Volponi estremo

volponiestremoPaolo Volponi (1924-1994) è un autore eccentrico, inafferrabile, estremo: di fronte alla generale scomparsa dello scrittore-intellettuale, Volponi condanna ogni specialismo da letterato, rinuncia a una letteratura affabulatoria e di semplice intrattenimento, e mantiene vivi interessi molteplici e fra loro organici (la politica, la storia, la filosofia, l’arte, la scienza). La sua scrittura è plurale e dinamica, irriducibile a questo o quel genere letterario; è sperimentale, spuria, sovversiva, capace di coniugare in modo straordinario dimensione lirica, durata narrativa e affondo saggistico. La letteratura, in Volponi, non è mai una finzione autoreferenziale che prescinde dalla storia, dalle ideologie e dalla dimensione quotidiana dell’esistenza: è piuttosto una pratica che ha una funzione di proposta e di critica dell’esistente. Poeta, romanziere, saggista, collezionista d’arte, dirigente aziendale, parlamentare: Volponi ha sempre concepito la letteratura, anzitutto, come una prassi sociale capace di irrompere nella realtà per migliorarla, come uno strumento eccezionale di conoscenza e di critica del reale. Intellettuale di parte, ha sempre cercato di usare la letteratura e l’arte come strumenti critici per pensare e immaginare una società alternativa a quella capitalistica.

I saggi raccolti nel presente volume discutono e interrogano l’opera di Volponi a partire da questa prospettiva che è di conflitto e insieme di proposta. Dopo alterne vicende, l’interesse critico nei confronti dell’opera di Paolo Volponi sembra rinnovarsi e riportare in primo piano quel “compito preciso” che l’autore stesso affidava alla letteratura:

La letteratura […] ha un compito preciso. Quello di tenere vive le coscienze, di aiutare la gente a non perdere la propria testa e la propria lingua. Ha il dovere di tornare a essere quella che è sempre stata: conflitto, sfida contro il potere dominante, tentativo di trovare nuove forme di comunicazione e nuovi linguaggi.

Paolo Volponi (Il diavolo dell’Avvocato, intervista a cura di F. Marcoaldi, in «L’Espresso», 16 aprile 1989)

Hanno contribuito al presente volume: Emiliano Alessandroni, Anna Bagorda, David Albert Best, Claudia Bonsi, Mauro Candiloro, Enrico Capodaglio, Massimo Colella, Martina Daraio, Sandro De Nobile, Gualtiero De Santi, Angelo Ferracuti, Gian Carlo Ferretti, Gabriele Fichera, Alessandro Gaudio, Giovanna Lo Monaco, Romano Luperini, Federica Maltese, Franca Mancinelli, Maurizio Masi, Caterina Paoli, Gian Luca Picconi, Manuela Pistilli, Massimo Raffaeli, Alessandro Raveggi, Salvatore Ritrovato, Marco Rustioni, Fabrizio Scrivano, Siriana Sgavicchia, Igor Tchehoff, Dario Tomasello, Tiziano Toracca, Massimiliano Tortora, Marco Vallora, Elisa Vignali, Emanuele Zinato, Paolo Zublena.