismo nell’Asia meridionale che sono usati per dividere le lotte dei popoli. Chiediamo alle organizzazioni sociali di essere vigili su questa situazione esplosiva e di mobilitarsi contro questa agenda divisiva.

Il WPC ribadisce la sua richiesta per il ritiro degli Stati Uniti e della NATO dall’Afghanistan, come condizione per consentire alle persone di decidere liberamente e senza interferenze sui loro affari interni.

La situazione dentro e intorno alla penisola coreana sta diventando “esplosiva”. Tutte le minacce e le provocazioni militari dovrebbero cessare immediatamente. Tutte le parti interessate dovrebbero adottare senza indugio una soluzione diplomatica e pacifica. Denunciamo la presenza di 28.000 soldati statunitensi nel sud della penisola con tutti i tipi di armi altamente sofisticate, compresi gli armamenti nucleari e l’installazione di una nuova base americana sull’isola di Jeju. Lo schieramento dell’ombrello THAAD da parte degli Stati Uniti in Corea del Sud sostiene apertamente l’opzione di primo attacco senza possibilità di rappresaglia. Costituisce anche minaccia nei confronti della Repubblica Popolare Cinese e della Federazione Russa. Il WPC è fermo nella sua solidarietà con il popolo coreano per il suo desiderio di riunificazione pacifica nazionale e per il diritto del DPR della Corea di difendere la sua sovranità e integrità territoriale insieme con le sue risorse naturali.

Il WPC ribadisce la sua posizione di principio sull’abolizione di tutte le armi nucleari e la sua opposizione alla sperimentazione di qualsiasi armamento nucleare. L’Appello di Stoccolma, un’importante iniziativa storica del WPC, firmata da centinaia di milioni di persone interessate alla minaccia dell’uso di questi arsenali, rimane attuale e continua ad essere una linea guida per la nostra azione. Il Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari (adottato il 7 luglio 2017) è una pietra miliare che porta alla loro totale eliminazione, alla lunga e amata aspirazione degli Hibakusha e dei popoli del mondo. Il trattato riconosce che le armi nucleari sono inumane con conseguenze catastrofiche, se mai utilizzate di nuovo, e contrastano con la Carta U.N. e la legge internazionale. Tutti gli stati dovrebbero firmare il trattato sul divieto di armi nucleari senza indugio.

Gli stati in possesso di  armi nucleari ed i loro alleati non hanno firmato il trattato. Dobbiamo sviluppare ulteriormente un’opinione pubblica che possa esercitare pressione su di loro al fine di abbandonare la politica di “deterrenza nucleare”.

Allo stesso tempo, sottolineiamo il fatto che gli Stati Uniti sono l’unico paese che ha usato tali armi nella storia. Inoltre, non si astiene dall’opzione di primo attacco nucleare, viceversa  l’ha introdotta anche alla NATO, che l’ha adottata. Appoggiamo la proposta di una sospensione reciproca delle esercitazioni militari intorno alla penisola da parte degli Stati Uniti-Giappone-Corea del Sud con la rimozione del THAAD e la sospensione del programma nucleare da parte del DPR della Corea. Il WPC  afferma ancora una volta il suo chiaro disaccordo con le sanzioni imposte al DPR della Corea in quanto costituiscono un mezzo per strangolare la popolazione.

Il caso dell’Ucraina è l’episodio più rilevante e attuale nel continente europeo che mostra tendenze fasciste, così come le azioni imperialiste di assedio e provocazione e il suo tentativo di circondare la Russia. Il regime di destra a Kiev, sostenuto dagli Stati Uniti e dall’UE, gioca sulla strategia di rafforzare la presenza degli imperialisti nell’Europa orientale e di affrontare la Russia. Il Consiglio mondiale della pace sostiene la lotta del popolo ucraino. Ci opponiamo risolutamente al regime fascista e esprimiamo una solidarietà senza riserve con i comunisti ucraini e le altre forze progressiste che sono oggetto di persecuzioni odiose.

Seguiamo con preoccupazione anche la persecuzione subita dalle forze pacifiste antimperialiste in Turchia, in particolare il membro del WPC, l’Associazione per la pace della Turchia che è stata bandita nel 2016 dal governo all’indomani del tentativo di colpo di stato. Chiediamo la sua reintegrazione immediata. Il governo della Turchia è alleato con l’imperialismo statunitense e europeo nella regione e promuove un programma reazionario, conservatore e aggressivo contro il suo popolo e i suoi vicini. In quanto membro storico e strategico della NATO, la Turchia ospita testate nucleari statunitensi e sostiene direttamente le forze estremiste e i terroristi che combattono in Siria.

