Contributo del Partito Comunista Portoghese al 19° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

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Traduzione dall’inglese di Marco Pondrelli per Marx21.it

Il pregevole e articolato intervento del Partito Comunista Portoghese è presente anche nella rubrica “I comunisti e la questione nazionale: contributi per un dibattito”

“la definizione del PCP come partito per il quale il patriottismo (e la lotta per la sovranità e l’indipendenza nazionale, che consideriamo una condizione fondamentale per combattere l’imperialismo) e l’internazionalismo (in una dimensione anti-imperialista ampia e diversificata, ma ancorata all’internazionalismo proletario e alle relazioni tra partiti comunisti) sono inseparabili e una delle componenti fondamentali dell’identità comunista del nostro partito.

(…)


L’alternativa patriottica e di sinistra che il PCP propone, tiene conto della nostra realtà nazionale, vale a dire del crescente dominio economico del capitale monopolistico nazionale ed estero, la subordinazione politica e la dipendenza economica che derivano dal processo di integrazione capitalista dell’Unione europea. Un’alternativa patriottica perché il nuovo corso e la nuova politica devono rompere con la crescente subordinazione e dipendenza dall’estero per affermare la sovranità nazionale ed uno sviluppo economico sovrano. Un’alternativa di sinistra perché riconosce la necessità di valorizzare il lavoro e i lavoratori, la materializzazione dei diritti sociali e delle funzioni sociali dello Stato, una più equa distribuzione del reddito ed il controllo pubblico dei settori strategici al fine di difendere i lavoratori e gli strati ed i settori non monopolistici della società.”

Il Partito Comunista Portoghese saluta fraternamente i partiti presenti al 19° incontro internazionale dei partiti comunisti e operai ed in particolare il Partito comunista della Federazione russa che ci ospita, significativamente, nella città che fu la culla della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, per celebrare il centenario di questo grande evento storico di liberazione da tutte le forme di sfruttamento e oppressione e la lotta del movimento comunista e rivoluzionario internazionale.

Il PCP celebra il centenario della Rivoluzione d’Ottobre promuovendo sotto lo slogan “Socialismo, una domanda del presente e del futuro” una vasta gamma di iniziative in Portogallo – tra cui spicca il grande raduno che si terrà il 7 novembre. Sottolineiamo il significato storico universale della prima rivoluzione proletaria vittoriosa, il grande valore delle conquiste della nuova società e l’influenza decisiva dell’Unione Sovietica nell’avanzata del progresso e della rivoluzione nel XX secolo, sottolineiamo inoltre l’attuale crisi strutturale sempre più profonda del capitalismo e la richiesta del suo superamento rivoluzionario con l’edificazione del socialismo e del comunismo.

Il PCP ha realizzato altre iniziative, secondo gli assi di azione comune e convergenti definiti dal 18° IMCWP tenutosi ad Hanoi nel 2016, quali la solidarietà con i partiti comunisti vittime di persecuzioni; la solidarietà con i paesi ed i popoli vittime di ingerenze, blocchi e aggressioni da parte dell’imperialismo; la lotta contro il militarismo, la guerra e per lo scioglimento della NATO; azioni in difesa della pace e del disarmo, a cominciare dalla richiesta del disarmo nucleare – queste tra le altre importanti iniziative come la commemorazione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre.

Cento anni dopo quei “dieci giorni che sconvolsero il mondo“, il quadro internazionale è profondamente cambiato, ma resta straordinariamente rilevante il contributo teorico e pratico di Lenin alla conquista del potere da parte dei lavoratori ed al trionfo del socialismo. E se è vero che, come avvertiva Lenin, sarebbe sbagliato copiare meccanicamente l’esperienza dei bolscevichi, un errore ancora più grave sarebbe quello di guardare alla Rivoluzione d’ Ottobre e all’opera di Lenin come a qualcosa che è irrimediabilmente datato e consegnato al museo della storia. No, l’odissea del partito bolscevico e l’opera di Lenin, dove teoria e pratica si intrecciano dialetticamente – tra gli altri aspetti importanti quelli riguardanti la fase imperialista del capitalismo; lo Stato e la Rivoluzione; il Partito di nuovo tipo; universale e particolare nella lotta per il socialismo; il ruolo della classe operaia e delle sue alleanze; la diversità dei percorsi verso il socialismo – rappresenta un’ eredità brillante, una fonte inesauribile di riflessione, di esperienze e di ispirazione per comunisti e rivoluzionari in tutto il mondo.

