Lettere ai compagni di Aginform

lettera aginformdi Marco Pondrelli

Lettere ai compagni è l’ideale prosecuzione di ‘la zattera e la corrente’, raccolta di scritti di Aginform. Il libro copre circa 30 anni di storia politica: italiana e mondiale. Quello che contraddistingue il lavoro di questo collettivo è, come scritto nelle prime pagine, ‘un metodo, un modo comunista di pensare’ [pag. 6]. Il periodo storico oggetto di questi scritti ha rappresentato per il mondo, per l’Italia e per i comunisti una fase di grande trasformazione. I comunisti e la sinistra sono arrivati impreparati a questi sconvolgimenti, proprio per la mancanza di quel rigore analitico che si ritrova nel libro, libro che evidenzia impietosamente i limiti dei comunisti e della sinistra. La guerra in Jugoslavia è stato il primo e più eclatante esempio del bertinottiano ‘né né’, ovverosia la volontà di collocare i comunisti equidistanti fra aggressori ed aggrediti. Mancando un’analisi leniniana il PRC è arrivato, proprio quando George W. Bush lancio la sua ‘guerra infinita’, a teorizzare la fine delle contraddizioni interimperialistiche.

È grazie a questo rigore analitico che la lettura anche degli avvenimenti più recenti (Isis, Obama, primavere arabe) è valida, mentre la solita sinistra pseudo radicale non trovava niente di meglio da fare che manifestare sotto l’ambasciata libica contro Gheddafi.

Se dalla situazione mondiale ci caliamo in Europa ed in Italia non si può non condividere la critica al velleitarismo di Tsipras e la proposta della costruzione di un Fronte Politico Costituzionale. Chi pensa che questa Europa sia compatibile con la nostra Costituzione o non conosce l’Europa o non conosce la Costituzione repubblicana (o entrambe). Questa proposta, ben diversa dal ‘sovranismo per gli allocchi’, a sinistra e fra i comunisti trova molti critici convinti che l’UE possa essere riformata e trasformata in un’Europa sociale. Prima la sinistra chiarirà questo equivoco meglio sarà. L’idea di (ri)partire dalla Costituzione è giusta solo se abbiamo chiaro che la Carta Costituzionale vive nel conflitto e nelle lotte solo così può essere applicata, non pensiamo che le battaglie, solo per fare qualche esempio, per difendere l’articolo 11 o per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori possano essere lasciate agli avvocati.

Occorre quindi chiarire quali sono le forze su cui contare. Personalmente non condivido il giudizio liquidatorio sul Partito Comunista di Rizzo, in generale penso che i maggiori partiti comunisti presenti oggi in Italia siano tutti impreparati al compito che hanno di fronte ma in essi vi sono forze positive che, anche sulle questioni internazionali, fanno un’analisi corretta.

Anche sul M5S ho una posizione diversa, è indubbio che esso abbia al suo interno posizione avanzate (pensiamo al Venezuela o alla Cina) ma oggi la spinta Fico-Conte-Grillo che vuole trasformare quel movimento in un partito ancillare del Pd, magari con una spruzzatina di ecologismo, è più forte. La scelta di allearsi con il Pd è un errore strategico. Il blocco sociale del Partito di Zingaretti continua ad essere quello del grande capitale finanziario internazionale, gli sconfitti di questo blocco (giovani precari, disoccupati, poveri) sono il blocco sociale del M5S, la scelta del Conte-bis è un errore che può trovare una motivazione politicista nel tentativo di rinviare le elezioni ma che sarà pagata a caro prezzo dai 5 Stelle.

Nonostante permangano differenze di analisi questo rimane un testo valido perché indica ai comunisti ed alla sinistra la strada del rigore analitico come l’unica soluzione per affrontare le lotte che abbiamo di fronte.