Riaffermiamo la nostra solidarietà al popolo di Cipro e la posizione del WPC nell’ultima Assemblea per la riunificazione dell’isola e la fine dell’occupazione turca, in una comune patria per tutti i ciprioti (ciprioti greci e ciprioti turchi), senza truppe e basi straniere, senza custodi e guardiani, in un paese riunificato e con una sola sovranità, una cittadinanza e una personalità internazionale, come descritto nelle risoluzioni ONU pertinenti. Inoltre, respingiamo e denunciamo gli sforzi per portare Cipro direttamente o indirettamente nella NATO, che è stata anche coinvolta nell’invasione e nell’occupazione parziale dell’isola nel 1974.

Il WPC denuncia la presenza dell’armata della NATO nel Mar Egeo, con il pretesto dell’emergenza del flusso dei rifugiati e migranti e dei piani NATO nella zona. Condanniamo le azioni del governo greco che, pur rinnovando l’accordo militare USA-Grecia sulla base di Souda (Creta), offre strutture per lo spiegamento di elicotteri militari statunitensi sul suolo greco e la prospettiva di ospitare droni a Creta. Giorno dopo giorno il Mar Egeo sta diventando un cimitero per centinaia di famiglie in fuga dalla Siria, dall’Iraq e dall’Afghanistan. Le isole greche si stanno trasformando in campi profughi, senza risorse sufficienti o adeguate per accogliere e ospitare queste persone. Una questione chiave in questa tragedia rimane la regolamentazione UE degli accordi di Schengen e Dublino II, insieme all’accordo UE-Turchia. Denunciamo l’ipocrisia dell’UE e dei governi di molti di quei paesi attraverso cui viaggiano i rifugiati, apertamente ostili ai rifugiati.

Il WPC ribadisce la sua ferma posizione contro la NATO, come strumento della dominazione imperialista e ala armata degli imperialisti USA e UE. L’espansione della NATO ad est, il suo accerchiamento della Russia lungo i suoi confini, con lo spiegamento di truppe dal Mar Baltico alla Bulgaria e l’installazione dello Scudo di difesa missilistico in Polonia e Romania, sta intensificando in modo aggressivo e deliberato la tensione. Questo va di pari passo con le sanzioni degli Stati Uniti e dell’UE contro la Russia. La NATO sta sviluppando e aumentando il suo arsenale mirando alla capacità di primo attacco nucleare contro i suoi avversari. Ha deciso di aumentare la spesa militare di tutti i membri al 2% del PIL annuale di ciascuno.

Lottiamo e chiediamo lo scioglimento della NATO su scala globale, sostenendo al tempo stesso la lotta dei popoli in ogni stato membro per svincolarsi da essa. L’Unione europea, da sola e/o con la NATO, sta agendo contro i suoi popoli. La sua politica di sicurezza e di difesa comune costituisce uno strumento pericoloso per l’intervento straniero e l’aggressione imperialista in molte parti del mondo.

Il piano reazionario e imperialista per il “Nuovo Medio Oriente”, appoggiato dagli Stati Uniti, dalla NATO e dall’UE, con il loro intervento militare aperto e in cooperazione con i regimi reazionari della regione, ha aggiunto nuove sofferenze a milioni di persone che sono fuggite per salvarsi in tutti i paesi vicini. Il loro obiettivo era ed è il controllo delle risorse energetiche e delle linee di approvvigionamento e il controllo geostrategico dell’area con nuove frontiere e nuovi regimi compiacenti.

Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie del recente attacco terroristico in Egitto, dove centinaia di civili hanno perso la vita e condanniamo questo atto  codardo e disumano.

La politica bellicista e interventista delle grandi potenze, alleata con le forze reazionarie locali, è sempre più intensa in tutto il Medio Oriente. Siria, Afghanistan, Iraq, Libia, Libano e Yemen sono presi di mira dall’aggressione imperialista e da interventi destabilizzanti. Prendiamo nota positiva dei significativi successi del popolo siriano nella sua lotta contro il terrorismo e l’intervento straniero. Dichiariamo la nostra solidarietà alle persone progressiste e amanti della pace e alle loro organizzazioni in Siria, e riaffermiamo il loro diritto inalienabile di costruire per sé un paese laico, sovrano e democratico, in cui persone con differenti credi possano vivere insieme, con un governo legittimo e con integrità territoriale. Il WPC ribadisce la sua condanna degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei, Turchia, Israele e le dispotiche monarchie del Golfo, che hanno sostenuto direttamente o indirettamente, finanziato e addestrato gruppi estremisti mercenari e religiosi per attaccare la Siria, a costo di milioni di vite.