Questo è ciò che la storia del movimento comunista e rivoluzionario internazionale dimostra pienamente nei suoi aspetti fondamentali, e nel caso del Portogallo, l’esperienza del PCP ha confermato durante i suoi 96 anni di lotta, in particolare ciò riguarda:

– la costruzione del Partito come forza indipendente e d’avanguardia della classe operaia e di tutti i lavoratori, come un “grande Partito collettivo”, profondamente democratico, con un’ unica linea generale e una sola leadership centrale, radicato nei lavoratori e nel popolo, e con una Teoria basata sul marxismo-leninismo, inteso non come dogma ma come guida all’azione;

– l’elaborazione del programma del Partito che, sulla base dell’esperienza del movimento comunista, si basa fondamentalmente sulla realtà concreta del nostro Paese, su una corretta definizione dello stadio della rivoluzione, su di una corrispondente politica di alleanze sociali e sulla sua espressione a livello politico, sull’articolazione dialettica della lotta per la democrazia e della lotta per il socialismo;

– la concezione dell’unità della classe operaia come nucleo dell’unità di tutte le classi e strati anti-monopolistici, la priorità delle officine e dei luoghi di lavoro nella struttura organizzativa e nell’attività del Partito, considerando la lotta popolare delle masse come la principale forma di lotta, la forza trainante del processo di trasformazione sociale e di costruzione di una nuova società;

– la definizione del PCP come partito per il quale il patriottismo (e la lotta per la sovranità e l’indipendenza nazionale, che consideriamo una condizione fondamentale per combattere l’imperialismo) e l’internazionalismo (in una dimensione anti-imperialista ampia e diversificata, ma ancorata all’internazionalismo proletario e alle relazioni tra partiti comunisti) sono inseparabili e una delle componenti fondamentali dell’identità comunista del nostro partito.

Come risultato della crescita e della maturazione della coscienza di classe del movimento operaio portoghese, il PCP fu fondato nel 1921 sotto l’influenza della rivoluzione di ottobre, del partito bolscevico e di Lenin. Imparando dalle esperienze positive e negative del movimento comunista e rivoluzionario internazionale è cresciuto e si è trasformato negli anni Quaranta, in clandestinità, nell’avanguardia della classe operaia e nella forza trainante della resistenza antifascista, con un ruolo insostituibile nella Rivoluzione dell’ aprile 1974. Ma è soprattutto sulla base di una profonda conoscenza della realtà nazionale e delle sue peculiarità, analizzata con criteri marxisti, che è stata elaborata la linea strategica e tattica del Partito, ed è stato adottato il Programma della Rivoluzione Democratica e Nazionale che, nelle sue linee fondamentali, è stato confermato dalla Rivoluzione di aprile in Portogallo.

Secondo il PCP questa esperienza è un’espressione delle fondamentali tesi leniniste, per la quali le analisi concrete di una situazione concreta e la relazione dialettica fra il generale e il particolare svolgono un ruolo chiave nell’elaborazione della linea politica e nella definizione dei compiti del Partito Comunista. Se un’enfasi esagerata sulle particolarità nazionali non ha nulla a che vedere con il progetto comunista, ignorarle o sottovalutarle è del tutto estraneo a Lenin, il quale ha sottolineato che “tutte le nazioni raggiungeranno il socialismo, questo è inevitabile, ma non tutte le nazioni raggiungeranno il socialismo esattamente nello stesso modo (…)”.

