Come possiamo massimizzare il contributo comunista alla lotta di classe?

bandiererosse lavoratori corteodi Robert Griffiths*
morningstaronline.co

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/11/2016

Il mondo sta facendo ingresso nella sua fase più pericolosa da quando l’imperialismo ha proclamato eterna vittoria sull’Unione Sovietica e sul socialismo, all’inizio degli anni 90.

Ad ogni popolo fu promesso un Nuovo Ordine Mondiale di pace, disarmo, democrazia e giustizia sociale. Al contrario, la crisi generale del capitalismo si è riaffermata con due decenni di guerre, genocidi, repressione, migrazioni di massa, crisi economiche e finanziarie, riscaldamento globale e degrado ambientale.

Attraverso la Nato e l’Unione Europea, l’imperialismo ha esteso i suoi teatri di operazione attraverso l’Europa, molta dell’ex Unione Sovietica, il Medio Oriente e la regione pacifico-asiatica.

I suoi tre obiettivi correlati sono quello di allargare ed intensificare lo sfruttamento capitalista per massimizzare i profitti; dominare le maggiori fonti di energia del mondo e le vie di commercio; combattere ogni potenziale sfida dei nemici del capitalismo o delle forze antimperialiste o socialiste.

Questo è il contesto in cui vedere il tentativo imperialista di destabilizzare, demonizzare o dividere i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e di mettere sotto pressione o rovesciare i loro governi.

Queste sono le ragioni per le quali il Congresso del Partito Comunista di questa settimana rinnoverà il proprio impegno a:

– opporsi ad ulteriori operazioni britanniche di intervento militare in Siria, Afghanistan e Libia, come già ci fummo opposti a quelle in Iraq e Jugoslavia;
– chiedere la fine del sostegno britannico a quei regimi repressivi e dispotici che promuovono il settarismo ed il terrorismo nel Medio Oriente ed oltre;
– fare campagna per l’adozione di sanzioni contro Israele per la realizzazione di una istituzione inclusiva dei due stati, con la rappresentanza democratica del popolo palestinese.

L’espansione imperialista, sostenuta da una retorica guerrafondaia contro Russia e Cina, sta aumentando i rischi di un conflitto armato tra le maggiori potenze.

Rimane da vedere se il nuovo Presidente degli USA Donald Trump renderà scontenti i generali della NATO, gli esperti dei media e i politici di destra che strattonano il guinzaglio per la guerra.

Certamente, i lavoratori degli USA e le loro famiglie che hanno votato per lui credendo che tirasse fuori dal cilindro milioni di posti di lavoro, migliori livelli di vita, città più sicure e migliori servizi sociali, saranno dolorosamente delusi.

Anche se Trump ha la tendenza a smarcarsi da chiunque tra questi, i “signori dell’universo” di Wall Street non lo permetteranno.

Il movimento operaio americano, la classe operaia e le minoranze etniche del paese avranno bisogno della nostra solidarietà nei tempi tristi a venire.

Gli incombenti pericoli di guerra sottolineano l’importanza del Consiglio Mondiale per la Pace e dei movimenti pacifisti, ovunque la catastrofe può essere evitata.

Così come continuerà a supportare il CND e la Coalizione Stop the War, il Partito Comunista ha iniziato la rifondazione della British Peace Assembly come un’affiliata del Consiglio Mondiale della Pace. Questo organo contribuirà ad intensificare la coscienza antimperialista nel movimento pacifista e nel movimento anti-Trident ed anche nel popolo in generale.

Il Partito Comunista ha anche giocato un ruolo centrale nella campagna referendaria di sinistra ed antimperialista a favore dell’uscita della Gran Bretagna dalla UE.

Mentre entrambe le principali campagne referendarie, a favore e contro la permanenza nella UE, si schieravano con argomentazioni reazionarie, i Comunisti ed i loro alleati hanno evidenziato come la UE e le sue politiche della “Fortezza Europa” di stampo neoliberista, militarista e razzista – racchiuse nelle fondamenta dei trattati UE – avrebbero bloccato su ogni fronte un governo di sinistra nel Regno Unito.

La nostra priorità odierna è quella di ricostruire l’unità del movimento operaio attorno ad un’agenda per un’uscita progressista dalla UE – un’ “uscita popolare” – che respinga le regole del mercato unico della UE o le sue politiche estere comuni a favore della NATO e dell’intervento militare.

Le prospettive di vittoria di un simile governo si sono riavvicinate con l’elezione – per due volte – di Jeremy Corbyn a capo del Partito Laburista. Egli ha un lunga tradizione di sostegno alle politiche socialiste ed antimperialiste, nonché di collaborazione alle mobilitazioni extraparlamentari.