Esprimiamo la nostra seria preoccupazione per le nuove minacce dell’amministrazione statunitense e di Israele contro l’Iran, alla luce del possibile ritiro degli Stati Uniti dall’accordo internazionale sull’attività nucleare firmato dalla precedente amministrazione statunitense e dagli altri membri permanenti del SC dell’ONU . I pericoli di un’escalation del conflitto si riferiscono anche al deterioramento delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita. Da parte del WPC riaffermiamo la nostra solidarietà al popolo iraniano e le sue forze amanti della pace, contro ogni interferenza straniera nei loro affari e a sostegno della loro lotta per i diritti sociali, politici e dei popoli in tutte le sfere.

Il WPC è seriamente preoccupato per le dichiarazioni provocatorie e le minacce emanate dall’imperialismo USA dirette contro l’Iran che hanno assunto una dimensione molto pericolosa da quando Donald Trump ha visitato l’Arabia Saudita – dove ha concluso un grande accordo per la fornitura di armi da 300 miliardi di dollari – e poi Israele nel maggio 2017. In questi giorni un altro crimine di guerra viene commesso con la più grande crisi umanitaria in corso, secondo le Nazioni Unite, nello Yemen. Un paese sottoposto a un pesante attacco e aggressione da parte di una “coalizione” guidata dai sauditi che oggi provoca centinaia di migliaia di casi di fame e malnutrizione e una pandemia di colera nell’anno 2017, a parte le migliaia di civili uccisi dai bombardamenti. Il WPC denuncia l’aggressione contro il popolo yemenita, che è pienamente sostenuta dagli Stati Uniti e richiede la fine dell’assedio e il diritto del popolo yemenita di decidere da solo e liberamente le proprie questioni.

Denunciamo il regime di Israele per la sua continua ed espansiva occupazione delle terre palestinesi con il supporto dell’imperialismo, al fine di controllare l’intero territorio. Questo continua ad essere un elemento chiave nella strategia di dominio e di prevenzione della pace in Medio Oriente. Il WPC ribadisce la sua solidarietà con l’eroica lotta del popolo palestinese contro la politica genocida e oppressiva dello Stato di Israele, che sottopone il popolo ad oppressione crudele. Difendiamo il diritto inalienabile del popolo palestinese per l’istituzione del loro stato indipendente e sovrano con i confini precedenti al 4 giugno 1967 e con Gerusalemme Est come capitale, secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite. Chiediamo lo smantellamento degli insediamenti israeliani nella West Bank palestinese e l’eliminazione del Muro di separazione, così come la libertà di settemila prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane e il rispetto del diritto al ritorno dei rifugiati in conformità con il Risoluzione ONU 194. Chiediamo il riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite dagli Stati membri delle Nazioni Unite. Il WPC deve esplorare e lanciare una campagna sotto lo slogan: FINE DELL’OCCUPAZIONE ORA!

Il WPC esprime la sua solidarietà con le forze amanti della pace in Israele, che affrontano il regime autoritario del paese mentre lottano fianco a fianco con il popolo palestinese per la causa comune.

Il WPC EC esprime la sua solidarietà al popolo libanese per la difesa dell’integrità e della stabilità del paese e denuncia i piani per convertirlo in un teatro d’azione  di forze straniere. Chiediamo il ritiro delle forze israeliane dalle fattorie libanesi di Shebaa.

Esprimiamo la nostra seria preoccupazione per le turbolenze nella Repubblica Bolivariana del Venezuela provocate dalla guerra economica dell’oligarchia locale in conformità con la posizione aggressiva della nuova amministrazione statunitense, che continua l’inaccettabile e pericolosa politica dell’Ordine esecutivo di Obama che definisce il Venezuela ” minaccia alla politica estera degli Stati Uniti e alla sua sicurezza “. Denunciamo l’intervento aperto negli affari interni del paese e la minaccia di un intervento militare statunitense in Venezuela, soprattutto dopo l’elezione dell’Assemblea nazionale costituente. Speriamo che l’Assemblea contribuisca a trovare modi di risoluzione pacifica e democratica dei problemi e allo stesso tempo approfondisca  i cambiamenti in favore degli interessi della grande maggioranza del popolo venezuelano. Condanniamo la recente decisione dei ministri degli esteri della UE che hanno imposto sanzioni al Venezuela, e costituisce dunque un atto di escalation dell’interferenza della UE nel Paese.

Ribadiamo la nostra solidarietà al popolo di Puerto Rico, la colonia degli Stati Uniti nei Caraibi, nella loro lotta per il diritto all’autodeterminazione e contro l’oppressione multiforme dei suoi cittadini.

Stiamo seguendo con preoccupazione gli sviluppi in Brasile, dove dopo il colpo di stato parlamentare del 2016 contro il presidente eletto, un governo antipopolare ha assunto con il chiaro e aperto scopo di servire il capitale locale e internazionale e un’agenda reazionaria.