Con l’avanzamento del processo controrivoluzionario e la sottomissione del Portogallo alle dinamiche dell’integrazione capitalista europea, la riflessione e l’esperienza del PCP hanno portato all’adozione, al 19° Congresso del partito, del Programma “Una democrazia avanzata, i valori di aprile nel futuro del Portogallo” considerando l’attuale fase della rivoluzione nel nostro paese come quella per una democrazia avanzata. Una democrazia che, basata sulla realtà della prima ed unica rivoluzione sociale in Europa dopo la seconda guerra mondiale, la quale, sebbene”incompiuta”, ha lasciato segni profondi nella società e nella coscienza dei portoghesi, è una democrazia politica, economica, sociale e culturale allo stesso tempo, che esprime gli interessi e le aspirazioni della stragrande maggioranza del popolo portoghese; ha un contenuto di classe anti-monopolista ed anti-imperialista; e dove molti dei suoi compiti sono già compiti di una società socialista.

In altre parole tra il palcoscenico della democrazia avanzata e lo stadio socialista della rivoluzione portoghese, non solo non c’è la “grande muraglia cinese”, ma c’è una connessione dialettica, che deve essere plasmata dalla lotta dei lavoratori e delle masse, secondo la teoria di Lenin di una rivoluzione “ininterrotta”. Così come la Rivoluzione democratica e nazionale ha spianato la strada al socialismo (che è ancora oggi sancito nel preambolo della Costituzione portoghese), la democrazia avanzata per cui ci battiamo oggi è anche parte integrante e inseparabile della lotta per il socialismo.

Questi sono, in breve, alcuni degli aspetti fondamentali dell’esperienza del PCP nella lotta per la conquista del potere da parte dei lavoratori portoghesi, condizione necessaria per raggiungere gli obiettivi strategici, che sono il socialismo e il comunismo.

Il PCP ha a lungo ritenuto che esistano delle leggi generali per la rivoluzione – come quelle riguardanti l’importanza della teoria, il ruolo del partito rivoluzionario d’avanguardia, il ruolo della classe operaia e delle sue alleanze, la partecipazione creativa delle masse, le questioni del potere dello Stato e della proprietà dei principali mezzi di produzione, la dialettica tra il generale e il particolare – ma che non ci sono, e non ci possono essere,”modelli” e le strade per la completa liberazione dallo sfruttamento capitalista sono molto varie, così come sono diverse le realtà concrete in cui agiscono i partiti comunisti e le altre forze rivoluzionarie.

La Rivoluzione d’ Ottobre ha inaugurato una nuova era nella storia dell’Umanità, l’era della transizione dal capitalismo al socialismo. Il fatto che stiamo vivendo momenti difficili, in cui l’imperialismo conduce una pericolosa offensiva e le forze rivoluzionarie sono temporaneamente indebolite, non mette in discussione questa realtà.

Per il PCP ciò non significa tuttavia che siano soddisfatte ovunque le condizioni per porre la rivoluzione socialista come obiettivo e compito immediato. Come dimostra l’ esperienza del movimento comunista e rivoluzionario internazionale, la lotta per il socialismo non si sviluppa in linea retta. Si sviluppa in passaggi che non sono determinati dalla nostra volontà, né da decisioni arbitrarie, ma derivano dallo studio delle caratteristiche socioeconomiche e del sistema politico di ciascun paese. Questi stadi possono essere più o meno chiari, più o meno interconnessi. Nell’epoca imperialista in cui viviamo vi è la convergenza e persino l’intreccio della liberazione nazionale, democratica o di altre fasi, con la fase socialista, essendo possibile muoversi dall’una dall’altra, data la condizione di egemonia della classe operaia. Il PCP tiene ben presente questo aspetto nella situazione concreta del Portogallo.

In ogni caso, l’esperienza dei processi di liberazione in tutto il secolo trascorso a partire dall’Ottobre dimostra che una rivoluzione per trionfare nei suoi obiettivi (di liberazione nazionale, democratica o altro) deve puntare alla prospettiva del socialismo.

