Un dettagliato rapporto del Partito Comunista di Ucraina sulla situazione nel paese

pc ucraina bandiera personeNota introduttiva di Marx21.it

Il Partito Comunista di Ucraina (KPU) ha diffuso un dettagliato rapporto che analizza la situazione del momento nel paese e propone una serie di misure concrete per affrontare la disastrosa  condizione economica e politica in cui versa l’ex repubblica sovietica, facendola uscire dalla crisi.

Nella prima parte del rapporto (che è stato inviato ai partiti comunisti e operai di tutto il mondo), i primi tre anni dell’amministrazione uscita dal colpo di stato del 2014, favorito anche dal pesante intervento delle potenze della NATO, vengono definiti come “il potere del regime compradore nazionalista-oligarchico”; allo stesso tempo, sono descritti dettagliatamente i costi della politica aggressiva attuata nei confronti del popolo ucraino, sui piani economico, sociale e ideologico.

Secondo il KPU, nei tre anni di potere della cricca nazional-fascista impadronitasi delle leve di comando è stato avviato il processo di riabilitazione del passato più oscuro dell’Ucraina, attraverso l’aperta esaltazione del collaborazionismo con le orde hitleriane, accompagnata della denigrazione e dalla spudorata criminalizzazione dell’esperienza socialista dell’Ucraina sovietica, del ruolo del partito comunista e della stessa ideologia dei comunisti.

Il regime ha scatenato anche una offensiva di carattere militare, attraverso la guerra condotta contro le popolazioni delle regioni di Donetsk e Lugansk che si sono ribellate all’illegalità del colpo di stato del 2014, provocando inevitabilmente l’inasprimento, fino alla rottura, delle relazioni con la Federazione Russa. Fattori questi che non hanno fatto altro che trascinare il paese verso il totale disastro.

La seconda parte del rapporto è dedicata all’illustrazione delle misure più urgenti che una direzione responsabile dell’ex repubblica sovietica dovrebbe assumere, per favorire la fuoruscita dall’attuale profonda crisi.

In sintesi, ecco le proposte più significative:

la fine della guerra nella regione del Donbass e il ripristino delle relazioni con la Federazione Russa, nella consapevolezza degli storici e indissolubili legami tra il popolo ucraino e quello russo;

uno status neutrale e non allineato nelle relazioni internazionali;

il coinvolgimento sia degli specialisti e delle istituzioni dell’UE che dell’Unione Eurasiatica nel dibattito su come uscire dalla crisi economica del paese;

la ristrutturazione della forma statale dell’Ucraina, attraverso la creazione di un assetto federale e la determinazione di uno speciale status per le regioni di Donetsk e di Lugansk;

una nuova legge elettorale che elimini l’attuale meccanismo misto, attraverso la completa adozione del sistema proporzionale (su liste di partito);

l’aumento dei poteri parlamentari e l’eliminazione del presidenzialismo;

lo scioglimento delle unità militari illegali che, tra l’altro, si sono rese responsabili di crimini efferati contro i civili;

l’abbandono della riscrittura della storia e della riabilitazione del passato più oscuro della collaborazione di settori della società con il nazi-fascismo;

la revisione delle leggi relative alla “decomunistizzazione” e il ripristino di una vita politica in sintonia con “la pratica democratica degli stati europei”.

Il testo completo del rapporto del KPU (in inglese e russo)