Cile, elezioni comunali: il Partito Comunista raddoppia

di Ac, da solidarite-internationale-pcf.over-blog.net | Traduzione a cura di Marx21.it

pcchileLe elezioni locali del 28 ottobre hanno segnato il primo appuntamento elettorale in Cile dopo l’inizio del movimento di lotta per l’educazione pubblica. Un test elettorale per il governo di destra ultra-liberale di Sebastian Pinera.

La prima lezione da trarre è che gli elettori hanno espresso il loro malcontento, non andando a votare. Il tasso d’astensione raggiunge il 58% per l’elezione dei sindaci e il 66% per quella dei consiglieri.

Seconda lezione, il voto contro la destra porta a una vittoria per default dell’opposizione “di sinistra” che conquista 168 comuni contro i 121 della destra, il 49% dei voti contro il 21%. Il centro-sinistra conquista anche il principale obiettivo della sfida dello scrutinio, Santiago de Chile.

L’opposizione di sinistra ha partecipato in ordine sparso. Da un lato, il patto della Concertacion, l’alleanza di centro-sinistra che ha governato il paese dal 1990 al 2009 riunendo Partito Socialista e Democrazia Cristiana. Dall’altro, l’alleanza Per un Cile giusto diretta dal Partito Comunista, insieme ad altri partiti della sinistra moderata (Partito radicale, Partito per la democrazia).

Se le due liste hanno concorso in modo indipendente per l’elezione dei consiglieri, le modalità di elezione dei sindaci hanno portato ai cosiddetti “patti per omissione”, vale a dire di desistenza dei candidati sia della Concertacion che del blocco legato al Partito Comunista, per far eleggere il candidato di sinistra meglio piazzato per vincere le elezioni.

In tale contesto, i risultati del Partito Comunista si rivelano complessivamente positivi.

Quattro sindaci comunisti risultano eletti: nelle città operaie di Diego de Almagro e La Ligua, e nei comuni popolari dell’agglomerato di Santiago, Pedro Aguirre Cerda e Recoleta. Tre altri candidati apparentati ai comunisti vengono eletti a Illapel, Los Vilos e Canela.

Se ogni generalizzazione appare problematica a livello delle elezioni di sindaci, l’elezione dei consiglieri offre una panoramica piuttosto realistica dei rapporti di forza politici.

A destra, l’UDI, emanazione della destra post-Pinochet, ottiene il 17,2% dei voti, il partito del presidente Renovacion nacional il 15,7%. Nel centro-sinistra, il Partito democratico-cristiano raccoglie il 15% dei voti e il Partito Socialista il 12%.

Il Partito Comunista del Cile (PCCh) ottiene il 6,5% dei voti, vale a dire 250.000, e 102 consiglieri. In rapporto al 2008, il PCCh raddoppia il suo risultato in percentuale (ma non in numero di voti) e il numero dei consiglieri eletti.

Un risultato da valorizzare tanto più in quanto il PCCh aveva insistito per inserire nelle sue liste esponenti del movimento sociale, candidati espressi dal movimento studentesco e delle lotte operaie e degli insegnanti.

Il segretario generale del PCCh, Guillermo Tellier, ha ricordato che dei 102 consiglieri eletti nelle liste comuniste, sette sono stati espressi dalla Gioventù Comunista (JCCH).

Guillermo Tellier ha sottolineato, nella conferenza stampa che ha seguito l’annuncio dei risultati, la necessità di legare lavoro politico del partito e movimento sociale:

“Noi possiamo guardare all’avvenire con molto ottimismo, con uno sguardo positivo, costruendo un legame forte con il movimento sociale, contribuendo al suo rafforzamento, tanto dal punto di vista dell’organizzazione sindacale, studentesca quanto a livello dell’intera popolazione.

Queste elezioni municipali sono importanti se si tiene conto che hanno potuto allontanare sindaci che si opponevano al movimento, che erano nemici tenaci della riforma del sistema educativo, dell’educazione gratuita. Sono stati sonoramente sconfitti, e il movimento sociale proseguirà e noi siamo qui per rafforzarlo”.