I comunisti portoghesi, la situazione internazionale e gli sviluppi nell’Unione Europea

pcp bandiera closeupdal Comunicato del Comitato Centrale del Partito Comunista Portoghese (29 e 30 giugno 2018)

da avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il Comitato centrale del PCP, riunito il 29 e 30 giugno 2018, ha discusso aspetti della situazione internazionale (in particolare in previsione dell’imminente vertice della NATO) e degli sviluppi nell’Unione europea, la situazione politica, economica e sociale nazionale, lo stato delle lotte di massa e le questioni inerenti l’intervento e il rafforzamento del partito per l’affermazione di un’alternativa “patriottica e di sinistra”. Del lungo comunicato diffuso al termine dei lavori proponiamo ai nostri lettori i paragrafi relativi alla situazione internazionale e ai più recenti sviluppi in ambito UE. (MG)


Situazione internazionale

1. La situazione internazionale rimane caratterizzata da una grande instabilità e incertezza, in cui gravi minacce per lavoratori e popoli coesistono con il potenziale per lo sviluppo di resistenza e lotta per difendere i loro diritti e la loro emancipazione.

2. Il capitalismo conferma la sua natura sfruttatrice, oppressiva, aggressiva e predatoria. Realtà evidente nella intensificazione dello sfruttamento, nell’accentuazione della disuguaglianza sociale e dell’ingiustizia, nella privazione di bisogni di base, nel saccheggio e predazione delle risorse, nella dimensione dei flussi di rifugiati e migranti e del dramma che ciò comporta.

Di fronte all’aggravarsi della crisi strutturale del capitalismo – con l’acuirsi delle sue contraddizioni sistemiche e la persistenza di fattori che potrebbero portare l’economia mondiale ad un nuovo picco della crisi – e al processo di riaggregazione delle forze che si sviluppa a livello mondiale, l’imperialismo, in particolare quello statunitense, cercando di contrastare la tendenza del suo relativo declino, persiste nella sua offensiva.

Riveste particolare gravità l’attacco condotto sul piano internazionale dall’imperialismo statunitense, che insiste con le interferenze, la destabilizzazione, il militarismo e la guerra. Una offensiva che, diretta contro tutti i popoli e i paesi che difendono e affermano i propri diritti, la sovranità, l’indipendenza e lo sviluppo – e indirizzata strategicamente contro la Cina e la Federazione russa – è stata accompagnata dalla subordinazione degli alleati degli Stati Uniti alla loro strategia e interessi.

E’ in questo contesto di concertazione / rivalità imperialista, che si accentuano i fattori di contraddizione tra le grandi potenze imperialiste (USA, UE / Germania, Giappone), di cui è esempio l’imposizione da parte degli Stati Uniti di un peggioramento delle tariffe commerciali e il carattere extraterritoriale delle sanzioni applicate che riguardano i loro alleati, in particolare le maggiori potenze dell’UE. Le contraddizioni inter-imperialiste si sono espresse in particolare nei disaccordi registrati nel recente vertice del G7 in Canada.

Nella situazione attuale è di particolare importanza il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai tenutosi in Cina – per il contenuto delle soluzioni individuate e le intese raggiunte in merito a un’ulteriore cooperazione tra i paesi partecipanti e alla difesa dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale – che esprime la realtà della riaggregazione delle forze sulla scena mondiale.

3. Ignorando e non rispettando importanti accordi volti ad aprire la strada alla distensione, alla risoluzione dei conflitti, al disarmo e alla pace – come l’accordo nucleare multilaterale con l’Iran – di fronte alle Nazioni Unite e alla legalità internazionale, l’offensiva dell’imperialismo statunitense, ora guidato dall’amministrazione di Donald Trump, mira a imporre un ordine internazionale da esso egemonizzato attraverso il suo potere militare, il suo dominio sulle istituzioni e il sistema finanziario internazionale come strumento di ricatto e blocco economico e i suoi ampi strumenti di azione politico-ideológica.

4. Il Comitato centrale del PCP mette in guardia sugli obiettivi del vertice della NATO, che si terrà l’11 e il 12 luglio a Bruxelles, in Belgio, che rappresenta un’accresciuta minaccia per la pace, che discuterà, tra altri importanti aspetti, l’aumento della spesa militare, l’approfondimento della militarizzazione dell’UE come “pilastro europeo” della NATO complementare a questo blocco politico-militare aggressivo, e il rafforzamento delle truppe della NATO nell’Europa orientale, a ridosso della Federazione russa. Questa situazione, contrariamente a quanto sostenuto dal Presidente della Repubblica e dal governo, richiede una chiara opposizione alla politica di sottomissione alle principali potenze della NATO e dell’UE, in particolare alla partecipazione del Portogallo a missioni militari straniere al servizio della NATO e delle sue potenze imperialiste, che mette in discussione gli elementi centrali della sovranità nazionale e dell’indipendenza e non serve gli interessi del Paese.