In vista della maturazione delle condizioni materiali oggettive per la rivoluzione socialista – a prescindere dalla forma che essa può assumere – il PCP ritiene che la grande sfida che si pone ai comunisti e alle altre forze rivoluzionarie, in termini globali – la situazione da paese a paese cambia – sia quella di superare l’arretratezza del fattore oggettivo, in primo luogo rafforzando i partiti comunisti. I tempi in cui viviamo sono di resistenza e di raccolta delle forze su scala mondiale. Ciò richiede molti sacrifici e molta perseveranza nello svolgere il faticoso e difficile compito di costruire forti partiti comunisti, solidamente radicati nella classe operaia e nelle masse e che abbiano una reale influenza nella vita dei loro paesi.

Secondo il PCP questa è forse la più grande sfida per il movimento comunista e rivoluzionario e molto si può imparare dall’esperienza del partito bolscevico. Per il PCP nulla può sostituire il lavoro paziente tra le masse e la perseveranza nella lotta in difesa dei loro interessi concreti e immediati assieme alle corrispondenti alleanze tattiche, con la consapevolezza che né questa lotta, né queste convergenze, possono portarci a dimenticare l’obiettivo finale, né possiamo però in nome dell’obiettivo finale sottovalutare l’importanza decisiva della lotta per obiettivi limitati o negare l’evidenza di fasi e tappe intermedie.

Come sottolineato nel 20° Congresso di partito, tenutosi nel dicembre 2016, il PCP ritiene inoltre necessario tenere presente che le difficoltà e i pericoli dell’attuale situazione mondiale, a seguito dell’approfondimento di tutte le contraddizioni fondamentali del capitalismo – tra capitale e lavoro; tra lo sviluppo delle forze produttive e i rapporti di produzione; tra la socializzazione della produzione e la sua appropriazione privata; in un quadro in cui opera la legge tendenziale del tasso decrescente di profitto – coesistono con grandi potenzialità progressiste e rivoluzionarie. Per questo motivo ritiene essenziale che i comunisti siano radicati in mezzo masse, identificandosi con i loro interessi ed impegnati nella loro organizzazione e nella lotta, fiduciosi dell’inevitabilità di situazioni di crisi con una dimensione rivoluzionaria, per le quali dobbiamo prepararci, sapendo ricorrere a diverse forme di lotta.

Un partito d’avanguardia sarà così solo se non vive per se stesso, ma per le masse. Per il PCP questa è anche una delle lezioni più forti dell’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, dove un partito bolscevico clandestino è diventato la forza trainante della rivoluzione grazie al suo persistente lavoro organizzativo e ai suoi profondi legami con gli interessi e le aspirazioni della classe operaia e delle masse.

Il PCP ritiene che sia un dovere internazionalista fondamentale contribuire alla ripresa e al rafforzamento del movimento comunista e rivoluzionario internazionale. Un contributo che richiede, in primo luogo, un proprio rafforzamento ed una maggiore influenza tra i lavoratori e il popolo portoghese. Secondo il PCP il suo principale dovere internazionalista lo esercita nei confronti della classe operaia e del popolo portoghese. Allo stesso tempo, il PCP cerca di rafforzare i legami di amicizia, cooperazione e solidarietà con gli altri partiti comunisti (nonché con altre forze rivoluzionarie e anti-imperialiste), sulla base di uno scambio di esperienze e di informazioni per un’analisi comune della situazione internazionale e per la definizione di iniziative e linee d’azione comuni o convergenti nella lotta contro il grande capitale e nella solidarietà con i popoli in lotta contro il condizionamento e l’aggressione dell’imperialismo.

Senza ignorare ritardi e difficoltà lungo questo percorso e nonostante i progressi che non sottovalutiamo, riteniamo che il movimento comunista e rivoluzionario internazionale non si sia ancora ripreso dai colpi duri che ha subito con le sconfitte del socialismo nell’Unione Sovietica e nell’Europa orientale. Di fronte alla violenta offensiva politica e ideologica della classe dirigente – in cui spicca un feroce anti-comunismo, la persecuzione e l’interdizione dei partiti comunisti e di altre forze democratiche, nonché gigantesche operazioni di falsificazione della storia e dei fatti che devono essere contrastate – e di fronte alla probabilità che si verifichi una lunga e prolungata fase di resistenza e di accumulo delle forze, abbiamo assistito, da un lato, alla tendenza ad abbandonare la lotta e ad adattarsi al sistema e dall’altra a tendenze settarie e dogmatiche, all’impazienza ed a balzi in avanti indicando la presa del potere da parte della classe lavoratrice come un compito immediato ed universale.

