“Che i lavoratori si organizzino”

marcbotengaIntervista a Marc Botenga, Partito del Lavoro del Belgio (PTB)

da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Quale è per il Partito del Lavoro del Belgio (PTB) la priorità della lotta dei lavoratori belgi?

La Sicurezza Sociale pubblica, universale e solidale è all’ordine del giorno. Il progetto del governo belga è simile a quello che si vuole imporre in altri paesi: la trasformazione del sistema contributivo pubblico in un fondo di capitalizzazione. La conseguenza sarà che la pensione dipenderà dalla situazione economica, dalla redditività, dagli investimenti fatti con i contributi dei lavoratori. Vale a dire che si passa da un diritto a una sorta di lotteria.

D’altro canto, in Belgio si sviluppa un forte movimento di solidarietà con gli scioperi in Francia. Sappiamo che se Macron fosse in grado di scavalcare la volontà dei lavoratori francesi, misure simili, nel settore ferroviario, ad esempio, sarebbero applicate in Belgio.

Quest’anno e il prossimo si svolgeranno elezioni in Belgio, rispettivamente a livello comunale e federale. Quali sono le vostre prospettive?

E’ molto importante eleggere deputati ai diversi livelli dell’organizzazione dello Stato, ma ciò che realmente sta al centro delle nostre preoccupazioni è il rafforzamento del contro-potere, della classe, della sua influenza sociale e politica e della sua capacità di mobilitazione. Al di là del voto, il nostro appello è che i lavoratori si organizzino.

Il movimento per la pace, antimperialista è stato, negli ultimi anni, molto attivo. Ora questo dinamismo si mantiene anche rispetto all’aggressione alla Siria?

Nel 2003, durante l’attacco imperialista all’Iraq, tutto era più chiaro agli occhi dei belgi. Oggi non ci sembra che la consapevolezza e la disposizione (alla mobilitazione) siano le stesse.

E’ chiaro che esistono questioni nazionali che possono attivare la consapevolezza. Ad esempio, in Belgio è scoppiato un grande scandalo attorno all’acquisto di nuovi aerei perché un rapporto segreto di Lokheed Martin nel frattempo diffuso, assicura che gli aerei esistenti sono già operativi. Questo caso può aiutare a smascherare l’industria bellica. Allo stesso modo la consapevolezza può crescere con la denuncia che i cosiddetti alleati arabi nella presunta lotta al terrorismo (Arabia Saudita e Qatar) sono stati i finanziatori della “radicalizzazione” dei giovani belgi che il nostro governo ha lasciato partire per la Siria.