L’editoriale del nuovo direttore di Marx21.it

marx21 sfondo 500pxdi Marco Pondrelli, direttore di Marx21.it

Inizia oggi la mia avventura come direttore di questo sito. Il mio primo pensiero ed il mio primo ringraziamento va all’amico ed al compagno Mauro Gemma, che ringrazio per le belle parole che ha speso su di me. Lo ringrazio, come tante e tanti hanno fatto in questi giorni, per il lavoro che ha profuso in questi 10 anni: un lavoro guidato dalla professionalità e dalla passione. So che non sarò all’altezza del suo esempio ma spero ugualmente di riuscire a profondere tutte le mie energie in questo percorso.

Dirigere un sito che si richiama a Karl Marx in questo momento non è affatto facile. La sinistra in tutte le sue forme (comunista, radicale, riformista…) non è mai stata così debole. Debolezza che è, prima che elettorale, culturale.

In questi anni la sinistra ha smarrito la bussola arrivando perfino a sommare la propria voce a quella degli aggressori imperialisti (qualcuno si è già scordato le manifestazioni sotto l’ambasciata libica al tempo della guerra?). In nome di un nuovismo, che è stato in realtà il peggio che il passato ci ha consegnato, abbiamo disconosciuto la nostra identità. Qualcuno rifletterà seriamente sul perché la sinistra vince nei quartieri bene delle città e perde nelle periferie?

Il nostro sito si colloca dentro questa battaglia. Una battaglia teorica che vuole smontare i dogmi liberisti e guerrafondai. Vorremmo una sinistra che tornasse a capire che la minaccia alla pace oggi arriva dalla Nato e non dalla Russia, vorremmo una sinistra che capisse che la Cina non è la causa della nostra crisi ma potrà esserne la soluzione, vorremmo una sinistra che non barattasse i diritti del lavoro con quelli di genere (non essendovi nessuna contraddizione fra di essi).

Marx XXI sarà sempre più il luogo in cui, senza paure e senza anatemi, chi non si riconosce nel pensiero unico si confronterà portando, dall’Italia e dall’estero, il suo contributo, la sua esperienza e la sua storia.

Mentre scrivo queste righe mi ha raggiunto la notizia della morte del compagno Domenico Losurdo. Non sprecherò parole per dire quanto lo stimavamo e quanto il suo contributo teorico ci mancherà. Voglio ricordarlo quando lo vidi per l’ultima volta più di un anno fa alla presentazione del suo libro un mondo senza guerre assieme al professor Carlo Galli. Lo ricordo come sempre lucido ed impeccabile. Si capiva, e tutti i presenti lo capirono, come ogni parola non fosse scelta casualmente ma fosse il prodotto di un attento ragionamento. Di questo rigore intellettuale di questa coerenza politica tenteremo di essere all’altezza.