La grande diversità delle situazioni e dei compiti di ciascun partito a livello nazionale non ha facilitato lo sviluppo della cooperazione multilaterale. È in questo contesto che il PCP ritiene necessario rafforzare le relazioni e la cooperazione bilaterali e multilaterali. L’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori può dare un importante contributo in questo senso, tenendo presente quanto ci unisce nella lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per il superamento rivoluzionario del capitalismo.

Per rafforzare il movimento comunista internazionale e preservarne l’ unità, il PCP ritiene che sia essenziale rispettare i principi di indipendenza, rispetto reciproco, dibattito franco e fraterno per una migliore conoscenza reciproca e per avvicinare le posizioni, non ingerenza negli affari interni e solidarietà reciproca. Il PCP è ben consapevole dell’esistenza di differenti opinione ed anche di divergenze, che la complessità della situazione internazionale e la diversità delle realtà nazionali rendono praticamente inevitabili. Il PCP ritiene che il problema non risieda essenzialmente nelle divergenze d’opinione, quanto nei metodi di lavoro che non rispettano gli sperimentati principi relazionali. Il PCP ritiene che i tentativi di centralizzazione organizzativa o di omogeneizzazione politica e ideologica non servano, ma anzi ostacolino l’unità del movimento comunista e rivoluzionario internazionale.

L’evoluzione della situazione internazionale evidenzia la necessità di rafforzare e unificare i comunisti, assieme a tutte le forze rivoluzionarie, anti-imperialiste e pacifiste.

Di fronte all’aggravarsi della crisi strutturale del capitalismo ed in vista di un ampio e complesso processo di riorganizzazione delle forze a livello mondiale, l’imperialismo sta intensificando la sua offensiva di sfruttamento, oppressione ed aggressione.

L’imperialismo, in particolare l’imperialismo statunitense, cerca di contrastare la sua tendenza al relativo declino economico e di assicurare, in sintonia con i suoi alleati, la sua egemonia a livello mondiale.

In questo contesto, l’uscita del Regno Unito, la crescita dell’estrema destra, la spinta militarista in corso, alcuni degli importanti aspetti che segnano la realtà dell’Unione europea, sono espressione della sua profonda crisi e di un’offensiva volta a rafforzare i suoi pilastri federalisti, neoliberali e militaristi.

Si tratta di una situazione in cui aumenta il rischio che i settori più reazionari ed aggressivi dell’imperialismo scommettano sempre più sulla guerra e sul fascismo.

La solidarietà con i popoli vittime delle minacce e delle aggressioni dell’imperialismo, un forte movimento per la pace e il disarmo sono oggi compiti fondamentali.

Al suo 20° Congresso di partito, tenutosi alla fine del 2016, il PCP ha riaffermato la sua incrollabile determinazione a continuare la lotta per una democrazia avanzata in Portogallo, con i valori della Rivoluzione di aprile, come parte integrante della costruzione del socialismo e del comunismo. Questa lotta richiede una rottura con decenni di politiche di destra ed un’alternativa patriottica e di sinistra.

L’alternativa patriottica e di sinistra che il PCP propone, tiene conto della nostra realtà nazionale, vale a dire del crescente dominio economico del capitale monopolistico nazionale ed estero, la subordinazione politica e la dipendenza economica che derivano dal processo di integrazione capitalista dell’Unione europea. Un’alternativa patriottica perché il nuovo corso e la nuova politica devono rompere con la crescente subordinazione e dipendenza dall’estero per affermare la sovranità nazionale ed uno sviluppo economico sovrano. Un’alternativa di sinistra perché riconosce la necessità di valorizzare il lavoro e i lavoratori, la materializzazione dei diritti sociali e delle funzioni sociali dello Stato, una più equa distribuzione del reddito ed il controllo pubblico dei settori strategici al fine di difendere i lavoratori e gli strati ed i settori non monopolistici della società.