Il Comitato centrale del PCP sottolinea l’importanza del sostegno alla petizione per l’adesione del Portogallo al trattato sul divieto delle armi nucleari, promossa dal Consiglio portoghese per la pace e la cooperazione (CPPC), e invita a partecipare alle azioni promosse da varie organizzazioni in Portogallo, sotto il motto “Sì alla pace! No alla NATO! ‘, in particolare agli eventi pubblici che si terranno il 9 luglio a Lisbona e il 12 luglio a Oporto.

5. Sottolineando l’intensità dell’offensiva imperialista in varie regioni del mondo, il Comitato Centrale ribadisce la necessità della solidarietà con i lavoratori e i popoli che sviluppano una lotta coraggiosa in difesa dei loro diritti e la sovranità in una complessa situazione di resistenza e accumulazione di forze a livello globale.

La decisione del governo degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, che rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale e i crimini perpetrati da Israele contro il popolo palestinese, segnalano con ancora più forza l’importanza della lotta del popolo palestinese per la costruzione di uno Stato della Palestina, con i confini pre-1967 e capitale Gerusalemme Est, e per il rispetto dei diritti dei rifugiati.

Il Comitato Centrale sottolinea l’importanza delle recenti vittorie delle forze patriottiche siriane sui gruppi terroristici, denuncia la perdurante aggressione imperialista e sionista contro la Repubblica Araba di Siria, di cui è stato un esempio il bombardamento effettuato da Stati Uniti, Regno Unito e Francia, così come l’intensificazione dell’aggressione contro lo Yemen, e denuncia la minaccia di un’intensificazione della destabilizzazione e dell’aggressione imperialista in Medio Oriente, in particolare contro l’Iran.

Nel valorizzare gli sforzi per contenere e contrastare la politica di guerra degli Stati Uniti nella penisola coreana, il Comitato Centrale ribadisce di essere per il rispetto della sovranità nazionale e l’indipendenza, del diritto del pacifico popolo coreano a decidere il proprio destino libero da ingerenze, pressioni e minacce esterne, per la normalizzazione delle relazioni, l’attuazione di efficaci garanzie di sicurezza per la Repubblica popolare democratica di Corea, e sostiene che si può raggiungere una soluzione politica a un conflitto che si è protratto per più di 65 anni e garantire una pace stabile e duratura nella penisola coreana, aprendo la strada che conduce all’abolizione delle armi nucleari e alla loro non proliferazione.

Il Comitato centrale del PCP sottolinea la lotta dei popoli dell’America Latina per i loro diritti e sovranità. Si mette in evidenza l’importante vittoria delle forze rivoluzionarie e progressiste bolivariane nelle recenti elezioni presidenziali venezuelane, con la rielezione del presidente Nicolas Maduro, che ha espresso e conferma la condanna da parte del popolo venezuelano dell’operazione di destabilizzazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Sottolinea anche la lotta in Colombia, in difesa del processo di pace, in Brasile, in difesa della democrazia, così come la lotta della socialista Cuba per porre fine al blocco criminale degli Stati Uniti.

Gli sviluppi nell’Unione Europea

1. I recenti sviluppi nell’Unione europea (UE) confermano la natura e le tendenze evolutive del processo di integrazione capitalista nel contesto dell’approfondimento della crisi strutturale del capitalismo e pongono ancora più urgentemente la necessità di una politica patriottica e di sinistra per garantire la sovranità nazionale e il Portogallo libero da imposizioni e politiche contrarie all’interesse nazionale e al popolo portoghese.

2. Nonostante le contraddizioni ed elementi di crisi del processo di integrazione capitalistica, il grande capitale e le sue principali espressioni politiche in Europa – della destra, dell’estrema destra e della socialdemocrazia – convergono allo scopo di rafforzare i pilastri neoliberisti e militaristi dell’Unione europea. Le contraddizioni inter-imperialiste con gli Stati Uniti e l’uscita del Regno Unito dall’UE sono utilizzati per approfondire la logica federalista e una maggiore concentrazione di potere nelle mani dell’asse franco-tedesco, cercando di far avanzare ulteriormente il suo dominio al servizio delle grandi imprese e delle grandi potenze.