Il WPC esprime la sua solidarietà al popolo argentino nell’esercizio dei suoi diritti sovrani sulle isole Malvinas e condanna la grave violazione da parte dei vecchi governanti coloniali.

Un anno dopo la scomparsa del leader storico e comandante in capo della rivoluzione cubana Fidel Castro, rendiamo omaggio e tributo al leader che non solo ha dato il suo contributo decisivo alla vita del popolo cubano, ma con la sua modestia e saggezza è stato un leader rivoluzionario di dimensione mondiale, una delle poche personalità del XX secolo. Il WPC ribadisce la sua richiesta incondizionata per la chiusura immediata e permanente della base americana di Guantanamo, che è occupata contro la volontà del popolo cubano e per il ritorno del territorio a Cuba. Dichiariamo la nostra sincera e incrollabile solidarietà con il popolo cubano e la sua rivoluzione, nel difendere i suoi risultati e per porre fine al blocco criminale degli Stati Uniti e a tutti gli altri tentativi di interferenza destabilizzante.

Il WPC saluta i popoli dell’America Latina e dei Caraibi ed esprime la propria solidarietà con la lotta per il diritto sovrano di decidere autonomamente e liberarsi dalle macchinazioni straniere che si propongono di sovvertire il loro futuro e il loro percorso di sviluppo. Sottolineiamo l’importante decisione della CELAC che ha dichiarato la regione una “Zona di Pace”, che riflette i sentimenti e le aspirazioni autentiche della grande maggioranza della popolazione dell’emisfero occidentale.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo colombiano nel suo desiderio di raggiungere la pace e di vivere con dignità dopo la firma degli accordi di pace tra il governo colombiano e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia – l’Esercito popolare (FARC-EP). Allo stesso tempo, denunciamo assolutamente il vigliacco omicidio di contadini, membri delle FARC e leader del movimento sociale colombiano che si stanno svolgendo in violazione degli accordi.

Il continente africano continua a sperimentare vari gradi di instabilità come risultato diretto dell’intervento imperialista nel perseguimento di un’agenda per sfruttare le sue risorse. Continua a essere contrassegnato da problemi interni ed esterni come risultato delle macchinazioni del grande capitale locale e multinazionale che hanno trascinato il continente in guerre e creato instabilità politica e aperte minacce da parte dell’imperialismo. Il US Africa Command (Africom) continua a trascinare parti del continente in conflitto e le sue politiche espansionistiche hanno portato all’ampliamento dell’impronta del militarismo. Molti governi sono stati coinvolti in giochi geopolitici di posizionamento intra-imperialista e l’imperialismo cerca di conquistare più risorse e mercati per le sue multinazionali.

Nell’Africa occidentale la Francia continua a dominare e ha una strategia di dominio a causa delle relazioni storiche coloniali, della lingua ed altro che esiste da molti anni. Anche la Turchia nell’ultimo periodo si è prefissata l’obiettivo di coinvolgere il continente per presentarsi come un vero amico del continente con “nessuna intenzione e storia di colonialismo e dominio”. Erdogan ha tra l’altro convocato un vertice Turchia-Africa per mobilitare il sostegno ai suoi obiettivi e fornire nuovi  mercati per la borghesia turca. L’UE si è prefissata un programma di cosiddetta promozione della democrazia e ha avviato processi di finanziamento della promozione di elezioni democratiche in molti paesi africani. La Cina è vista come una minaccia a causa delle relazioni storiche che l’Africa ha con l’imperialismo e la sua propaganda nel continente.

Il WPC ribadisce la sua solidarietà con il popolo del Sahara occidentale. Condanniamo l’occupazione marocchina del Sahara occidentale e sottolineiamo la nostra solidarietà con la giusta lotta del popolo saharawi, per il loro inalienabile diritto all’autodeterminazione con un referendum libero e democratico.

È con queste convinzioni che il Comitato Esecutivo del WPC è determinato a formulare risoluzioni e mozioni che promuovano un’ampia unità in azioni per la pace, la democrazia, la giustizia sociale e la solidarietà tra i popoli. In questo modo rafforzeremo la solidarietà delle persone nella lotta per la pace, contro l’imperialismo!

Il WPC sta mandando un messaggio ai popoli del mondo, alle persone amanti della pace in tutti i paesi, da Hanoi, la capitale dell’eroico Vietnam, le cui persone sotto la guida saggia di Ho Chi Minh hanno combattuto eroicamente, faccia a faccia e vittoriosamente contro l’imperialismo, liberando e unificando il paese. Per quanto forte possa apparire o essere il nemico, i popoli hanno il potere di resistere e vincere, poiché costituiscono l’unica vera “superpotenza”.

Hanoi, 25 novembre 2017