Il PCE conclude il suo XX Congresso, recuperando il leninismo

pc spagnadi Javier Romo

da mundoobrero.es

Traduzione di Marx21.it

Il 2 dicembre si sono conclusi i lavori del ventesimo Congresso del Partito Comunista di Spagna (PCE). Di particolare rilievo è la decisione assunta dai delegati di ripristinare, dopo quarant’anni di sostanziale continuità con le tesi dell’ “eurocomunismo”, il riferimento al “marxismo-leninismo” quale fondamento ideologico dell’iniziativa del partito.

Sul dibattito che ha attraversato la massima assise del più importante partito comunista della Spagna, riteniamo utile proporre ai nostri lettori un primo resoconto, pubblicato in “Mundo Obrero”, la testata storica del PCE. (Marx21.it)   


Il Partito Comunista di Spagna ha concluso sabato scorso il suo XX Congresso, operando profondi cambiamenti ideologici e organizzativi, come il recupero del marxismo-leninismo dopo quarant’anni, il che si rifletterà nel cambio dell’immagine, modificando anche il suo logo e introducendovi la mitica stella internazionalista a cinque punte, che rappresenta per la tradizione operaia, l’unità degli operai e delle operaie dei cinque continenti. Enrique Santiago è stato colui che ha preso la parola per difendere la tesi del recupero del marxismo-leninismo, che in seguito è stata approvata dalla stragrande maggioranza dei militanti, con grande passione e tra applausi, abbracci e lo slogan “partito comunista, marxista-leninista”. Pochi minuti dopo, l’euforia per questo cambiamento si è trasferita nel dibattito sull’incorporazione della stella a cinque punte nel logo e, di stretta misura, con solo 13 voti di differenza, i militanti hanno deciso di sostituire il logo, il che riflette il cambiamento profondo anche nel simbolo del partito.

Lo stesso Santiago ha sostenuto che assumere il leninismo “ci aiuta a formulare una definizione sempre più solida della nostra ideologia e a sentirci più in sintonia con gli altri partiti comunisti. Siamo eredi del marxismo-leninismo”. Inoltre, ha spiegato che scommettere sul leninismo non significa rinunciare alla via elettorale per la presa del potere politico, “dal momento che dobbiamo studiare la situazione concreta per elaborare una strategia” e ha indicato l’esempio del Venezuela, dove “si sta costruendo il socialismo attraverso la via elettorale”.

Questo XX Congresso apporterà profondi cambiamenti nel partito:

Un partito più forte.
Nel conflitto, iniziando a lavorare in modo militante, un attivista, riflettendo sulle implicazioni della militanza all’interno del partito, cercando a poco a poco di superare il volontarismo, verso un impegno militante sempre più grande. E’ stata anche sottolineata la necessità che i militanti del partito portino la stessa linea del partito nelle istituzioni.

Più centralizzato il partito, ma più federalista nel puntare alla repubblica.
Il PCE inizierà un processo di articolazione più centralizzato, superando il modello federalista attuale, criticato in diversi emendamenti nel corso del Congresso, iniziando un processo che a poco a poco possa far assimilare questo centralismo democratico in tutto il territorio spagnolo, avendo come esempio quello che l’Unione della Gioventù Comunista di Spagna (UJCE) rappresenta nell’implementazione di tale processo. Questo nuovo modello centralizzato ha sollevato alcuni dubbi nel congresso, ragion per cui è stato spiegato che esso è totalmente compatibile con l’impegno storico del PCE per una repubblica federale degli stati.

Più egualitario, con il suo impegno per il femminismo di classe. Il Partito continuerà ad avanzare nella lotta femminista contro il patriarcato, non solo all’esterno, ma partendo dall’interno del partito, “per raggiungere la vera uguaglianza tra le donne e gli uomini all’interno del partito”. Ciò si è visto già nel corso del Congresso, dove un gruppo di donne militanti, ha presentato un documento alla presidenza del Congresso, chiedendo autocritica sui comportamenti maschilisti che si erano avvertiti nel corso dei lavori, in riferimento allo spazio e al tempo occupato dagli uomini, e anche che il Partito riconosca gli errori per superarli e costruire un’organizzazione egualitaria, senza maschilismo, scommettendo sul femminismo di classe, superando le correnti “postmoderne-neoliberali”. Inoltre, la nuova commissione di transizione verso la nuova direzione sarà formata da più donne che uomini, 6 donne e 5 uomini, che avrà l’incarico di formare il nuovo comitato centrale ed eleggere prossimamente il nuovo segretario generale. Tale indirizzo è stato approvato dall’82,4%.

Inoltre, attraverso le nuove risoluzioni approvate, il Partito mostra il suo carattere internazionalista, solidale e di classe, con il sostegno alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, al suo popolo e al suo impegno per il socialismo del XXI secolo contro gli attacchi imperialisti dell’Occidente e dell’opposizione violenta; la condanna della frode elettorale compiuta recentemente nelle elezioni dell’Honduras, chiedendo agli osservatori internazionali dell’UE di non riconoscerla; la condanna del traffico di schiavi che si sta svolgendo in Libia, attribuendo all’Occidente e alla NATO la responsabilità di questa situazione e sollecitando il Parlamento Europeo a formare una commissione di inchiesta che chiarisca il coinvolgimento dell’UE in questa situazione, ed esigendo da Rajoy che rispetti l’impegno di asilo per i rifugiati e le rifugiate; il fermo impegno nel sostegno alle lotte dei popoli palestinese e saharawi; la solidarietà con il popolo catalano per la repressione che sta soffrendo; e la lotta contro gli abusi sugli animali, a partire dalla lotta per l’abolizione delle corride.