3. Malgrado un quadro contraddittorio e reali difficoltà che mettono oggettivamente in discussione il processo di integrazione capitalista stesso, le conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno confermano un percorso di approfondimento dei meccanismi di dominio economico e politico, militare e di sicurezza derivanti dalla natura reazionaria delle politiche dell’UE, di cui è esempio emblematico la cosiddetta politica di migrazione e asilo.

I veri obiettivi dell’Unione europea sono accompagnati da vaste campagne di propaganda. Sia per nascondere la vera natura dell’UE, come nel caso della cosiddetta politica “dell’occupazione e della crescita” o il cosiddetto “pilastro sociale”, che in realtà rappresentano una regressione dei diritti dei lavoratori e di altri diritti sociali in paesi come il Portogallo, sia per presentare come positivi obiettivi come il terzo pilastro dell’Unione bancaria, che rafforzano la concentrazione del potere politico ed economico.

4. Il Comitato centrale del PCP richiama l’attenzione sugli obiettivi alla base della cosiddetta “riforma dell’euro” che, in nome di una presunta “correzione” o “completamento” dell’Unione economica e monetaria, cerca di approfondire i suoi strumenti di dominio, accentuare i vincoli e le imposizioni e istituzionalizzare i meccanismi di controllo e dipendenza – come la versione europea dell’FMI, il cosiddetto Fondo monetario europeo – che limita ulteriormente la sovranità nazionale e approfondisce le divergenze economiche e sociali tra gli Stati membri. La Moneta Unica si conferma come un fortissimo limite ai progetti di sviluppo sovrano e al progresso sociale, ragion per cui la liberazione del Portogallo dalla sottomissione all’euro è imperativa.

5. Il Comitato centrale del PCP denuncia gli atti inaccettabili di ingerenza volti a condizionare, in varie dimensioni ed espressioni, la volontà dei popoli e a frenare la crescente contestazione dell’Unione europea. Sia che si tratti dell’uscita del Regno Unito dall’UE, sia nell’ambito delle cosiddette “raccomandazioni” di governance economica, e anche nel contesto dei processi elettorali, si moltiplicano intollerabili e grossolane interferenze direttamente dalle istituzioni dell’UE o attraverso l’aperto coordinamento di queste con il grande capitale.

6. La crescita delle forze di estrema destra e il loro accesso al governo in diversi paesi è inseparabile dalla natura e dalle conseguenze delle politiche dell’UE. Come la realtà sta dimostrando, queste forze non rappresentano una vera sfida per l’Unione europea e per gli interessi del grande capitale che essa esprime. Al contrario, è evidente la collusione e persino il supporto di queste forze alla natura di classe dell’UE e alle sue politiche di sfruttamento e dominio.

7. Il dibattito e le proposte sul Bilancio UE post 2020 confermano gli allarmi e le denunce del PCP. Il Portogallo è profondamente svantaggiato da un bilancio che accentua le differenze, canalizza più fondi verso le grandi potenze e i loro gruppi economici e finanziari, ed è sempre più usato per imporre e forzare, attraverso il condizionamento e il “pagamento” delle riforme neoliberiste, politiche di sfruttamento, privatizzazione, distruzione di apparati produttivi e dipendenza economica.

Si tratta di un bilancio che mira a estendere ulteriormente la privatizzazione di tutti i settori dell’attività economica e della vita sociale nell’Unione europea e ad accentuare la liberalizzazione delle politiche comuni, come nell’agricoltura o nel commercio.

La riduzione dei fondi UE alla cosiddetta “coesione economica e sociale”, da sempre utilizzata come compensazione per i danni causati dalle differenze e dalla dipendenza imposte dalle politiche comuni, dal mercato unico e dall’euro, dimostra bene a chi e per che cosa serve l’Unione europea. Il significativo aumento dei finanziamenti per alimentare gli aspetti militaristi e securitari si traduce in una chiara scelta di affermazione dell’UE come una potenza imperialista, militarista e interventista, con gravi conseguenze per aspetti centrali della sovranità e dell’indipendenza del Portogallo.

8. Il Comitato Centrale del PCP condanna l’atteggiamento del Governo del PS che, in accordo con PSD e CDS, persegue una linea di abdicazione nazionale, di sostegno delle politiche dell’Unione Europea e dell’euro, ben evidente nella difesa delle linee guida e delle imposizioni associate all’euro e nella votazione sulla futura composizione del Parlamento europeo, a cui il “Blocco di Sinistra” (BE, partito aderente alla “Sinistra Europea”, NdT) ha dato la sua copertura.

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