La pericolosa Dottrina Poroshenko sulla “sicurezza dell’informazione” in Ucraina. Fermiamoli!

pc ucraina 500pxdi Partito Comunista di Ucraina
da solidnet.org

Traduzione di Marx21.it 

Il presidente dell’Ucraina ha varato la Dottrina della Sicurezza Nazionale dell’Informazione con il decreto del 25 febbraio 2017 N° 47/2017

Un’analisi del decreto dimostra come la grande mole di argomenti “legali”, termini scientifici e dichiarazioni disinvolte nascondano il vero scopo della Dottrina. La decisione assunta da Poroshenko attiva ora il meccanismo del controllo totale dell’informazione da parte dello stato.

Il Ministero per la politica dell’informazione è incaricato in primo luogo di controllare “i media e le fonti pubbliche del segmento nazionale di Internet per rilevare la diffusione di informazione proibita in Ucraina… e … minacce agli interessi nazionali e alla sicurezza nazionale nella sfera dell’informazione”.

Non vi è alcun dubbio che questo “lavoro” è in linea con le leggi criticate in Ucraina e in Europa sulla “decomunistizzazione”, con le barbariche iniziative dell’Istituto della Memoria Nazionale e con i frenetici sforzi delle autorità di stabilire il controllo su tutti i media privati, specialmente nel settore radiotelevisivo.

Infatti, con la copertura di slogan “patriottici”, al popolo viene imposto di tollerare la guerra e la povertà portate dagli oligarchi e dai radicali di destra, ma anche, “con spirito patriottico”, di rinunciare alla libertà di parola, di sostenere la guerra nel Donbass e di lottare contro l’opposizione e contro “gli agenti del Cremlino”. Un potere incompetente e brutale in connubio con la borghesia oligarchica utilizza “attivisti” aggressivi e sfrontati per terrorizzare i giornalisti e altri che sono in disaccordo con le loro opinioni radicali e azioni banditesche.In realtà, qualsiasi pubblicazione critica nei giornali oppure online, discorsi controcorrente alla televisione o alla radio, opinioni nei libri o espresse personalmente possono essere interpretati come “una minaccia agli interessi nazionali e alla sicurezza nazionale dell’Ucraina” o come un coinvolgimento “nell’attuazione di operazioni

informative speciali, volte a minare la difesa statale, a demoralizzare le Forze Armate dell’Ucraina e le altre forze militari, provocando manifestazioni estremiste, alimentando il panico, inasprendo e destabilizzando la situazione socio-politica e socio-economica, incitando ai conflitti etnici e religiosi in Ucraina”.

Dando corso ufficiale alla “realizzazione completa delle esigenze dei cittadini e delle organizzazioni nell’accesso a una informazione obiettiva e accurata”, “al pieno sviluppo e funzionamento della lingua ucraina in tutte le sfere della vita sociale in Ucraina”, “al libero sviluppo, uso e protezione delle lingue delle minoranze e a promuovere l’insegnamento delle lingue della comunicazione internazionale”, ecc., la Dottrina ora è destinata a censurare l’informazione sulla reale situazione in Ucraina. E la dichiarazione in merito alla “protezione delle lingue delle minoranze” è da intendersi come una banditesca presa in giro in presenza delle “iniziative a proposito delle lingue” della Rada Suprema e delle violente restrizioni applicate a tutto ciò che riguarda la lingua e la cultura russa.

La menzionata dottrina è fortemente criticata dalla comunità dei giornalisti e degli esperti. Secondo i media, il presidente dell’Unione Ucraina di Helsinki, capo del Gruppo per i Diritti Umani di Kharkiv, Yevhen Zakharov, l’ha definita antidemocratica. Rappresentanti dell’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ritengono che la Dottrina rappresenti una minaccia alla libertà di espressione in Ucraina.

Così, la dottrina è un’altra manifestazione del regime antipopolare e corrotto instaurato dopo il colpo di Stato, nel 2014.

Di fronte all’impossibilità di unire il popolo sulla base di un’ideologia e una pratica distruttive, il governo continua cinicamente a ingannare la gente in un insidioso “abbraccio burocratico-patriottico”. E nulla sembra fermare questo regime antipopolare, certo non la “preoccupazione” o anche la “profonda preoccupazione” dell’Occidente a proposito della libertà di espressione in Ucraina.

Partito Comunista di Ucraina
Comitato Centrale
Dipartimento delle Relazioni Internazionali