Incontro Comunista Europeo. Contributo del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM)

da inter.kke.gr | Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

kscm logoIncontro Comunista europeo – Bruxelles 01-02 ottobre 2012

Le conclusioni dell’8° Congresso del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM), svoltosi nel maggio di quest’anno, indicano come nel recente periodo si delinei chiaramente il reale rapporto del capitalismo con gli interessi sociali e i bisogni della maggioranza dei cittadini. Mostrano le vere ragioni per cui il livello delle sicurezze sociali nei paesi dell’Europa occidentale fino al 1989 era maggiore di quanto lo sia oggi, mentre crescono le tensioni sociali e la rabbia legittima dei popoli non solo nel quadro europeo, ma anche in molte altre parti del mondo.

Una delle ragioni consiste anche nel fatto che non esiste alcuna concorrenza al capitalismo, come invece prima rappresentavano gli Stati socialisti in Europa. Mi riferisco a quegli Stati in cui gli interessi sociali popolari costituivano la priorità, quando l’esistenza dell’Unione Sovietica rappresentava una forza di opposizione all’Occidente, caratterizzato dalla sua società dei consumi, dal libero mercato e dalla promozione dell’individualismo.

A quel tempo, nella seconda metà del XX secolo, in parecchi paesi europei c’erano molti governi socialisti e socialdemocratici. Governi che, con i loro atti e sotto la pressione degli Stati Uniti, hanno contribuito ai successivi cambiamenti geopolitici in Europa. La nuova situazione in Unione Sovietica li aiutava in tal senso. La politica di molti di questi governi era piena di parole sulla democrazia ampia e la violazione dei diritti umani nell’ex blocco orientale, mentre allo stesso tempo si univano apertamente alla guerra in Jugoslavia. Questi partiti di governo e i loro cittadini fiduciosi avevano l’impressione che lo sviluppo in campo sociale fosse stabile e che si fosse in grado di superare alcune crisi economiche minori. Ben presto scoprirono che era vero il contrario, dato che già a quel tempo c’erano stati alcuni segnali della profonda crisi economica a venire. L’Europa ha continuato nel suo processo d’integrazione. Dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dei paesi del blocco socialista, i segnali della crisi venivano rinviati. Ci sono state nuove sfide in Europa. I governi social-democratici e socialisti erano popolari e all’apice del loro potere. La cosiddetta “onda democratica” raggiunse anche i paesi dell’ex Europa centrale e orientale, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi. Il capitalismo riprese a respirare. Nella Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Stati Baltici e in altri paesi prese a demolire tutto ciò che si trovava sulla sua strada. La Comunità europea venne trasformata nell’UE e aprì le braccia ai nuovi Stati capitalistici. Le grandi imprese multinazionali, il capitale finanziario, le potenti forze guidate dalla NATO non avevano più alcun motivo per celare il loro vero volto. Avevano raggiunto quello che volevano. I governi social-democratici e socialisti avevano svolto il loro compito e dovevano fare un passo indietro. I partiti di destra riuscirono così ad ottenere la leadership.

Il processo di trasformazione nei paesi dell’ex blocco socialista, colpì profondamente anche i partiti comunisti e i movimenti dei lavoratori. Diversi partiti si sciolsero, molti di loro cambiarono nome e tanti furono proibiti. Alcuni di loro si spostarono su posizioni socialdemocratiche. Quelli che resistettero, si resero conto che sarebbe stato necessario tornare alle idee generalmente applicabili del marxismo e iniziare a realizzarle nelle condizioni totalmente nuove dell’attuale società capitalista. Lo sviluppo odierno in Europa è influenzato da un movimento anticomunista eccezionalmente forte, diretto contro i nostri partiti. Mi riferisco ad alleanze tra partiti di destra, mass-media, a svariate pseudo-associazioni e individui.

Il Partito Comunista di Boemia e Moravia non fa eccezione. C’era e c’è ancora un compito di fronte a noi: cercare nuove forme di lavoro, guadagnare alleati ma non solo tra gli operai, utilizzare tutte le possibilità che le leggi dello Stato offrono, entrare nella rappresentanza dello Stato e cooperare con i sindacati e le associazioni civili. Abbiamo bisogno di cercare alcune alleanze con i partiti di centro-sinistra, non al costo di compromessi, ma su punti concreti che potrebbero essere utili ai cittadini non privilegiati. Siamo consapevoli che il partito comunista non esiste solo per se stesso, ma ha una grande responsabilità nella lotta per i diritti e il futuro di questi non privilegiati.

Praticamente tutti noi partecipanti a quest’incontro, viviamo in condizioni sociali simili. Siamo testimoni dell’enorme concentrazione raggiunta dal denaro e dal potere. Insieme a questo, si manifesta la vera “qualità” dell’economia occidentale guidata dagli Stati Uniti. Con interventi artificiali, come ad esempio l’aumento del debito pubblico, rinviano solamente la bancarotta dello Stato.

La fine dell’estate 2008 ha portato dagli Stati Uniti in Europa la crisi finanziaria e poi economica e sociale. L’UE ha iniziato ad attuare varie misure di austerità. Gli Stati membri dell’UE hanno iniziato a sostenere le grandi compagnie vicine al fallimento e le grandi banche, che paradossalmente fanno profitti anche in questa crisi, con fondi pubblici. Si è rivelato come l’interconnessione delle economie sovranazionali non è stata in grado di affrontare la crisi. Ha inoltre rivelato che molti governi vivono sul debito. Un sacco di piccoli gruppi, in particolare dell’oligarchia finanziaria, lo hanno utilizzato e lo utilizzano per dettare ai particolari Stati il modo in cui dovrebbero combattere la crisi, in conformità ai loro interessi. Tutto questo a scapito dei non privilegiati. E’ stato lanciato un attacco diretto alle conquiste sociali esistenti dei lavoratori. La disoccupazione cresce, i salari e le pensioni vengono tagliati e i governi adottano senza pietà misure d’austerità soprattutto nel campo delle spese sociali. I giovani stanno perdendo la prospettiva, gli anziani hanno paura del futuro.

La crisi, che ha colpito l’intera società economicamente, finanziariamente, socialmente, culturalmente e anche sul piano valoriale, nasconde in sé un grande pericolo. Si mette seriamente in pericolo la pace. E sappiamo bene come il capitalismo risolverebbe una situazione del genere: con una guerra. Insieme ai cambiamenti geopolitici e alla crisi, va di pari passo una lotta per le risorse naturali ed energetiche, acqua e cibo. Questa situazione di tensione può essere vantaggiosa per i nazionalisti, i partiti di estrema destra e neo-fascisti.

C’è molto di più in gioco oggi. E’ in gioco il futuro dell’esistenza umana. Ecco perché la sinistra deve rafforzare la sua lotta per la pace e la sicurezza mondiale. E fare buon uso delle iniziative di quei paesi che difendono la pace in ambito internazionale o nel Consiglio di sicurezza dell’ONU.

La situazione in Europa e nell’Unione europea è ben nota. Pertanto riteniamo che, come i governi di destra e neoliberali dell’UE sono in grado di manovrare insieme anche nei conflitti e di unire le loro azioni contro le richieste legittime dei lavoratori, giovani, anziani, immigrati e delle piccole e medie imprese, anche noi dobbiamo trovare contro queste forze una modalità comune di lotta. E’ tempo delle soluzioni comuni. Una sinistra disintegrata può servire soltanto a favorire gli interessi e gli obiettivi della destra, e non certo a favore del largo pubblico dei non privilegiati.