La prospettiva dell’Eurasia nei piani strategici della Russia di Putin

Modi con Putindi Luciano Lago
da controinformazione.info

La svolta della Russia di Putin, nella sua strategia di consolidamento di un asse euroasiatico, si è manifestata con evidenza negli ultimi anni ed ha trovato il suo clou nell’ultimo vertice fra Vladimir Putin ed il premier nazionalista indiano Modi. Il Primo Ministro Narendra Modi è stato infatti l’invitato speciale del presidente russo Vladimir Putin all’Eastern Economic Forum (EEF) a Vladivostok, che si è svolto nei giorni scorsi e costituisce un passo fondamentale per realizzare la nuova visione geopolitica e per stabilire un mondo multipolare con l’India e la Cina come nucleo dei paesi partner di Mosca, questo evento è stato analizzato anche da un importante pensatore russo Alexander Dugin.

Lo stesso Dugin, ha sottolineato che l’invito del presidente Putin a Mr. Modi, come ospite principale dell’EEF di quest’anno, è stato ” innanzitutto “un riconoscimento dell’India moderna come paese chiave del continente euroasiatico e nel mondo in generale”. Questo passo (di Putin) riflette anche la visione strategica del premier russo per modellare il futuro ordine mondiale. Questo ordine, secondo la visione di Putin, dovrebbe essere multipolare, basato sull’assoluta sovranità di potenti civiltà anziché sull’egemonia dell’Occidente liberale.

La visione geopolitica innovativa della Russia di Putin risulta ancora più evidente nel consolidamento e sviluppo delle relazioni della Russia con la Cina, che è stata il punto focale della svolta verso Oriente.

Da un lato, come ha ripetutamente sottolineato il presidente Putin, le relazioni della Russia con la Cina non sono mai state migliori. La loro partnership strategica si è avvicinata e approfondita. I due paesi coordinano le loro posizioni sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I contatti con la difesa sono cresciuti in modo particolarmente solido, ancorati alle vendite di armi russe alla Cina e ad esercitazioni congiunte sempre più estese nell’Asia orientale e nel Pacifico occidentale e oltre. L’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, guidata congiuntamente da Cina e Russia, è diventata un forum importante per la discussione di questioni regionali, in particolare con la recente aggiunta di India e Pakistan. La Cina è diventata il principale partner commerciale della Russia, con scambi bilaterali superiori a $ 100 miliardi nel 2018.

D’altra parte, è anche vero che rimangono importanti questioni sul futuro delle relazioni della Russia con la Cina. Esistono asimmetrie evidenti che dovrebbero destare preoccupazione a Mosca. La più ovvia è la grande disparità di dimensioni e potenzialità economiche. Il PIL cinese è circa 6-8 volte maggiore di quello russo, a seconda di come viene misurato il PIL, e il tasso di crescita della Cina supera di gran lunga quello russo. Mentre la Cina potrebbe ora essere il maggiore partner commerciale della Russia, la Russia non si colloca tra i primi dieci partner commerciali della Cina. Tuttavia Pechino si trova nella necessità di incrementare la sua cooperazione con la Russia ed altri paesi, come l’Iran e la Turchia, per il fatto che deve sottrarsi quanto più possibile alla dipendenza commerciale con gli USA, vista la guerra dei dazi e delle sanzioni inaugurata dall’Amministrazione Trump. In questo senso è fondamentale per la Cina incrementare lo sviluppo della cooperazione con la Russia e sfruttarne le sue enormi potenzialità.

Gli investimenti diretti cinesi in Russia sono concentrati nel settore energetico e rappresentano solo una minima parte degli investimenti diretti mondiali in Cina, che ammontava a $ 120 miliardi nel 2017. In breve, commercialmente la Russia è molto più dipendente dalla Cina di quanto lo sia quest’ultima nei confronti della Russia. Proprio come la Russia ha fatto una svolta in Oriente per ridurre la sua eccessiva dipendenza commerciale dall’Europa, ora Mosca deve prendere provvedimenti per assicurarsi di non diventare troppo dipendente dalla Cina in Oriente. Questo significa che la normalizzazione delle relazioni con gli stati europei dovrebbe ora essere una priorità per Mosca, mentre diversifica i suoi partner commerciali in Oriente.

Allo stesso modo, la Russia ha tratto enormi vantaggi strategici dal suo approfondimento delle relazioni con la Cina e mantenere relazioni di buon vicinato con una superpotenza emergente è un imperativo strategico. Nel contempo la Russia deve evitare di fare troppo affidamento sulla Cina in materia geopolitica. Mosca dovrebbe mirare a mantenere la sua autonomia strategica, ad agire come attore geostrategico indipendente in Oriente e non semplicemente e in gran parte come partner minore della Cina.

Attualmente si prospettano due sfide più ampie che Mosca dovrebbe tenere a mente mentre si volta verso l’ est.

In primo luogo, come rilevano vari analisti, il futuro economico dell’Estremo Oriente russo e delle sue potenzialità economiche risiede nell’integrazione nella zona economica del Nord-est asiatico. Questo solleva la questione se l’orientamento economico alla fine determinerà la lealtà politica. In altre parole, la Russia dovrà garantire la sua presenza a lungo termine nelle sue province dell’Estremo Oriente. . Le province dell’Estremo Oriente russo dovranno essere sviluppate insieme come unità politica ed economica. I legami tra loro devono essere superiori a qualsiasi altro legame con le regioni all’estero. Allo stesso modo, l’intero Estremo Oriente russo deve essere saldamente collegato alla Russia europea attraverso linee di comunicazione e un senso comune di comunità politica. A dire il vero, la separazione dell’Estremo Oriente russo non è un pericolo imminente, ma ora si dovrebbe pensare a questo problema per prevenire l’emergere di questo pericolo a lungo termine.

In secondo luogo, la Russia dovrà coordinare assieme alla Cina e all’India una politica omogenea di pluripolarità, evitando che possa emergere un sistema di due blocchi geopolitici nella regione, uno marittimo incentrato sugli Stati Uniti, uno continentale sulla Cina. Questo sviluppo solleverebbe una grave minaccia alla pace e alla sicurezza, come avvenne con la creazione di due blocchi in Europa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, evitando di ricreare le tensioni e i pericoli della guerra fredda in Asia. La stabilità a lungo termine avverrà attraverso la flessibilità. Mentre la Russia prosegue verso est, deve alimentare una varietà di relazioni positive che le daranno la possibilità di manovrare per ridurre il rischio di conflitti devastanti promuovendo i propri interessi geopolitici. Putin ha dimostrato di comprendere quali possono essere i limiti della sua azione e le insidie che si presenteranno lungo il percorso.