Al Parlamento Europeo un confronto sul debito dei paesi periferici

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Traduzione di Marx21.it

Un’iniziativa promossa dagli eurodeputati del Partito Comunista Portoghese del gruppo GUE/NGL, con la partecipazione di autorevoli economisti europei e di altri continenti

L’iniziativa, promossa dai deputati del PCP, è stata organizzata, il 2 luglio, dal gruppo della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica e si è articolata in due sessioni.

Nella prima sessione sono state discusse le conseguenze dell’integrazione europea e dell’Unione Politica e Monetaria nei debiti dei paesi periferici. Sono intervenuti come invitati Eric Toussaint, portavoce del Comitato per l’Abolizione del Debito del Terzo Mondo (Belgio), Michael Hudson, professore universitario nell’Università del Missouri (USA), Steve Keen, economista (Australia) e Pedro Leão, professore di Economia all’ISEG (Portogallo).

Nella seconda sessione, su “Esperienze del debito dei paesi fuori dall’Unione Europea, cause, conseguenze e soluzioni. Lezioni da trarre”, gli oratori invitati sono stati Maria Elena Saludas, ATTAC (Argentina), Kimitoshi Morihara (Partito Comunista del Giappone) e Mouna Mathari, Fronte Popolare Tunisino.

Gli intervenuti hanno affermato chiaramente che la questione del debito pubblico non è solamente economica, ma anche politica, ideologica e sociale.

Il debito rappresenta un drenaggio di risorse pubbliche che sono trasferite direttamente al settore finanziario. La forma in cui i debiti pubblici sono stati creati e la loro insostenibilità pongono all’ordine del giorno la necessità della loro rinegoziazione, accompagnata da un processo di revisione che separi la componente legittima da quella illegittima.

Infatti, gran parte dell’indebitamento pubblico è decorso dalla crisi finanziaria del 2007-2008, in conseguenza della quale i governi hanno dovuto sborsare migliaia di milioni di euro per finanziare il grande capitale finanziario, in particolare le banche francesi e tedesche, esposte al debito greco.

E’ stato questo “indebitamento” ad essere utilizzato per un’enorme operazione di pulizia dei bilanci bancari, con la socializzazione delle perdite e la sostituzione del debito privato con il debito pubblico.

Tale dislocazione dei fondi ha offerto il pretesto ai governi per eludere i propri obblighi in settori sociali fondamentali, come la Salute e l’Educazione. E’ significativo che la mortalità infantile in Grecia sia aumentata del 48% dall’intervento della troika nel 2010.

Strumento di dominazione

Sul piano più generale, vari intervenuti hanno sottolineato il fatto che il debito rappresenta uno strumento che è parte integrante di una strategia di dominio di classe che cerca di soggiogare gli stati nazionali ai grandi gruppi economici e finanziari.

Nell’Unione Europea il ritiro della politica monetaria dalla sfera di decisione politica, la creazione della Banca Centrale Europea, presunta indipendente, le cosiddette riforme strutturali e le gigantesche operazioni di privatizzazione, imposte molte volte sotto il ricatto del finanziamento, si inseriscono nel processo di annichilimento delle sovranità nazionali e della capacità dei popoli di potere determinare liberamente il proprio divenire collettivo.

Nell’intervento finale, di Miguel Viegas, deputato del PCP al PE, è stato messo in evidenza che il debito pubblico esige risposte immediate e a breve termine. Ma deve anche meritare un approccio più vasto, inserendo la questione in una lotta più generale, ponendo la necessità di processi politici alternativi che attacchino non solo il problema del debito, ma risolvano in modo definitivo tale questione, liberando i popoli dalla dittatura finanziaria del grande capitale.