Ma i mezzi di comunicazione controllati dallo Stato e dai monopoli sono determinati a distruggerlo politicamente, col supporto dei grandi affaristi ed un significativo settore del suo stesso partito. Sono determinati ad impedire che i Laburisti si impegnino in politiche per la pubblica proprietà o per l’abolizione del Trident.

Fino ad ora, hanno anche impedito che mantenesse la sua precedente presa di posizione contro la UE neoliberista ed antioperaia.

I tories e Nigel Farage dovrebbero ringraziare i laburisti fanatici pro-UE nel Parlamento, per aver loro fornito il lasciapassare per guidare e dare forma al sentimento anti-europeo delle masse.

Un’altro grosso ostacolo all’elezione di un governo di sinistra a Westminster è l’egemonia dello SNP (Scottish National Party) nel Parlamento Scozzese.

Il movimento per l’indipendenza Scozzese ha già sottratto molti voti e molti seggi ai laburisti. Ma questo tipo di separatismo divide la lotta contro il capitalismo monopolista dello Stato Britannico, proponendo solo il miraggio di una Scozia “indipendente” ancora sotto la Banca d’Inghilterra, la Corona Inglese, l’UE e la NATO.

Il Partito Comiunista chiede invece una Gran Bretagna Federale di Inghilterra, Scozia e Galles, insieme a una redistribuzione collettiva della ricchezza alla classe lavoratrice di ogni nazione e regione.

Sopra tutto, al fine di rendere possibile l’elezione di un governo laburista guidato dalla sinistra, dobbiamo accelerare la mobilitazione popolare e la mobilitazione operaia nel settore industriale contro il nuovo governo conservatore e le sue politiche di taglio della spesa pubblica, riduzione delle tasse per i soli ricchi e per i monopoli capitalisti, privatizzazione e riarmo nucleare.

Ancora una volta, questo Congresso del Partito Comunista dibatterà il suo ruolo di continuità nella People’s Assembly Against Austerity. Anche la National Assembly of Women gioca un ruolo importante nella proposizione di politiche per superare l’impatto sproporzionato dell’austerity e della privatizzazione, sulle donne, sia nel lavoro che nella famiglia.

I politici senza scrupoli e la stampa-spazzatura dei miliardari hanno ventilato il ritorno del razzismo e della xenofobia in Gran Bretagna. Ministri pro e anti UE nel passato governo di Cameron hanno preparato una pozione tossica.

Ma una lezione che ci viene dalla Brexit e dai voti a Trump è che la sinistra non deve solamente contrastare il razzismo e la xenofobia, ma deve anche offrire politiche sulle questioni di fondo del minimo sostentamento, che non chinino la testa davanti alle questioni dell’immigrazione e dell’asilo.

Il Partito Comunista richiede che sotto il capitalismo vi sia il maggior controllo democratico possibile sui fattori di produzione, distribuzione e scambio. Questo è uno dei modi in cui, come disse Lenin, lo stato dei monopoli capitalistici “è la preparazione materiale più completa per il socialismo”

Ciò significa governo, regolazione statale e sindacale dei movimenti dei capitali e delle merci, inclusa la forza lavoro – non ultimo al fine di combattere il sovrasfruttamento del lavoro non organizzato, sia in patria che all’estero.

Ciò significa altresì un generoso benvenuto per i richiedenti asilo e la fine della discriminazione verso gli immigrati extracomunitari.

Il progresso su tutti questi fronti richiede, soprattutto, il risveglio della militanza sui luoghi di lavoro e una coscienza socialista nel movimento sindacale.

Questa è stata la chiave del risorgimento della militanza nel settore industriale e nella sinistra nei tardi anni 60 e nei primi anni 70, quando il Partito Comunista giocava un ruolo guida nell’occupazione dei cantieri navali dell’Upper Clyde, negli scioperi di massa dei minatori, dei portuali, degli edili e nella lotta contro le leggi antisindacali.

L’economia britannica e la natura dell’occupazione sono cambiate in modo sostanziale fino ad oggi, per certi aspetti in peggio.

Ma le caratteristiche essenziali – lo sfruttamento, la discriminazione, la repressione padronale – rimangono le stesse.

La questione per i Comunisti è come meglio possiamo massimizzare il contributo del nostro Partito alla lotta di classe, come Partito Marxista del movimento operaio e come sezione del movimento comunista internazionale.

La presenza di delegati provenienti da oltremare, dai Partiti Comunisti Irlandese e tedesco e la presenza di ospiti dall’Ucraina arricchiranno le deliberazioni che prenderà il 54mo Congresso.

Il problema per una sinistra ed un movimento operaio più grande è: volete un Partito Comunista più forte in Gran Bretagna? Se la vostra risposta è sì, allora unitevi a noi.

*) Robert Griffiths è segretario generale del Partito Comunista Britannico