Brasile: la difesa della democrazia esige un fronte di sinistra

pcdob comizioConversazione con José Reinaldo Carvalho, del Partito Comunista del Brasile (PCdoB), ospite della Festa di Avante! 2015

da www.avante.pt | Traduzione di Marx21.it

Il Brasile sta vivendo un periodo molto agitato, con i settori di destra ed estrema destra che orchestrano un attacco serrato alla presidente Dilma Rousseff, mentre i settori democratici, le organizzazioni sindacali e i movimenti sociali esigono il ritorno al programma di misure democratiche che hanno votato. Per José Reinaldo Carvalho, segretario internazionale del PCdoB – partito facente parte della coalizione che ha portato Dilma al potere – la situazione è dovuta alla combinazione di due fattori. Il primo risiede nel fatto che “le opposizioni conservatrici e neoliberali” hanno formato una specie di “consorzio oppositore”, di cui fanno parte gli organi di comunicazione sociale dominanti, il grande capitale e i partiti di destra, “che non ha accettato il risultato delle elezioni”.

Facendo notare che questa è la “quarta vittoria consecutiva del PT (Partito dei Lavoratori)”, il cui governo ha condotto a un approfondimento della democrazia e allo sviluppo di politiche socialmente giuste, José Reinaldo ricorda che, immediatamente dopo le elezioni del 2014, l’opposizione aveva tentato di sfruttare il fatto che la vittoria di Dilma era stata ottenuta con un margine di voti inferiore, per far credere che “non era legittima”, arrivando addirittura a presentare una denuncia per “frode”, che sarebbe stata poi archiviata dal Tribunale Costituzionale. L’obiettivo, dice il dirigente comunista, era attuare un “colpo istituzionale illegittimo”, poiché nell’attuale congiuntura l’imperialismo non è interessato a un golpe militare come era successo in passato. Contemporaneamente, l’opposizione ha tentato di presentarsi come la paladina della lotta alla corruzione, che sarebbe opera del PT e del governo, quando in verità sono le forze di destra a portare le responsabilità principali. “Ci sono fatti reali ed errori, ma sui quali si è strumentalizzato”., afferma José Reinaldo.

Il secondo aspetto, dice Carvalho, “ha a che vedere con il malcontento popolare, che considera insufficienti le misure assunte”. Per il responsabile del PCdoB, se è un fatto innegabile che le politiche seguite negli ultimi anni si sono tradotte in un’importante riduzione della povertà, nell’aumento dei redditi delle famiglie, in maggiori e migliori servizi sociali dello Stato, è anche vero che “il popolo è diventato più esigente e chiede di più”.

Il problema è che “dai tempi di Lula, il governo non è stato capace di impiantare un nuovo modello economico, sia per scelta politica che per incapacità”.

Per il PCdoB, la situazione del paese “evidenzia i limiti” della strada che è stata seguita. “Il PT non è stato mai capace di formare una maggioranza parlamentare”, il che ha portato a fare “alleanze al centro”, a “compromessi con forze che non sono disposte al cambiamento”, ricorda José Reinaldo, ammettendo che è possibile “segnare una battuta d’arresto”. Nel frattempo “non abbiamo ancora la forza per il confronto, sottolinea, per il quale è essenziale la lotta in difesa della democrazia e che Dilma assolva al suo mandato.

Nel momento in cui la Camera dei Deputati ha appena respinto alcuni dei principali emendamenti approvati dal Senato alla cosiddetta riforma elettorale, in particolare il finanziamento dei partiti politici da parte delle imprese – il che trasforma alcuni deputati “in agenti di lusso degli interessi economici ed è all’origine della corruzione dei partiti brasiliani” che accettano tale patrocinio, secondo José Reinaldo – il PCdoB sostiene che la difesa della democrazia passa attualmente per la stabilità e attraverso il rispetto della legalità del mandato uscito dalle urne.

Nel valorizzare i forum di discussione che Dilma Rousseff ha promosso con i più diversi settori della società brasiliana, il dirigente del PCdoB ritiene che, oltre che favorire il dialogo con i partiti e i movimenti sociali, possano rappresentare “l’embrione di un fronte ampio” difeso dal suo partito. “Nell’alleanza governativa è doveroso rafforzare un ampio fronte di sinistra, con un programma di riforma democratica” nelle sue componenti politica, economica, sociale – afferma. Che passa attraverso l’universalità dei diritti, riforme nel sistema giudiziario, tributario – con imposte progressive sulle grandi fortune – dei media, la riforma agraria, la riforma urbana… “E’ un processo. E’ l’accumulazione di forze per il 2018”.

A cura di Anabela Fino