Questo percorso richiede un PCP più forte e rafforzato, che assuma il suo ruolo di avanguardia in stretto collegamento con la classe operaia, i lavoratori ed il popolo. Serve un lavoro quotidiano in difesa degli interessi dei lavoratori, del popolo e del paese, per la lotta incessante e persistente contro le politiche di destra e per l’ alternativa patriottica e di sinistra, per il rafforzamento dell’unità della classe operaia e dei lavoratori, per l’impegno alla creazione di un ampio fronte sociale di lotta, per il rafforzamento delle organizzazioni di massa e dei movimenti di massa, per la crescente attività delle classi, degli strati e dei settori anti-monopolistici, per la convergenza e l’unità dei democratici e dei raggruppamenti di massa.

Questo percorso suscita, come questione essenziale, la necessità di un PCP più forte dal punto di vista organizzativo, profondamente radicato tra i lavoratori ed il popolo, legato alla realtà portoghese, capace di articolare la lotta per gli obiettivi a breve termine con la lotta per obiettivi più generali, riaffermando la sua identità comunista e il suo progetto rivoluzionario.

Cento anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre il capitalismo, immerso nella sua crisi strutturale, sta rivelando la sua natura sfruttatrice, oppressiva, aggressiva e predatoria. Il capitalismo non ha nulla da offrire ai popoli se non un accumulo, una centralizzazione e una concentrazione sempre maggiori della ricchezza, un maggiore sfruttamento, una crescente ingiustizia e la disuguaglianza sociale, attacchi contro i diritti sociali e dei lavoratori, la negazione delle libertà e dei diritti democratici, il saccheggio e la distruzione delle risorse, l’interferenza e l’aggressione contro la sovranità nazionale, il militarismo e la guerra che, nella sua fase imperialista, abbraccia tutti i continenti, mettendo in pericolo la pace mondiale e l’esistenza stessa dell’umanità. Il capitalismo è un sistema in costante contrasto con le aspirazioni dei lavoratori e dei popoli.

La scomparsa dell’URSS e le sconfitte del socialismo nell’Europa orientale hanno avuto un impatto innegabile e profondamente negativo sull’equilibrio globale delle forze, sulla consapevolezza delle masse e sullo sviluppo della lotta per il socialismo. Tuttavia la natura del capitalismo non è cambiata e questo conferma la richiesta di un suo superamento rivoluzionario da parte del socialismo e del comunismo.

La realtà del mondo di oggi dimostra l’importanza e la portata degli obiettivi della Rivoluzione d’Ottobre ed afferma il socialismo come un’esigenza per il presente ed il futuro. Il Novecento non è stato il secolo della “morte del comunismo”, ma il secolo in cui il comunismo è nato come nuova e superiore forma di società. Tuttavia questo non cancella il riconoscimento che l’impresa del superamento rivoluzionario del capitalismo è complessa, irregolare e diseguale, con vittorie e sconfitte, progressi e battute d’arresto.

Attraverso percorsi e tappe differenziati, in un periodo storico più o meno prolungato, attraverso la lotta per l’emancipazione sociale e nazionale dei lavoratori e dei popoli, è la sostituzione del capitalismo con il socialismo che, nel XXI secolo, rimane inscritta come reale possibilità e come  prospettiva più solida per lo sviluppo dell’umanità.

È dentro questo processo di lotta e costruzione che i comunisti portoghesi si impegnano con ferma determinazione.

Fondato sul fermo impegno nei confronti dei lavoratori e del popolo portoghese, affermando la sua identità comunista, onorandone la natura e la storia come partito patriottico e internazionalista, il PCP rimarrà fermo nella lotta per un Portogallo democratico, sviluppato e sovrano, nella lotta per una democrazia avanzata portando i valori della Rivoluzione d’aprile nel futuro del Portogallo, avendo come obiettivo il socialismo e il comunismo.

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