I comunisti della Georgia: le relazioni diplomatiche con la Russia devono essere immediatamente ripristinate

pipia temur pravdaruIntervista a Temur Pipia, presidente del Partito Comunista Unito della Georgia

da pravda.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

È possibile risolvere il conflitto tra Georgia, Abkhazia e Ossezia del Sud? Come raggiungere la pace nel Caucaso? Cosa sta succedendo adesso in Georgia? Ci sono stati dei cambiamenti dopo l’espulsione di Saakashvili? E come riconciliare Russia e Georgia? A queste domande di Pravda.ru risponde il presidente del Partito Comunista Unito della Georgia, Temur Pipia.


Come è possibile risolvere i conflitti nella Transcaucasia che i nazionalisti hanno scatenato con l’aiuto e con il sostegno dell’Occidente?

Penso che sia possibile. Sarebbe sufficiente iniziare a ricostruire un singolo spazio culturale, economico, politico e militare-politico con la Russia, e questo rimuoverebbe gradualmente le questioni più spinose, i punti più dolorosi. In tutto il Caucaso è in corso uno scontro tra due forze mondiali: gli Stati Uniti e la Russia.

E noi, sfortunatamente, siamo schierati dal lato statunitense. Gli americani ci governano, gli americani governano tutti i nostri processi – politici, sociali, ecc. Nelle mani dell’America, la Georgia è solo una delle leve con cui si cerca di esercitare pressione sulla Federazione Russa. Una carta di un gioco pericoloso.

Se la Georgia si trovasse in un unico spazio politico-militare con la Russia, agisse insieme alla Russia, questo problema verrebbe rimosso insieme a tutti gli altri problemi legati allo scontro: con gli abkhazi, con gli osseti e con altre nazioni. Questo sarebbe almeno un serio passo in avanti. Un passo serio verso la pace e lo sviluppo.

Abbiamo capito che la Georgia è governata dagli Stati Uniti, che Saakashvili era solo un burattino degli Stati Uniti, ma che i georgiani se ne sono sbarazzati e sono state intentate cause penali contro di lui. Ma l’attuale leadership è diversa da lui, ci sono cambiamenti? O è solo cambiata l’etichetta?

La differenza sta nel fatto che oggi non c’è il fascismo. Allora c’era un governo brutalmente aggressivo, impegnato in affari molto brutti, tra cui omicidi politici per le strade. Sotto Saakashvili, accadevano cose terribili nelle prigioni. Ora questo non avviene. Non vi è alcuna pressione aperta sugli oppositori politici, compresi quelli che manifestano con le bandiere rosse e per ripristinare l’amicizia con la Russia.

Ma la politica neoliberista all’interno del paese continua. Su questo versante nulla è cambiato sostanzialmente. Pertanto, la crisi socio-economica continua. Pertanto, l’attuale governo non ha praticamente alcun sostegno da parte della popolazione. Pertanto, anche le forze che a suo tempo avevano sostenuto Saakashvili hanno iniziato a rianimarsi (evidentemente Pipia si riferisce alle recenti violente manifestazioni organizzate a Tbilisi con il sostegno materiale delle fondazioni di quello stesso Soros che, secondo tutte le fonti, fu l’ispiratore principale della cosiddetta “rivoluzione delle rose”, il colpo di Stato che nel 2003 portò al potere il corrotto fascista e fanatico russofobo Saakashvili, NdT) sullo sfondo di questa tensione sociale.

Ci può dire qualcosa sul Partito Comunista Unito della Georgia?

Il movimento comunista è stato ricostruito da noi sotto forma di Partito Comunista Unito della Georgia, in cui sono confluiti diversi gruppi fin dal 1992. E il Partito Comunista Unito della Georgia negli anni ’90 ha avuto un ruolo molto importante nella vita pubblica della Georgia. Abbiamo anche sostenuto un’alleanza con la Russia, anche se era molto impopolare. Abbiamo sostenuto che dovevamo trattare con l’Abkhazia, anche questo argomento molto impopolare. Naturalmente, ciò ha avuto un effetto molto negativo su di noi in termini di consenso. Ma il Partito Comunista Unito della Georgia è stato sempre guidato da principi nazionali e di classe, e tale è rimasto fino ad oggi. Ma il nostro grosso svantaggio è che non abbiamo pianificato le nostre azioni nelle condizioni del capitalismo, nelle condizioni di tali rapporti di classe nel lungo termine.

Tutti pensavamo che l’Unione Sovietica, liquidata da poco tempo, in un anno o al massimo due o tre sarebbe stata ripristinata e tutto sarebbe tornato come prima. In tal modo il Partito Comunista Unito della Georgia commise un errore tattico negli anni ’90: non preparammo la base materiale per una lunga lotta e per operare in condizioni di anti-comunismo, anti-sovietismo in Georgia. E quando Saakashvili divenne presidente, un potere fascista in Georgia era già stato instaurato.

Abbiamo lavorato nella clandestinità per quasi nove anni e siamo usciti indeboliti da questa battaglia, ma non abbiamo rinnegato i nostri principi, la nostra posizione. Fino ad oggi abbiamo lavorato, abbiamo agito mantenendo una posizione molto chiara su varie questioni, anche su come regolare le relazioni con la Russia, con l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud.

Innanzi tutto, abbiamo richieste concrete da avanzare: è necessario ripristinare immediatamente le relazioni diplomatiche con la Russia, senza precondizioni. E invece il nostro governo ora avanza le sue condizioni: prima si ritirino le rappresentanze diplomatiche russe dall’Abkhazia e dall’Ossezia del Sud, e solo dopo si potrà avviare qualche tipo di relazione.

Ma l’approccio del nostro governo non è realistico. È necessario ripristinare le relazioni diplomatiche con la Russia, e per questo non dobbiamo parlare dell’annessione dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, ma del ripristino di un unico spazio politico-militare ed economico. La Georgia dovrebbe andare incontro all’Abkhazia e all’Ossezia del Sud.

Occorre fare di tutto perchè i confini che sono apparsi, che hanno diviso i fiumi e le montagne, diventino effimeri. È necessario ripristinare i rapporti economici, i legami culturali e far tornare i rifugiati nel luogo in cui hanno vissuto. Purtroppo, la parte abkhaza e anche la parte russa dicono poco sul fatto che molti profughi georgiani se ne sono andati.

È chiaro perché non si prospetta una soluzione.

Non c’è soluzione, perché questo problema non è nemmeno potenzialmente discusso. Parlando di questo, affermo che prima devi solo stabilire relazioni normali e iniziare un dialogo.