Partito Comunista, Turchia (KP): Le nostre rivendicazioni per le elezioni

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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Il Partito Comunista ha deciso di prendere parte alle elezioni parlamentari che si terranno il 7 giugno 2015, con le sue liste in tutto il paese. Abbiamo qualcosa da dire in queste elezioni.

In Turchia hanno preso corpo parole che solo i comunisti possono pronunciare.

Il regime religioso reazionario e nemico dell’umanità, definito dall’AKP come la “Nuova Turchia”, ha da tempo raggiunto la fine del proprio cammino. Le fondamenta di questo regime devono essere chiarite. La ragione per cui l’AKP è mantenuto al potere si devono all’incertezza su come rimpiazzarlo, al fatto che la presenza di un AKP afflitto conviene a tutti e all’aiuto concreto che esso dà all’utilizzo delle bande fanatiche criminali. Non si può aspettare che coloro che sono morti nelle miniere, nei cantieri edili, coloro che vengono assassinati nelle strade, coloro che vivono sotto minaccia rimangano in silenzio perché qualcuno sta approntando i suoi piani sul “dopo” AKP. Il Partito Comunista non può lasciare senza soluzioni, senza rappresentanza, senza voce il popolo lavoratore di Turchia. Tra i doveri di un partito comunista ci sono quelli di decifrare i piani che si fanno contro il paese e il popolo, farli fallire e soprattutto rappresentare la classe operaia.

Con o senza AKP, questo sistema è finito, senza la possibilità di esser riformato. Non possiamo esser spettatori di come la continuazione del sistema di sfruttamento e saccheggio continui ad impoverire la vita della nostra gente. Non c’è alcun progetto migliorativo, alcuna possibilità di una sua riabilitazione in un modo o nell’altro, o che si possa aggiustare con un parlamento migliore, o adottando approcci differenti. Un sistema che non può sopravvivere senza uccidere operai e donne ogni giorno, senza causare danno ai paesi vicini, senza provocare conflitti settari non dovrebbe sopravvivere! La scena politica abbonda di coloro che ingannano il popolo con false speranze. Quella che manca è una linea rivoluzionaria che si scontri con l’intero ordine stabilito, con tutte le sue istituzioni. Il Partito Comunista avrà questo ruolo.

Queste elezioni non hanno di per sé alcun valore speciale come si sostiene. Il parlamento che si ricostituirà è lo stesso di quello che, quando nella resistenza di giugno 2013 il popolo era sul punto di rovesciare l’AKP, è servito da stampella al governo. Coloro che chiamavano al dialogo con il governo le masse che ne chiedevano le dimissioni, coloro che accusavano le masse di esser golpisti, oggi chiedono i voti al popolo affermando di esser alternativi all’AKP. La Turchia non è un paese dalle soluzioni facili. I voti non possono risolvere la situazione nel quadro dei rapporti di potere attuali. Bisogna chiamare le masse popolari a organizzarsi invece che votare. Il Partito Comunista partecipa alle elezioni per l’organizzazione del popolo lavoratore, degli intellettuali, dei giovani, delle donne.

Quelli che sostengono il laicismo, la fraternità dei popoli, la pace, l’uguaglianza e la libertà non sono senza soluzioni nelle elezioni. Tutti questi valori sono stati castrati affinché la dittatura delle classi benestanti possa proseguire, sono stati distorti dal loro vero significato. Il Partito Comunista partecipa alle elezioni per scontrarsi con questa degenerazione e immoralità politica e anche per affermare che la soluzione passa per una organizzazione di massa inedita nella storia di questo paese e nell’organizzarsi per soddisfare questa affermazione.

Non c’è alcun dubbio che questo sistema che favorisce il ladro, l’assassino, il reazionario sarà rovesciato!

Comitato Centrale del Partito Comunista (KP), Turchia